La fabbrica delle fake news

Redazione IlGiornale.it

7 Aprile 2022 - 11:51

Mariupol, Kharkiv e Bucha: così le tv e i troll social controllati dal Cremlino hanno ribaltato i fatti. Il centro russo di ricerca indipendente: «Usati stilemi patriottici e anti-borghesi»

La fabbrica delle fake news

L’escalation degli orrori commessi dalle truppe russe in Ucraina non pare intaccare il consenso di Putin in patria, che balza all’83%. Secondo Alexey Levinson - sociologo del Levada Center di Mosca, che ha redatto il sondaggio indipendente - il tasso di approvazione dipende dalla capacità di costruire una narrazione conforme alle aspettative dell’opinione pubblica. E il racconto putiniano funziona proprio perché “appaga il bisogno antico di patriottismo e di antioccidentalismo dei russi, usando stilemi per confermare le convinzioni e alimentare le fobie e le storie che la Russia racconta a se stessa”.

Il consenso in Russia, però, si costruisce anche tramite una macchina della disinformazione che, dai piani alti del Cremlino, arriva ai media, fin giù nei bassifondi dei social. Anche oltre i confini della Russia. Da Mariupol a Kharkiv, fino a Bucha. Tv, siti di pseudo debunking, rivelatisi fabbriche di bufale rilanciate dai canali di Stato, nel riportare le notizie riproducono uno stesso meccanismo tipo: la classica inversione della prospettiva ai danni del nemico unita a una diffusione del racconto su più livelli e più canali dove tutto è fake, dalla fonte al racconto finale.

Per Mosca sono tutte provocazioni e messinscene create ad hoc dagli ucraini. Peccato che immagini satellitari e analisi attente del materiale video inchiodino le truppe russe, smentendo le ricostruzioni di parte: fake news facilmente smascherabili da chi ha libero accesso a internet e sa incrociare le fonti. Non dalla maggioranza dei russi però che, ci ha spiegato Levinson, “si informa sulla tv di Stato ed è fatta soprattutto di anziani in pensione, poco istruiti, male informati”. Ma attenzione avverte: “Una piccola minoranza vede le cose in modo diverso e non è detto che nel tempo non possa crescere”.

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