Intesa SanPaolo, previsioni utili 2025 e oltre con sfida tassi BCE. Azioni, scenario migliore e peggiore

Laura Naka Antonelli

30 Aprile 2025 - 16:14

Intesa SanPaolo blinda l’era di Carlo Messina. Preview utili Barclays per I trimestre 2025, per l’intero anno e per biennio 2026-2027. Azioni, cosa può succedere.

Intesa SanPaolo, previsioni utili 2025 e oltre con sfida tassi BCE. Azioni, scenario migliore e peggiore

Dopo l’appuntamento clou dell’assemblea degli azionisti di ieri, il prossimo giorno X per Intesa SanPaolo è fissato a martedì 6 maggio 2025: sarà quella, infatti, la data in cui il CDA della banca numero uno in Italia - i cui soci hanno appena riconfermato Carlo Messina alla carica di CEO del gruppo - approverà i risultati di bilancio relativi al 31 marzo del 2025.

Oggi le azioni di Intesa SanPaolo sono sotto pressione, in linea con il trend del comparto bancario italiano che, dopo i buy scatenati dalla notizia della nuova partita di risiko, quella promossa da Mediobanca, già preda di MPS-Monte dei Paschi di Siena, su Banca Generali, si concentra sull’altra grande OPS di Borsa - quella lanciata da UniCredit su Banco BPM - dopo le dichiarazioni appena rilasciate dai vertici di Piazza Meda sull’OPS di Andrea Orcel.

Le azioni delle banche italiane puntano in generale verso il basso, colpite dalle prese di profitto, in vista della stagione delle trimestrali, ormai alle porte. Sul listino Ftse Mib di Piazza Affari Banco BPM e UniCredit si mettono in evidenza tra i titoli peggiori, insieme alle azioni di MPS-Monte dei Paschi di Siena. Poco mossa Banca Generali, new entry con l’offerta presentata da Piazzetta Cuccia del club delle banche italiane che sono state messe nel mirino dalle rivali con offerte pubbliche di scambio.

Via alle trimestrali delle banche italiane, ad alzare il sipario sarà Intesa SanPaolo con no a M&A

Sarà proprio la trimestrale di Intesa SanPaolo a inaugurare la carrellata dei conti, relativi al primo trimestre del 2025, che saranno annunciati dal settore bancario italiano. Conti che saranno attentamente vagliati da Piazza Affari, con gli investitori che cercheranno di capire anche che fine faranno le varie operazioni di M&A annunciate negli ultimi mesi, volte, se tradotte in realtà, a rivoluzionare la mappa finanziaria dell’Italia.

Intesa SanPaolo è l’unica tra le grandi BIG di Piazza Affari a non essere coinvolta, per motivi di Antitrust, nelle partite di risiko che ormai fanno il bello e il cattivo tempo della borsa di Milano. Lo stesso CEO della banca Carlo Messina, di recente, si è così espresso: “Non abbiamo alcuna intenzione di partecipare a operazioni di fusioni e acquisizioni in Italia, anche perché sul fronte Antitrust siamo in posizione tale che sarebbe difficile fare operazioni che creano valore”.

Il no a eventuali dossier di M&A era stato sottolineato già in occasione della pubblicazione dei conti dell’intero 2024 avvenuta lo scorso febbraio quando, nel confermare la solidità del bilancio del gruppo e nell’annunciare la revisione al rialzo della guidance per il 2025, Carlo Messina aveva rimandato al mittente eventuali speculazioni su un ipotetico ruolo che Intesa SanPaolo avrebbe potuto ricoprire in una possibile partita di risiko bancario.

Nel parlare di “risultati eccellenti raggiunti nel 2024”, già superiori ai target del Piano di impresa del triennio 2022-2025, Messina aveva sbandierato il “miglior risultato netto di sempre”, annunciando il lancio di un nuovo piano di riacquisto azioni proprie da 2 miliardi di euro nel mese ora imminente di giugno, così aggiungendo: “ Non abbiamo bisogno di fare acquisizioni così da evitare i rischi di esecuzione correlati , quali l’assorbimento del tempo del management e i ritardi collegati alla necessità di fondere le relative piattaforme”.

Ma il CEO di Intesa SanPaolo continuerà a tenere il punto, rimarcando il no a qualsiasi operazione di M&A?

E cosa emergerà dai conti del primo trimestre del 2025, in dirittura d’arrivo?

