Nessuno dei due candidati presidenziali del 2024 ha accettato i finanziamenti pubblici che imporrebbero severi limiti alle loro spese politiche.
“Con quel sistema nessuno potrebbe divenire presidente”. Così Bernie Sanders durante la sua campagna presidenziale nel 2006 mentre spiegava l’inadeguatezza del sistema federale di finanziare le campagne elettorali. Nei suoi due tentativi di vincere la nomination del Partito Democratico (2016, 2020) Sanders ebbe notevole successo con la raccolta di fondi da piccoli contribuenti rifiutando contributi da corporation.
Sanders non è l’unico ad arrendersi al fatto che i finanziamenti pubblici in America sono stati affondati da una montagna di soldi. Se per Sanders la soluzione è stata di farsi finanziare da piccoli contribuenti, altri hanno dovuto seguire la strada di “big boys”, grossi contribuenti, che ovviamente scuotono la democrazia. Non si vuole asserire che gli ultra ricchi possano comprare il governo, ma come suggerì Huey Long, il populista governatore della Louisiana molti anni fa, “la differenza tra un contributo politico e una tangente è sottilissima”.
Nessuno dei due candidati presidenziali del 2024 ha accettato i finanziamenti pubblici che imporrebbero severi limiti alle loro spese politiche. Joe Biden e Donald Trump si fanno la guerra non solo per i voti degli americani ma anche per conquistarsi i più soldi possibili. Si prevedono spese record in questa campagna elettorale che oltrepasseranno quella del 2020 di 14 miliardi per tutti i candidati. [...]
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