La Germania manda ancora segnali di recessione a tutta l’Europa

Violetta Silvestri

30 Ottobre 2023 - 12:02

Dalla Germania suona un nuovo allarme recessione: cosa hanno svelato i nuovi dati e perché l’Europa tutta trema con una crisi tedesca ancora accentuata.

La Germania manda ancora segnali di recessione a tutta l’Europa

La Germania lancia ancora un messaggio di crisi all’intera Europa.

La produzione tedesca, infatti, si è ridotta nel terzo trimestre, aumentando il rischio che la più grande economia europea sia diretta verso una recessione, mentre continua a essere gravata dal debole potere d’acquisto e dai tassi di interesse più alti.

È l’unica grande economia che il Fondo monetario internazionale vede contrarsi quest’anno, a testimonianza di un momento molto complesso per la crescita in Europa, ora aggravata anche da un contesto di incertezza e drammaticità per la guerra in Medio Oriente.

Di quanto sta calando il Pil in Germania? Gli ultimi numeri e le prospettive cupe di Berlino. E dell’Europa.

Germania verso la recessione, Europa in piena crisi?

Il Pil della Germania è sceso dello 0,1% rispetto ai tre mesi precedenti, meno del calo dello 0,2% previsto dagli economisti, ha riferito lunedì 30 ottobre l’ufficio statistico, citando un calo della spesa delle famiglie.

I dati sottolineano la lotta della potenza tedesca per riprendersi da una recessione indotta dall’energia lo scorso inverno, seguita da due trimestri di stagnazione o crescita minima – secondo i dati rivisti.

“Questi numeri da soli sottolineano che la nazione tedesca è almeno diventata uno dei Paesi più ritardatari della crescita della zona euro”, ha affermato Carsten Brzeski, responsabile globale della macroeconomia presso ING.

Guardando al futuro, l’attuale inasprimento della politica monetaria della Banca Centrale Europea, l’assenza di un’inversione del ciclo delle scorte e le nuove incertezze geopolitiche continueranno a pesare su Berlino secondo l’esperto. “L’economia tedesca sembra destinata a rimanere nella zona d’ombra tra lieve contrazione e stagnazione non solo quest’anno ma anche l’anno prossimo”, ha aggiunto Brzeski.

Martin Ademmer, economista di Bloomberg, ha evidenziato che l’economia tedesca ha continuato a languire sotto tassi di interesse più alti, facendo crollare la domanda esterna con l’energia più costosa. Ora, tuttavia, ci sono i primi segnali che l’attività economica potrebbe stabilizzarsi verso la fine dell’anno, anche se i rischi per le prospettive rimangono notevolmente orientati al ribasso.

Tassi di interesse più elevati a livello nazionale e globale stanno pesando fortemente sulla domanda di beni industriali, su cui la Germania fa più affidamento rispetto ai suoi pari per alimentare la crescita. Il colosso chimico Lanxess AG ha annunciato, per esempio, che taglierà il 7% della sua forza lavoro questo mese, mentre Volkswagen AG ha affermato che raddoppierà i risparmi per aumentare la redditività.

Sebbene i servizi abbiano resistito meglio, i sondaggi aziendali di S&P Global mostrano che anche lì lo slancio è rallentato. Inoltre, si stanno manifestando delle crepe nel mercato del lavoro: un altro punto positivo finora.

Secondo S&P Global, l’attività complessiva del settore privato ha continuato a contrarsi all’inizio del quarto trimestre.

In questa cornice, la fiducia economica in tutta la regione dell’Eurozona ha rallentato per il sesto mese, anche se meno del previsto. È stata trainata al ribasso dall’industria e dal commercio al dettaglio, mentre i servizi hanno registrato un aumento. L’orizzonte non è proprio roseo e lo ha ribadito anche Lagarde nell’ultima conferenza stampa, mettendo in guardia su inflazione e ripresa non ancora sotto controllo.

La recente performance fiacca della Germania ha alimentato preoccupazioni sul suo potenziale futuro, poiché deve far fronte all’invecchiamento della forza lavoro, a un’eccessiva dipendenza dalla Cina e alla necessità di una rapida transizione verso nuove fonti energetiche.

Alti funzionari, tra cui il presidente della Bundesbank Joachim Nagel, hanno messo in guardia contro un eccessivo pessimismo, sottolineando la capacità del paese di adattarsi. Tuttavia, hanno riconosciuto la necessità di agire, con il ministro dell’Economia Robert Habeck che la scorsa settimana ha sollecitato decisioni per salvaguardare la nazione come destinazione commerciale.

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