Una grande e continua benedizione alle azioni di Intesa SanPaolo è arrivata di recente dagli analisti di Barclays facenti capo a Paola Sabbione, che hanno rimarcato come il loro titolo preferito, tra le banche italiane, sia proprio ISP.

Intesa SanPaolo, azioni preferite da Barclays. Occhio allo scenario migliore e al worst case scenario

Per la precisione, la divisione di ricerca di Barclays ha ribadito il rating “Overweight” sulle azioni ISP, alzando contestualmente il target price del 2%, dai 4,80 euro precedenti a 4,90 euro.

Barclays ha tuttavia rivisto al ribasso le stime sull’utile per azione dell’intero 2025 e del 2026.

Nello specifico, le stime sull’EPS (utile per azione) di Intesa SanPaolo relative al 2025 sono state tagliate del 4%, da 0,53 euro a 0,51 euro, mentre quelle per il 2026 sono state riviste al ribasso dell’1%, da 0,54 a 0,53 euro. La fiducia nelle potenzialità del titolo è stata in ogni caso ribadita.

Il motivo per cui Barclays ha deciso di attribuire un rating Overweight alle azioni Intesa SanPaolo è stato spiegato con alcuni fattori. Tra questi, la diversificazione dei ricavi, fattore che dovrebbe tradursi in una crescita più forte del fatturato; il rendimento del capitale, che deriva da un bilancio solido e dalle divisioni capital light come quella del wealth management; e la presenza di un ulteriore spazio per migliorare l’efficienza, soprattutto grazie alla operazione di M&A, che ha visto Intesa SanPaolo inglobare UBI Banca.

Gli analisti hanno presentato anche un upside case scenario, ovvero lo scenario migliore per le azioni ISP, che vede il titolo balzare fino a 6,40 euro.

Uno scenario del genere potrebbe concretizzarsi, hanno spiegato gli esperti, nel caso in cui la banca guidata da Carlo Messina riuscisse a garantire un ritorno sul capitale più alto agli azionisti o se l’istituto riportasse una crescita dei ricavi più significativa.

Nello scenario peggiore, invece, le azioni potrebbero scendere fino a 3,30 euro; un tale tonfo potrebbe verificarsi per Barclays se ci fosse una ulteriore pressione sul margine di intermediazione, e dunque a causa di una evoluzione dei tassi di interesse più dovish di quanto atteso al momento. In sostanza, di tagli dei tassi da parte della BCE più incisivi. Proprio la prospettiva di tassi di interesse ancora più bassi fa parte di quegli elementi citati dalla Banca d’Italia, che potrebbero mettere sotto pressione a redditività delle banche italiane.

Detto questo, nel motivare la fiducia nei confronti di Intesa SanPaolo rispetto alle altre banche italiane, Barclays ha sottolineato che, “al di là delle dinamiche di breve termine, gli utili di ISP e la distribuzione (dei dividendi) si confermano tra i più resilienti” tra quelli che caratterizzeranno le altre banche italiane su cui gli analisti hanno avviato la loro copertura (che includono UniCredit, Credem, Mediobanca, MPS, Banco BPM) e che “la valutazione (del titolo) è tuttora attraente”.

Facendo per esempio un paragone, gli analisti hanno scritto che, nel caso di “ Credem, MPS e Banco BPM la sensibilità degli NII (margini netti di interesse, voce di bilancio più sensibile alle variazioni dei tassi di interesse dell’Eurozona decisi dalla BCE di Christine Lagarde) sarà già più visibile nel primo trimestre” del 2025. Va ricordato, allo stesso tempo, che diverse sono le incognite sulle prossime mosse sui tassi di interesse che la Banca centrale europea deciderà di prendere.

Trimestrale in arrivo, le previsioni di Barclays sugli utili & Co. di Intesa del primo trimestre 2025

Guardando al solo primo trimestre del 2025, le previsioni di Barclays sono le seguenti:

  • Utile netto stimato a 2,392 miliardi di euro, in crescita del 60% su base trimestrale, rispetto agli 1,499 miliardi del quarto rimestre del 2024 e in crescita del 4% su base annua.
  • Ricavi complessivi in calo, su base trimestrale, dell’1%, e del 2% su base annua, a 6,172 miliardi di euro.
    un margine netto di interesse (NII, Net Interest Income) - voce più interessata dalle manovre sui tassi della BCE - in calo del 4% su base trimestrale e in ribasso dell’8% su base annua, a 3,635 miliardi di euro.
  • Altre entrate pari a 2,356 miliardi, in crescita del 4% su base trimestrale e in rialzo dell’8% su base annua.
  • I costi sono attesi in flessione del 26% su base trimestrale e in crescita del 2% su base annua, a 2,638 miliardi.
  • Gli accantonamenti sono attesi a 370 milioni.

