I dati sull’inflazione in Eurozona hanno indicato una crescita più lenta, del 2,2% ad agosto. La Bce resta prudente sulle prossime mosse, ecco perché.
Si torna a parlare di Bce dopo che oggi l’Eurozona ha svelato il dato di inflazione del mese di agosto. Con un tasso di crescita dei prezzi al consumo al 2,2%, il target stabilito a Francoforte (2%) non è stato ancora raggiunto, sebbene sia più vicino.
I risultati aggiornati da Eurostat aiutano a capire gli aspetti ancora critici per la banca centrale: ad agosto 2024, il contributo più elevato al tasso di inflazione annuale dell’area dell’euro è derivato dai servizi (+1,88 punti percentuali, pp), seguiti da prodotti alimentari, alcolici e tabacco (+0,46 pp), beni industriali non energetici (+0,11 pp) ed energia (-0,29 pp), si legge nella nota.
Proprio i servizi sono osservati speciali dai membri del Consiglio direttivo. Da questa voce, infatti, possono derivare ancora spinte al rialzo sull’inflazione, che frenano l’euforia del ciclo di tagli dei tassi iniziato a giugno (finora la riduzione è stata di 50 punti base, a giugno e settembre).
I mercati stanno ora cercando di indovinare quando arriverà la prossima mossa: la maggior parte delle scommesse è concentrata su dicembre e alcuni scontano anche su un altro taglio a ottobre.
Cautela Bce sull’inflazione, ecco perché
L’inflazione nella zona euro non è ancora così bassa come vorrebbe la Banca centrale europea, quindi i tassi di interesse devono rimanere sufficientemente alti per risolvere le pressioni sui prezzi, ha affermato mercoledì il presidente della Bundesbank Joachim Nagel.
Intervenuto a un evento della Commerzbank a Francoforte, ha affermato che la strada futura per i tassi di interesse è aperta, ma che i costi di prestito “certamente non scenderanno così rapidamente e bruscamente come sono saliti”.
Nagel ha sostenuto che il processo di disinflazione è “tenace”, anche perché la crescita salariale si attenua solo lentamente. Anche le pressioni sui prezzi nel settore dei servizi rimangono elevate, suonando un allarme. “In Germania, sono stati concordati elevati aumenti salariali nei più recenti accordi di contrattazione collettiva. E sono previsti anche nuovi accordi relativamente elevati nelle prossime negoziazioni”, ha spiegato.
Ha aggiunto che la carenza di manodopera in Germania probabilmente manterrà una pressione al rialzo sui salari anche nel lungo termine.
Più ottimismo dal presidente francese Francois Villeroy de Galhau, secondo il quale la Bce dovrebbe continuare ad abbassare i tassi, poiché l’inflazione è destinata a tornare stabilmente al 2% l’anno prossimo.
In un contesto più incerto nel 2024, però, la banca centrale probabilmente sarà prudente e si muoverà al ribasso dopo ottobre.
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