La Cina è in ripresa e gli ultimi dati lo confermano: quanto correrà Pechino nel 2023? La domanda interroga gli investitori, mentre i mercati festeggiano il dragone ma restano cauti sulla Fed.
Cina protagonista dei mercati in questo fine settimana.
Le azioni asiatiche sono in rialzo, infatti, sulle prospettive di una costante ripresa economica del dragone, e dopo che Wall Street ha invertito le perdite durante la notte grazie alle osservazioni del capo della Federal Reserve di Atlanta che hanno segnalato un approccio misurato al rialzo dei tassi di interesse statunitensi.
Gli indici cinesi hanno chiuso in rialzo e il Nikkei giapponese è rimbalzato di oltre l’1%, con l’inflazione nella capitale giapponese che ha mostrato un rallentamento a febbraio rispetto al mese precedente. Inoltre, il settore dei servizi il mese scorso è cresciuto al ritmo più veloce da giugno 2022, ha mostrato un sondaggio privato della banca au Jibun.
A trainare l’Asia, comunque, sono stati i risultati cinesi, secondo i quali l’attività del settore dei servizi è cresciuta al tasso più rapido in sei mesi.
Il gigante asiatico avanza a gonfie vele e gli investitori guardano alle prospettive del 2023. Intanto, le nubi sui mercati restano e sono tutte legate a Fed, Bce, tassi e inflazione.
Cina più forte di tutti? Il dragone spinge l’ottimismo
La propensione degli investitori a detenere attività più rischiose è migliorata di recente proprio sui segnali che la seconda economia più grande del mondo sta registrando un costante rimbalzo dopo che il governo ha abbandonato i severi controlli sul Covid a dicembre.
Facendo seguito alla corsa del PMI manifatturiero di qualche giorno fa, i nuovi dati Caixin sui servizi hanno confermato la corsa cinese: l’indice dei responsabili degli acquisti di servizi per febbraio è salito a 55, nettamente superiore al 52,9 registrato a gennaio. Nel suo rapporto, Caixin ha affermato che questo è stato anche il dato più veloce della media della serie a 53,7. Il segno di 50 punti separa l’espansione e la contrazione dell’attività su base mensile.
Anche la crescita dei nuovi ordini di esportazione ha subito un’accelerazione, raggiungendo il livello più alto in quasi quattro anni.
“Tutti stanno osservando l’obiettivo di crescita della Cina per il 2023 e si chiedono se sarà del 5%, 5,5% o addirittura del 6%. La cifra rappresenterebbe l’entità dello stimolo politico del governo. Questo è ciò che interessa di più al mercato e agli investitori”, ha affermato Zhang Zihua, chief investment officer di Beijing Yunyi Asset Management su Reuters.
I riflettori si accendono anche sull’annuale Congresso Nazionale del Popolo, che prenderà il via domenica, che sostituirà il premier Li Keqiang, il capo del governo, e la sua squadra di tecnocrati a cui è stato attribuito il merito di aver guidato l’economia attraverso le turbolenze degli ultimi cinque anni.
“La massima priorità del congresso sarà tracciare un percorso di crescita sia a breve termine sia cercare di convincere gli investitori nazionali ed esteri che esiste un percorso per una crescita sostenibile a lungo termine”, ha affermato Victor Shih, professore di politica cinese economia presso l’Università della California, San Diego.
Il Congresso Nazionale del Popolo dovrebbe fissare un obiettivo di crescita del Pil per l’intero anno del 5-5,5%, secondo l’economista di UBS Tao Wang, aggiungendo che il nuovo governo potrebbe anche provare a stimolare la crescita incanalando più fondi nel settore immobiliare o per aumentare i consumi.
L’ombra della Fed sui mercati
I mercati globali, intanto, sono stati colpiti da una serie di forti dati statunitensi nelle ultime settimane, comprese le richieste di disoccupazione negli Stati Uniti durante la notte, che suggerivano che la Fed avrebbe dovuto mantenere i tassi più alti più a lungo.
I trader hanno tirato, però, un sospiro di sollievo dopo che il presidente della Federal Reserve di Atlanta, Raphael Bostic, ha dichiarato di favorire aumenti dei tassi statunitensi «lenti e costanti» di un quarto di punto per limitare il rischio per l’economia.
L’attenzione è tutta concentrata su quanto potrebbero aumentare i tassi di interesse negli Stati Uniti e in Europa, con i mercati degli swap che ora scontano un tasso massimo della politica della Fed del 5,5% a settembre e alcuni trader che scommettono addirittura che il tasso di interesse di riferimento potrebbe salire al 6%.
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