Bce, l’allarme di Draghi: “Italia frena la crescita Ue”

Marco Ciotola

07/03/2019

La Banca Centrale Europea rivede al ribasso le stime di crescita per l’Eurozona e Draghi tuona: “Colpa dell’Italia”

Bce, l’allarme di Draghi: “Italia frena la crescita Ue”

La Bce ha rivisto ancora al ribasso le stime di crescita per l’Eurozona. Una mossa che - ha tuonato Mario Draghi - è causata in buona parte dall’Italia.

Dal precedente +1,7% risalente alle previsioni di dicembre, il Pil per il 2019 è passato a +1,1%, perdendo così un non irrilevante 0,6%. Mentre la crescita per il 2020 passa da +1,7% a +1’6%, lasciando conferme solo per quel che riguarda il 2021, che resta sul +1,5%.

Per Draghi - che tra i fattori in grado di influenzare in negativo le stime ha citato anche “il settore automobilistico tedesco” - vanno a prefigurarsi così degli ultimi mesi di presidenza tutt’altro che sereni o piatti, visto che sembra già certo l’arrivo di nuovi finanziamenti al sistema bancario, Tltro, ovvero prestiti a tassi fissi in grado di portare liquidità all’Eurozona.

Si tratta di una misura volta a stimolare l’economia, imposta dal rallentamento che ha dato alla maggior parte degli osservatori internazionali grosse convinzioni in merito alla sua probabile entrata in scena, specie dopo la riunione odierna.

Sono passati appena pochi mesi dallo stop ufficiale al quantitative easing, ma l’economia europea è pronta ad agguantare una nuova scialuppa di salvataggio, che da settembre 2019, con cadenza trimestrale, dovrebbe terminare a marzo del 2021.

Bce, l’allarme di Draghi: “Italia frena la crescita Ue”

La Bce cambia rotta anche sul fronte tassi d’interesse, fermi fino alle fine del 2019; una misura volta a far sì che “l’inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine”.

Secondo il governatore della Banca Centrale Mario Draghi il rallentamento dell’espansione economica dell’Eurozona c’è ed è “sensibile”, anche se - ha precisato - le probabilità di recessione restano molto basse.

Nel frattempo, appare quasi certa l’introduzione di nuove misure di finanziamento ai sistemi bancari Ue. Il cosiddetto Tltro andrà infatti a garantire nuova liquidità agli istituti, consentendogli in molti casi di far fronte ai vecchi prestiti:

“Le nuove misure servono ad assicurare che le banche prendano a prestito e prestino a condizioni accettabili, non servono per permettere di comprare bond sovrani”.

Si tratta di un sospiro di sollievo non da poco per le banche, in primis quelle italiane. Draghi non ha affatto esitato, su sollecito dei giornalisti, a definire il Belpaese un fattore chiave nella revisione al ribasso di Francoforte per quel che riguarda le previsioni di crescita dell’Eurozona.

Ma restano tante altre preoccupazioni che fanno lo scenario inquieto; oltre al settore automobilistico tedesco citato dallo stesso Draghi, pesa ancora la situazione dei negoziati Usa-Cina e i possibili risvolti sull’intero mercato mondiale.

Ora, a distanza di soli pochi mesi dal termine della presidenza Draghi, le certezze sul fronte Ue sono davvero poche; l’unico elemento che sembra incontrare ben pochi dubbi è che il suo successore - in arrivo a novembre - non si troverà davanti a uno scenario facile.

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