Deciso l’aumento della produzione dell’industria bellica e il richiamo a lavoro di dipendenti in pensione.
Le tensioni geopolitiche che imperversano in Ucraina e Medio Oriente stanno costringendo le potenze mondiali a non escludere possibili escalation dei conflitti fino a diventare guerre globali. In Russia lo stesso Vladimir Putin parlando alla nazione ha ammesso che il conflitto sta prendendo una piega sempre più globale, sopratutto per colpa di Stati Uniti e Inghilterra che dotano l’Ucraina di armi, come i missili che vengono usati poi per colpire obiettivi in Russia. Di risposta la Russia qualche giorno fa ha utilizzato per la prima volta il missile ipersonico Oreshnik capace di trasportare testate nucleare alludendo le protezioni antiaeree.
In Medio Oriente con i recenti attacchi alle basi militari di Unifil si rischia di arrivare ad un punto di non ritorno. Così le potenze mondiali iniziano a prepararsi a possibili scenari di escalation. Come la Francia che ha annunciato di aver deciso a livello statale di innalzare la produzione dell’industria bellica in caso di scoppio di una grande guerra. Per questo scopo la Francia sta creando una schiera di riservisti, dipendenti in pensione da richiamare a lavoro se necessario.
Firmati gli accordi tra il DGA e le aziende industriali della Difesa
Sono stati firmati accordi tra il Dipartimento degli Armamenti (DGA) del ministero della Difesa e le società industriali della difesa. Secondo quanto stabilito, alcuni lavoratori in pensione impiegati precedentemente nel settore, dovranno frequentare un periodo di formazione di 10 giorni all’anno retribuito per mantenere inalterate le proprie competenze, in caso di richiamo al lavoro. Per questo ricevono lo status di sottufficiale o ufficiale e il salario corrispondente.
La procedura non riguarderà solo gli specialisti ma tutti i dipendenti di settore. Il Governo punta a formare una schiera di 3000 riservisti pronta a ritornare al lavoro nell’industria della difesa entro il 2030.
L’accordo aggira le condizioni fissate dalle legge francese sulle condizioni di lavoro. Gli accordi sono stati firmati al momento dalla filiale francese del gruppo KNDS, Nexter Defense Systems e Arquus, che produce veicoli blindati, dal gruppo navale Naval Group, dal produttore di armi da fuoco Verney-Carron, dalla società di servizi di stampa 3D e di applicazioni di difesa informatica Vistory e dal produttore di camion Scania France. Altre aziende aderiranno successivamente.
«Non siamo in guerra, ma d’altra parte non dobbiamo essere ingenui. Ci stiamo preparando ad aumentare le nostre forze, anche solo per il bene della nostra credibilità, quindi ora cerchiamo il know-how dove può essere trovato», le parole del direttore della DGA Emmanuel Chiva.
Secondo Chiva già ora l’industria bellica francese soffre di problemi di manodopera e competenze. Delle 4.500 imprese della difesa, 1.200 circa hanno dei problemi. Loro potrebbero aver bisogno di manodopera aggiuntiva per la formazione, la progettazione e la produzione. Chiva menziona, ad esempio, i pensionati della KNDS che furono coinvolti nel raddoppiare la produzione del sistema obice Caesar.
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