Italia: rischi stress di bilancio alti secondo Ue

Marco Ciotola

12/02/2019

Per l’Italia è alto il rischio di stress di bilancio nel medio e lungo periodo. Ecco il parere della Commissione europea, contenuto nel rapporto sulla sostenibilità del 2018

Italia: rischi stress di bilancio alti secondo Ue

È alto il rischio stress di bilancio per l’Italia nel medio e lungo periodo.
A lanciare l’allarme la Commissione europea, che nel rapporto sulla sostenibilità 2018 da poco diffuso parla di grossi rischi, che tuttavia non dovrebbero riguardare l’anno in corso.

Nel breve termine infatti - misura da intendersi nell’ordine di 12 mesi - da Bruxelles non individuano “rischi significativi di stress di bilancio”, anche considerando il quadro europeo generale.

In quel periodo, solo per Cipro si parla di grossi problemi di sostenibilità finanziaria.
Eppure - proseguono - “alcune variabili indicano vulnerabilità”.

Vulnerabilità che, legate principalmente all’alto debito del Belpaese, diventano sempre più appariscenti, fino a portare a notevoli rischi di sostenibilità se si guarda al futuro:

“Diverse variabili indicano vulnerabilità, vista la particolare esposizione a cambiamenti improvvisi della percezione dei mercati, alla luce dei bisogni finanziari del Governo ancora grandi”.

Italia: rischio stress di bilancio alto nel medio e lungo periodo secondo Ue

Lo studio firmato dalla Commissione - che fa ricorso a tre indici di sostenibilità di bilancio di breve, medio e lungo termine e a un indicatore che misura la sostenibilità del debito pubblico (Sda) - evidenzia il pericolo imminente di shock sfavorevoli per l’Italia.

La causa risiede in primis nel debito pubblico contratto dal Belpaese - pari al 131,8% del PIL - e alla generale debolezza nelle posizioni di bilancio.

Caratteristiche, queste ultime, condivise secondo l’Ue con tutti i Paesi costretti a far fronte a un debito particolarmente alto, tra cui “Cipro, Francia, Ungheria, Portogallo, Regno Unito e Spagna”.

Simili Paesi pagherebbero in maniera molto più gravosa di altri una generale difficoltà del mercato, avendo costi di finanziamento più alti.

In Italia - spiegano da Bruxelles - un eventuale shock di liquidità porterebbe il debito a crescere almeno dell’11%:

“È necessaria prudenza da parte dei governi; alti livelli di debito possono danneggiare la crescita, ridurre l’abilità delle finanze pubbliche di fornire stabilità anti-ciclica in caso di rallentamento e avere effetti negativi di contagio sulla stabilità finanziaria degli Stati membri, soprattutto quelli dell’euro”.

Da qui nasce l’invito a muoversi verso provvedimenti orientati su “finanze pubbliche che siano il più possibile solide”.

Il report segue di poche ore la non certo idilliaca previsione arrivata questa mattina da Lori Heinel, responsabile investimenti di State Street, che ha definito l’Italia un fattore di rischio per l’intera eurozona.

Secondo Heinel, per quanto non contagioso, il Belpaese può portare stress in tutta la zona euro e avere un impatto molto negativo sull’economia Ue:

“Il problema dell’Italia non è solo italiano, ma crea stress in tutta l’eurozona”.

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