L’Europa tentenna in una crisi energetica che si sta rivelando più duratura di quanto ci si aspettasse. Mentre Paesi come la Germania temono il peggio senza gas russo, in 3 grafici emerge l’allarme.
Non si parla d’altro in Europa: la crisi legata al gas russo lascerà segni importanti, costringendo i Paesi storicamente forti come la Germania a correre ai ripari senza perdere altro tempo.
In parte le nazioni del vecchio continente stanno già attuando piani alternativi alle forniture da Mosca. Tuttavia, non è facile trovare definitive vie di uscita. E il risultato è che recessione e sfiducia cominciano a farsi sentire.
La crisi energetica in Europa è più forte di quanto ci si aspetti: lo dimostrano 3 grafici.
Il nodo Nord Stream 1
L’Europa sta affrontando una crisi energetica senza precedenti che sta spingendo l’economia più vicino alla recessione e pone seri interrogativi sulle ambizioni della regione in materia di cambiamento climatico.
Mentre Mosca nega di usare il gas come arma, gli europei lamentano che Gazprom, la compagnia energetica statale russa, non è più un fornitore affidabile. La riduzione delle forniture è un problema per le nazioni dell’Ue, dato che importava circa il 40% delle sue scorte di gas dal paese.
I dati di Nord Stream, l’operatore responsabile di un gasdotto che collega la Russia alla Germania, confermano che ci sono meno volumi di gas in direzione ovest. Solo la scorsa settimana, le forniture tramite Nord Stream 1 sono state ridotte al 20% dal 40% con Gazprom che ha citato problemi di manutenzione.
Il grafico di Nord Stream AG elaborato da Cnbc è chiaro:
“Dobbiamo essere pronti, potrebbe esserci un’interruzione completa nel prossimo [nel] futuro, e ciò significa che dobbiamo avere un piano in atto”, ha detto alla CNBC Kadri Simson, commissario europeo per l’energia, la scorsa settimana.
La commissione ha chiesto alle nazioni dell’Ue di avere un obiettivo minimo di stoccaggio dell′80% entro novembre. A giugno i livelli di riempimento del gas erano di poco superiori al 56%, secondo lo stesso ente.
Il gas sempre più caro
Scarso e più caro: il gas per l’Europa sta diventando un problema legato a quantità - insufficienti per i bisogni - e a costi.
Ci sono rinnovate pressioni sui prezzi ogni volta che la Russia diminuisce le sue forniture all’Europa, data l’importanza della materia per diversi settori e vista la mancanza di alternative ai combustibili fossili russi.
Salomon Fiedler, economista di Berenberg, ha osservato che i prezzi del gas naturale in Europa “sono più costosi, in modo esorbitante”, rispetto alla media dei prezzi 2015-2019.
Le impennate nel grafico di Factset per Cnbc sono esaurienti:
“In un anno normale, l’Ue può utilizzare circa 4,3 miliardi di megawatt all’ora (MWh) di gas naturale. Pertanto, se i prezzi aumentassero di 100€ per MWh per un anno e l’Ue dovesse pagare questi prezzi invece di beneficiare di alcuni contratti a prezzo fisso a lungo termine, i costi aumenterebbero di circa 430 miliardi di € (437 miliardi di dollari), pari a 3% del PIL dell’UE nel 2021”, ha affermato l’esperto.
I prezzi del gas naturale di riferimento europeo presso il Title Transfer Facility (TTF) olandese sono aumentati del 15% a quasi 200 EUR per megawattora, mentre i servizi pubblici fanno offerte per forniture alternative, sollevando preoccupazioni sul fatto che i consumatori e l’industria faranno fatica a pagare le bollette energetiche e che ci sarà una recessione invernale, stando agli analisti di Eurasia.
Sfiducia nelle prospettive future
Con forniture ridotte e prezzi più alti, la crisi del gas sta scuotendo le prospettive economiche dell’Europa.
L’ultima lettura della crescita per la zona euro, in uscita venerdì, ha mostrato il Pil allo 0,7% nel secondo trimestre, al di sopra delle aspettative del mercato. Ma sempre più economisti stanno scontando una recessione per il 2023.
La Commissione Europea ha dichiarato all’inizio di questo mese che l’economia crescerà del 2,7% quest’anno e dell′1,5% l’anno prossimo. Tuttavia, l’istituzione ha anche affermato che una chiusura completa delle forniture di gas dalla Russia potrebbe portare a una recessione più avanti nel 2022.
Le aspettative di ripresa di importanti gruppi finanziari lasciano pochi dubbi sui rischi per l’Europa:
I prezzi più elevati del gas fanno salire i costi delle aziende e comprimono i budget dei consumatori, lasciando loro meno soldi da spendere per altri beni e servizi. Di conseguenza, prevediamo che la zona euro cada in recessione questo autunno con un’inflazione ancora alta: questo l’orizzonte intravisto da Berenberg.
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