Chi riceve stipendi elevati è più esposto all’Intelligenza artificiale, anche se ha meno da temere rispetto a chi percepisce paghe basse.
I lavoratori con retribuzioni elevate sono i più esposti all’avvento dell’Intelligenza Artificiale, anche se sono soprattutto quelli con i salari bassi a rischiare di essere sostituiti.
Domandarsi quanti posti di lavoro si perderanno a causa dell’IA è lecito, anche se al momento lo scenario è ancora in definizione. Tra chi lancia l’allarme per la scomparsa a catena di lavoratori “umani” e chi invece ridimensiona la minaccia, che tra l’altro implicherebbe anche la diffusione di nuove professioni e il vantaggio di delegare compiti ripetitivi alle macchine.
C’è però un punto più o meno fermo: l’impatto dell’IA sul mondo del lavoro farà differenza tra i lavori altamente retribuiti e quelli con paghe più basse, creando così ulteriori diseguaglianze. Chi ha lauti gudagani è più esposto alla “sostituzione”, ma ha paradossalmente meno da temere. Sono le conclusioni di uno studio della Banca dei regolamenti internazionali, l’istituto con sede in Svizzera che fornisce assistenza finanziaria alle banche centrali. L’analisi ha preso in considerazione 711 professioni negli Stati Uniti, limitandosi all’impatto dell’IA a breve termine (come integrazione o sostituzione nel lavoro) e non valutando quindi anche le eventuali applicazioni più vaste (e potenzialmente più pesanti in termini di perdita dei posti di lavoro) basate sulla robotica. [...]
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