Il voto dei giovani potrebbe rivelarsi decisivo. Potrebbero non presentarsi alle urne, insoddisfatti dalla politica di Biden che non ha bloccato la reazione esagerata di Benjamin Netanyahu in Gaza.
“Il dissenso è essenziale per la democrazia ma non deve mai condurre al disordine”. Così il presidente Joe Biden mentre commentava le recenti manifestazioni studentesche nei campus delle università americane. Rispondendo a una domanda dei giornalisti se cambierà la sua politica sul Medio Oriente a causa delle pressioni studentesche, Biden ha risposto con un secco “no”.
Alcuni analisti hanno cercato di suggerire gli attuali atti di disordine e in alcuni casi anche violenza come una ripetizione del 1968. Va ricordato che l’allora presidente Lyndon Johnson decise di non ricandidarsi a un secondo mandato a causa delle dimostrazioni studentesche che misero in risalto l’impopolarità e l’ingiustizia della Guerra in Vietnam. Si tratta però di due situazioni molto diverse ma ciò non toglie che l’influenza dei giovani manifestanti potrebbe rappresentare un vero guaio per il candidato democratico alle elezioni di novembre.
Nonostante l’annuncio di un probabile cessate il fuoco fra Israele e Hamas il voto dei giovani che ha aiutato moltissimo Biden nel 2020 potrebbe diminuirsi notevolmente. In un’elezione che sarà determinata da piccolissimi margini, tutti i gruppi, anche quelli minoritari potrebbero rivelarsi decisivi. [...]
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