Lavori in casa, il vicino deve consentire l’accesso nella proprietà privata?

Ilena D’Errico

6 Aprile 2025 - 18:18

Ecco quando il vicino deve consentire l’accesso nella proprietà privata per l’esecuzione dei lavori e cosa fare se lo rifiuta.

Lavori in casa, il vicino deve consentire l’accesso nella proprietà privata?

I lavori di casa sono necessari ma comportano inevitabili seccature, talvolta anche a persone che non ne traggono alcun beneficio. Può infatti accadere che per eseguire la manutenzione in un certo appartamento sia necessario passare dalla proprietà del vicino, che di solito non accetta di buon grado questa imposizione. La paura di subire danni è il motivo principale di reticenza, insieme ai disagi e alle possibili perdite di tempo. Timori comprensibili tanto quanto le necessità del vicino che vede nel passaggio l’unico modo o quello più conveniente per portare a termine l’intervento.

Bisogna quindi trovare un compromesso, operazione difficile quando i vicini non vanno d’accordo e sono cristallizzati nelle proprie posizioni. Per chi deve eseguire i lavori si crea così un impiccio notevole, che potrebbe anche comportare la perdita di tempo e denaro. Nonostante ciò, nessun cittadino è autorizzato a entrare nella proprietà privata altrui senza il consenso del titolare. Vediamo quindi quali sono gli obblighi del vicino e come fare se non permette l’accesso per i lavori.

Il vicino deve far entrare nella proprietà privata per i lavori?

Naturalmente, i vicini di casa non sono perennemente gli uni a disposizione degli altri. Non è possibile pretendere di entrare e uscire dalle case altrui in maniera deliberata, a maggior ragione con lavoratori e strumenti che possono provocare danni e disagi. Non esiste quindi un obbligo generico di consentire l’accesso ai vicini di casa quando richiesto.

L’accesso alla proprietà privata altrui può tuttavia risultare indispensabile per il pieno godimento della propria e nello specifico per eseguire lavori di manutenzione che rientrano a pieno titolo tra le facoltà del proprietario. La legge riconosce questo aspetto, prevedendo l’obbligo di accesso nella proprietà privata per l’esecuzione di alcuni lavori, limitando l’onere a carico del vicino a quanto strettamente necessario.

L’articolo 843 del Codice civile impone al proprietario di permettere l’accesso e il passaggio nel proprio fondo quando necessario alla costruzione o riparazione di un muro o di altre opere, comuni o del vicino. La necessità in questione deve essere riscontrabile e l’accesso è in ogni caso limitato per tempi e modalità, in base a quanto indispensabile. Sul punto c’è una vasta giurisprudenza della Corte di Cassazione, secondo cui esiste la necessità di accesso o passaggio quando:

  • si tratta dell’unica soluzione praticamente attuabile per eseguire i lavori, per esempio quando si accede alla parte su cui intervenire soltanto tramite l’appartamento del vicino;
  • si tratta della soluzione che comporta meno sacrificio rispetto alle alternative, sia per chi chiede il passaggio, sia per il vicino che lo subisce.

In questi casi, il vicino non può rifiutare l’accesso alla proprietà privata per i lavori di casa.

Cosa fare se il vicino nega l’accesso?

Nelle ipotesi descritte il vicino di casa è tenuto a permettere l’accesso e il passaggio dal proprio fondo, con modalità e tempi concordati al fine di permettere l’esecuzione dei lavori con il minor disagio possibile. Ciò però non significa che se il vicino nega il passaggio è possibile forzare l’ingresso. Bisogna piuttosto agire in giudizio, eventualmente prima tentando con una diffida, affinché sia il giudice a stabilire obblighi, tempi e modi per il passaggio dalla proprietà del vicino.

Quest’ultimo sarà però imposto soltanto quando ritenuto necessario in base alle perizie tecniche, posto che chi esegue i lavori è tenuto a riconsegnare l’immobile nelle medesime condizioni in cui lo ha ricevuto, dovendo farsi interamente carico di eventuali danni (che comunque deve cercare di contenere). Sarà quindi la sentenza a obbligare il vicino a rispettare l’obbligo di apertura, con sanzioni in caso di violazione. Non è comunque mai ammesso l’accesso forzato, che può essere disposto solo giudizialmente. L’accordo bonario tra le parti, preferibilmente scritto, resta comunque l’opzione più veloce e conveniente su cui puntare.

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