Occhio alle previsioni che sono state stilate anche sui risultati di bilancio della grande rivale di Intesa SanPaolo, ovvero di UniCredit.

Intesa SanPaolo, Barclays presenta previsioni utili, dividendi e NPL ratio per 2025-2026-2027

Barclays ha annunciato anche le previsioni sulle voci principali di bilancio di Intesa SanPaolo relative all’intero 2025, al 2026 e al 2027, sulla base dei dati raccolti dalla sua divisione di ricerca Barclays Research, della banca stessa Intesa SanPaolo, e di Bloomberg.

Per quanto riguarda l’utile netto, le previsioni sono di un valore pari a 8,834 miliardi di euro, nell’intero 2025, in rialzo rispetto agli 8,666 miliardi del 2024.

L’utile netto è poi atteso rafforzarsi a 9,240 miliardi nel 2026 e ancora a 9,642 miliardi nel 2027.

Il margine netto di interesse (NII, voce legata al trend dei tassi della BCE, atteso scendere per effetto dei ripetuti tagli che la Banca centrale europea capitanata da Christine Lagarde sta continuando ad annunciare), è stimato rallentare dai 15,718 miliardi del 2024, a 14,688 miliardi nel 2025, a 14,279 miliardi nel 2026, per poi risalire a 14,482 miliardi nel 2027.

Gli accantonamenti per far fronte a eventuali perdite sui crediti sono attesi salire dagli 1,274 miliardi del 2024, a 1,707 miliardi nel 2025, a 1,751 miliardi nel 2026 e a 1,801 miliardi nel 2027.

I ricavi sono attesi scendere a 26,709 miliardi di euro, nel 2025, rispetto ai 27,107 miliardi del 2024, nel corso del 2025, per poi risalire a 27,113 miliardi nel 2026 e rafforzarsi a 27,778 miliardi nel 2027.

Per quanto riguarda l’EPS su base adjusted, dopo gli 0,50 euro del 2024, le stime per il 2025, 2026 e 2027 sono rispettivamente di un utile per azione in crescita a 0,51, 0,53 e 0,55 euro.

Il DPS, dividendo per azione, è atteso a 0,36 euro nel 2025, dopo il valore di 0,34 euro nel 2024, e in ulteriore rialzo a 0,38 e 0,39 nel 2026 e nel 2027.

L’NPL ratio è atteso stabile, nel 2025, a 1,2, rispetto agli 1,2 del 2024, per poi salire a 1,3 nel 2026, e ulteriormente a 1,4 nel 2027.

Intesa SanPaolo, Messina: prima banca in Europa per total shareholders return

Ieri, nel prendere la parola dopo essere stato riconfermato dagli azionisti alla guida di Intesa SanPaolo, il CEO Carlo Messina non ha fatto mistero delle sfide che attendono l’economia mondiale e, di conseguenza, il mondo delle banche:

Oggi intendo rinnovare il mio massimo impegno nel guidare il nostro Gruppo nell’interesse di tutti gli stakeholder - gli azionisti, i clienti, le nostre persone e i territori - in un momento di forte discontinuità del panorama bancario italiano e in un contesto internazionale in rapida trasformazione”, ha detto il CEO della prima banca italiana. Messina ha riassunto così le importanti pietre miliari che Intesa SanPaolo è riuscita a raggiungere:

Negli ultimi dieci anni (Intesa) è stata la prima banca in Europa per total shareholders return, ovvero per crescita del valore dell’azione e distribuzione di dividendi, con una crescita del 259% dal 1 gennaio 2014, che ha consentito alla banca di distribuire ai “nostri azionisti 34 miliardi di euro cash nel periodo considerando il saldo, a valere sui risultati 2024, che verrà riconosciuto il prossimo 21 maggio ”.

Ancora, “in Borsa, dal 2014 Intesa Sanpaolo ha registrato una crescita del 162% con un aumento della capitalizzazione di 54 miliardi ”.

Il CEO ha poi ricordato che “la capacità di Intesa Sanpaolo di generare una redditività solida e sostenibile, ha reso possibile raggiungere nel 2024 un utile netto di 8,7 miliardi, il miglior risultato di sempre”.

Iscriviti a Money.it