L’intelligenza artificiale è la nuova frontiera del digitale e da Microsoft a Google, da Amazon a Meta, i colossi ci investono miliardi, mentre si profila il rischio della disoccupazione tecnologica.
Dal suo lancio il 30 novembre dello scorso anno, ChatGPT, il chatbot basato su intelligenza artificiale più famoso del momento, è diventato un fenomeno inarrestabile. Il programma è l’ultimo prototipo sviluppato da OpenAI, un laboratorio di ricerca in California, che promuove lo sviluppo delle cosiddette Ai amichevoli (friendly Ai o Fai), e si basa su una precedente intelligenza artificiale del gruppo, chiamata GPT-3.
ChatGPT è talmente appetibile che ha già attirato gli occhi e i finanziamenti di Microsoft. L’azienda ha dichiarato che sta facendo un investimento “pluriennale e multimiliardario” da dieci miliardi di dollari in OpenAI. Microsoft aveva già investito oltre 3 miliardi di dollari in OpenAI e il nuovo accordo è una chiara indicazione dell’importanza dell’intelligenza artificiale per il futuro della società e la sua concorrenza con altre grandi aziende tecnologiche come Google, Meta e Apple.
I consistenti investimenti delle Big Tech sull’intelligenza artificiale vanno ben oltre l’odierno interesse per ChatGPT e dimostrano che, sebbene non ci sarà a breve una totale sostituzione, le macchine saranno sempre più integrate nella vita e nelle azioni degli esseri umani. E questo solleva non pochi interrogativi di tipo etico. [...]
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