Debito pubblico italiano ancora in aumento: i dati di agosto di Bankitalia.
Il debito pubblico italiano sale ancora secondo i dati di agosto resi noti dalla Banca d’Italia.
Da Via nazionale arrivano i numeri del nuovo record sulla situazione debitoria del Paese: in aumento, infatti, rispetto al mese precedente è il valore di debito delle amministrazioni pubbliche.
Di seguito i dettagli del consueto rapporto statitisco di Bankitalia “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
Debito pubblico: ad agosto impennata record
In questa cornice di incertezza e crescente preoccupazione sulla situazione epidemiologica, in Italia arrivano anche i dati poco incoraggianti sul debito pubblico. Pesano ancora le misure eccezionali attivate dal Governo per arginare la crisi da coronavirus.
Le statistiche della Banca d’Italia, infatti, hanno mostrato un’impennata record ad agosto: il debito delle amministrazioni pubbliche è balzato a quota 2.578,9 miliardi di euro, 18,3 miliardi in più del mese precedente.
La nota chiarisce che:
“L’incremento riflette, oltre al fabbisogno del mese (1,6 miliardi), l’aumento delle disponibilità liquide del Tesoro (16,8 miliardi, a 100,7); gli scarti e i premi all’emissione e al rimborso, la rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e la variazione del tasso di cambio hanno nel complesso ridotto il debito di 0,1 miliardi.”
Nello specifico dei dati, il debito delle amministrazioni centrali è risultato in aumento di 19,1 miliardi di euro. In calo di 800 milioni, invece, quello relativo alle amministrazioni locali. I dati sugli enti previdenziali sono rimasti invariati.
Per quanto riguarda le entrate tributarie in conto nel bilancio dello Stato queste sono state di 44,7 miliardi, in incremento del 7,9% (3,3 miliardi) in confronto con agosto 2019.
Il risultato è derivato dal pagamento in autotassazione dei contribuenti soggetti agli indici sintetici di affidabilità fiscale (Isa), che nel 2019 erano stati versati nei mesi successivi.
Per quanto riguarda i primi 8 mesi del 2020, le entrate tributarie sono diminuite del 6,8% (-18,8 miliardi di euro) attestandosi a 258,4 miliardi.
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