Lo scorso giugno i pagamenti per le vittime morte in Ucraina avrebbero raggiunto i 30 miliardi di dollari accumulati nel corso dell’intero anno.
Continuano ad esserci versioni discordanti sullo stato dell’economia russa. Per l’Economist, “Vladimir Putin si trova in una dolorosa situazione economica” mentre la Cnn fa sapere che in Russia “la crisi dell’inflazione ha raggiunto nuovi picchi.” Allo stesso tempo, l’International Institute for Strategic Studies sostiene che Mosca è “in grado di sostenere il suo sforzo bellico in Ucraina per altri due o tre anni”, a conferma di come il Cremlino possa ancora contare su una cospicua base finanziaria, visione accreditata anche dal Carnegie Russia Eurasia Center per cui “Putin ha risorse per una lunga guerra in Ucraina”.
Uscendo per un attimo da questi due fuochi contrapposti, vale la pena accendere i riflettori su un problema che starebbe preoccupando il governo russo. Il Wall Street Journal ha dato spazio ad una lunga riflessione dell’economista Vladislav Inozemtsev, che ha approfondito il discorso relativo ai risarcimenti che l’esercito russo è chiamato a versare per le famiglie di coloro che sono morti sul campo di battaglia.
Inozemtsev ha stimato che la famiglia di un uomo di 35 anni morto sul fronte, ma che ha prestato servizio per almeno un anno nelle forze armate, dovrebbe ricevere circa 150mila euro sotto forma di stipendio o indennità di morte (senza considerare altri bonus e pagamenti assicurativi). [...]
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