Gentile esperto, maturo i requisiti per andare in pensione nel 2027 ma sento parlare di un innalzamento dell’età pensionabile. Devo preoccuparmi?
Sempre più spesso ci arrivano richieste in merito a cosa accadrà tra qualche anno alle pensioni, in particolare sull’innalzamento dell’età pensionabile. D’altronde questo argomento lo abbiamo trattato più volte, facendo chiarezza sulle ragioni per cui i requisiti per andare in pensione nel biennio 2027-2028 potrebbero essere differenti da quelli attuali.
Nel dettaglio, è stata la legge Fornero a stabilire che ogni due anni le regole per l’accesso alla pensione dovranno essere adeguate alle speranze di vita. Ciò significa che laddove l’Istat dovesse rilevare un aumento delle aspettative di vita anche l’età pensionabile si allunga: il tempo che si vive in più, quindi, bisognerà passarlo al lavoro. In questo modo la spesa previdenziale viene mantenuta sotto controllo, ai danni però di quei cittadini che dovranno rimandare di qualche mese l’accesso alla pensione.
A tal proposito, considerando che si tratta di un argomento di pubblico interesse, abbiamo scelto di rispondere pubblicamente a un nostro lettore così che le informazioni restituite dai nostri esperti possano essere d’aiuto a tutti coloro che si trovano nella stessa situazione e temono nell’innalzamento dell’età pensionabile.
Innalzamento dell’età pensionabile, la risposta dell’esperto
Gentile lettore,
effettivamente a decorrere dal 2027 dovrebbe esserci un innalzamento dell’età pensionabile. La legge Fornero, infatti, stabilisce che ogni due anni i requisiti per andare in pensione devono essere adeguati alla variazione delle speranze di vita: nel caso in cui si viva di più, quindi, si andrà in pensione più tardi.
A oggi la regola vuole che tutte le forme di pensionamento, di vecchiaia e anticipata, vengano adeguate all’eventuale variazione. In alcuni casi l’incremento si applica sul requisito anagrafico, in altri invece su quello contributivo.
A tal proposito, secondo le ultime notizie che arrivano dall’Istat, per il 2027 dovrebbe esserci un incremento di 3 mesi delle speranze di vita. Si tratterebbe così del primo aumento dell’età pensionabile dopo l’ultimo del 2019 e la parentesi della pandemia, con la quale le speranze di vita sono crollate a tal punto da non comportare alcuna variazione per tutti questi anni.
Nel 2027 però l’effetto Covid svanirà e di conseguenza si andrà in pensione con qualche mese di ritardo.
In particolare, la pensione di vecchiaia vedrà aumentare a 67 anni e 3 mesi il requisito anagrafico, mentre quello contributivo resterà sempre pari a 20 anni. Aumenta anche l’età per la pensione di vecchiaia riservata ai contributivi puri - 71 anni e 3 mesi di età - a fronte di 5 anni di contribuzione effettiva.
Discorso differente per quanto riguarda la pensione anticipata per la quale manca il requisito anagrafico. Per questo motivo la variazione inciderà sui contributi: più precisamente, laddove l’incremento di 3 mesi dovesse essere confermato, nel 2027 serviranno 43 anni e 1 mese di contributi per andare in pensione indipendentemente dall’età, un anno in meno nel caso delle donne. Cambia anche Quota 41, l’opzione di pensionamento anticipato riservata a lavoratori precoci: non basteranno più 41 anni di contributi, serviranno 3 mesi in più.
Per quanto riguarda la pensione anticipata contributiva, invece, l’incremento si applica tanto sul requisito anagrafico - che passerà a 64 anni e 3 mesi - quanto a quello contributivo, pari a 25 anni e 3 mesi.
Va comunque sottolineato che tutto dipende anche da quali saranno le decisioni che il governo Meloni prenderà a riguardo. Una parte della maggioranza, infatti, ha già fatto sapere che non intende avallare un aumento dell’età pensionabile, lasciando intendere quindi che quando sarà necessario verrà bloccato l’adeguamento con le speranze di vita. Andrà attenzionata quindi la legge di Bilancio del 2027, per quanto comunque c’è ancora molto tempo davanti e tante cose potrebbero succedere e incidere su queste intenzioni.
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