Lagarde insiste sui tassi in rialzo. Priorità assoluta lotta all’inflazione

Violetta Silvestri

28/09/2022

Lagarde ha di nuovo confermato la linea aggressiva della Bce sui tassi: la priorità è il calo dell’inflazione e per questo la banca centrale deve agire con fermezza. Cosa aspettarsi?

Lagarde insiste sui tassi in rialzo. Priorità assoluta lotta all’inflazione

La Banca centrale europea deve continuare ad aumentare i tassi di interesse per domare l’inflazione, anche se l’effetto collaterale di una politica più restrittiva sarà una crescita più debole: queste le ultime, non sorprendenti in realtà, parole di Christine Lagarde.

La governatrice della Bce ha quindi confermato la validità della linea dura dell’Eurotower, sulla scia di interventi aggressivi un po’ in tutto il mondo, con Fed e Bank of England in testa ai falchi sul costo dei finanziamenti.

Lagarde ha ribadito che gli oneri finanziari saranno aumentati nei prossimi “diversi incontri”, per garantire che le aspettative di inflazione rimangano ancorate e che i prezzi tornino all’obiettivo del 2%.

Intanto, in questo clima di possibile recessione e ulteriori aumenti dei tassi, i prezzi dei titoli di Stato dell’Eurozona sono scesi drasticamente negli ultimi giorni, con l’aspettativa che la Bce possa aumentare il tasso sui depositi fino al 3% entro il prossimo anno.

La lotta all’inflazione è la priorità della Bce

Intervenendo a un evento a Francoforte, Lagarde ha spiegato che riportare l’inflazione all’obiettivo di medio termine del 2% è la missione principale della Bce, nonostante le crescenti preoccupazioni per le recessioni in Germania e nell’Eurozona.

“Faremo ciò che dobbiamo fare, ovvero continuare ad aumentare i tassi di interesse nei prossimi incontri. Il nostro obiettivo principale non è creare una recessione. Il nostro obiettivo principale è la stabilità dei prezzi e dobbiamo raggiungerlo. Altrimenti, danneggeremmo molto di più l’economia”, ha chiarito.

La Bce ha seguito la Federal Reserve statunitense nell’implementazione di rialzi dei tassi fuori misura per contrastare l’inflazione più rapida dall’introduzione dell’euro. Tuttavia, i progressi negli oneri finanziari coincidono con i crescenti timori di una flessione, alimentati questa settimana dalle minacce russe di tagliare ulteriormente le forniture energetiche.

La fiducia dei consumatori nell’Eurozona, intanto, è già ai minimi storici. Un indicatore del sentimento tedesco è precipitato ulteriormente ed è al livello peggiore dall’inizio della pandemia e il clima dei consumatori della più importante potenza europea è crollato a -42,5 dal precedente -36,8.

Anche in Italia il sentiment è pessimo. Istat ha appena rilevato che “a settembre l’indice di fiducia delle imprese diminuisce per il terzo mese consecutivo raggiungendo il valore più basso da aprile 2021...L’indice di fiducia dei consumatori, dopo il rimbalzo di agosto, diminuisce nuovamente posizionandosi sullo stesso livello dello scorso luglio. Si rileva un deciso peggioramento soprattutto delle opinioni sulla situazione economica generale e delle aspettative sulla disoccupazione.”

“Mentre l’economia europea ha retto eccezionalmente bene nella prima metà del 2022, il prossimo anno sarà molto più difficile”, ha dichiarato mercoledì il capo della banca centrale slovacca Peter Kazimir.

Lagarde non è la sola a dare la priorità all’inflazione rispetto alla crescita. Altri funzionari affermano che i tassi dovrebbero essere portate a un livello neutro che non stimoli né limiti l’economia - che si pensa sia compreso tra l’1% e il 2% - prima di valutare se sono necessarie ulteriori azioni. Il tasso sui depositi della Bce è attualmente dello 0,75%.

In un’intervista a Reuters, il finlandese Olli Rehn ha affermato che la neutralità potrebbe essere raggiunta entro Natale. Ha fatto eco a molti dei suoi colleghi del Consiglio direttivo di 25 membri, dicendo che l’incontro di ottobre presenta una scelta tra un’escursione di 50 o 75 punti base, quest’ultimo attualmente completamente scontato dai mercati monetari.

La coppia EUR/USD è riuscita a cancellare una parte delle sue perdite giornaliere dopo essere scesa al livello più debole degli ultimi due decenni a 0,9538 all’inizio della giornata. Le parole di Lagarde hanno aiutato l’euro a trovare una certa domanda.

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