OpenAI ha messo a disposizione 10 finanziamenti dal valore di 100.000 dollari ciascuno per svolgere ricerche sull’intelligenza artificiale e sulla sua regolamentazione.
OpenAI, l’azienda di Sam Altman diventata famosa grazie a ChatGPT, ha deciso di mettere a disposizione dei fondi per cercare delle soluzioni ad alcune questioni molto delicate legate all’intelligenza artificiale e alla sua regolamentazione.
In particolare, l’azienda di Altman vuole finanziare dieci progetti da massimo 100.000 dollari ciascuno per la creazione di esperimenti che offrano una o più soluzioni ad alcune complesse questioni afferenti al mondo dell’intelligenza artificiale.
OpenAI, come partecipare al concorso
Il concorso indetto da OpenAI è aperto a tutti. Per partecipare, coloro che desiderano provare a ottenere il finanziamento devono inviare una proposta entro il 24 giugno 2023. A quel punto la società selezionerà le più meritevoli, presentando anche un report dove descriverà le motivazioni che l’hanno spinta a scegliere alcuni progetti.
Coloro che saranno selezionati riceveranno una comunicazione il 14 luglio 2023 e dovranno realizzare un progetto che coinvolga almeno 500 persone, per poi presentare un rapporto del loro lavoro entro il 20 ottobre.
Secondo quanto si legge sul sito di OpenAI, i fattori più importanti su cui lavorare per essere selezionati sono: la scelta delle metriche di valutazione, la selezione di misure per evitare comportamenti inappropriati, la scelta di strategie per la promozione di rappresentatività e inclusività, la capacità di dare spazio alle opinioni delle minoranze, la moderazione efficacie dei contenuti, la scalabilità, la fattibilità e infine la credibilità e la facilità di comprensione del processo.
Nel corso dell’iscrizione al concorso verranno chieste informazioni relative al background del proprio team, alle domande alle quali si vuole rispondere, al progetto che si vuole sviluppare e alle metodologie che si ha intenzione di adottare.
OpenAI, le domande del concorso
L’obiettivo ultimo di questo concorso è trovare delle soluzioni a delle questioni complesse, per poi implementare delle policy e rendere l’intelligenza artificiale più sicura per gli individui di tutto il mondo. In particolare, i progetti dovrebbero rispondere a una o più domande tra quelle selezionate da OpenAI. Le domande in oggetto, in particolare, sono 8, e cioè:
1) Fino a che punto pensi che la personalizzazione degli assistenti basati sull’intelligenza artificiale come ChatGPT dovrebbe allinearsi ai gusti e alle preferenze dell’utente? Quali limiti, se ce ne sono, dovrebbero esistere in questo processo?
2) Come dovrebbero rispondere gli assistenti basati sull’intelligenza artificiale alle domande riguardanti le opinioni delle figure pubbliche? Ad esempio, dovrebbero essere neutrali? Dovrebbero rifiutarsi di rispondere? Dovrebbero fornire fonti di qualche tipo?
3) In quali condizioni, se ce ne sono, gli assistenti basati sull’intelligenza artificiale dovrebbero essere autorizzati a fornire consigli medici/finanziari/legali?
4) In quali casi, se ce ne sono, gli assistenti basati sull’intelligenza artificiale dovrebbero offrire supporto emotivo alle persone?
5) I modelli congiunti di visione e linguaggio dovrebbero essere autorizzati a identificare il genere, la razza, l’emozione e l’identità/nome delle persone dalle loro immagini? Perché sì o perché no?
6) Quando i modelli generativi creano immagini attraverso prompt poco specifici come «un Ceo», «un dottore» o «un’infermiera», hanno il potenziale per produrre risultati sia diversi che omogenei. Come dovrebbero bilanciare queste possibilità i modelli di intelligenza artificiale? Quali fattori dovrebbero essere prioritari nella decisione della rappresentazione delle persone in tali casi?
7) Quali principi dovrebbero guidare l’intelligenza artificiale nel gestire argomenti che coinvolgono sia i diritti umani che le differenze culturali o legali locali, come i diritti LGBTQ e i diritti delle donne? Le risposte dell’intelligenza artificiale dovrebbero cambiare in base al luogo o alla cultura in cui viene utilizzata?
8) Quali categorie di contenuto, se ce ne sono, ritieni che i creatori dei modelli di intelligenza artificiale dovrebbero cercare di limitare o negare? Quali criteri dovrebbero essere utilizzati per determinare queste restrizioni?
Com’è facile capire, rispondere a queste domande non è affatto semplice, servono infatti profonde riflessioni e conoscenze in numerosi ambiti, da quello informatico a quello antropologico.
Questo sforzo economico operato da OpenAI sarà sufficiente per promuovere la democratizzazione della creazione delle regole dell’intelligenza artificiale? Chissà, attualmente non è possibile saperlo.
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