Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, spiega che nella prossima riforma fiscale potrebbe essere abolito il reato di dichiarazione infedele per i contribuenti che pagano i loro debiti.
Per chi è “trasparente” con il fisco e paga i debiti, anche in ritardo, ma con procedure permesse dallo Stato (come la pace fiscale), potrebbe scomparire “l’aggravante penale”. A ipotizzarlo, durante l’edizione 2023 di Telefisco del Sole24Ore, è Maurizio Leo, viceministro dell’Economia. Secondo l’esponente dell’esecutivo se c’è trasparenza nei comportamenti, nella prossima riforma fiscale si può eliminare uno dei reati, come l’infedele dichiarazione, prevista dall’art. 4 del decreto legislativo 10 marzo 2000.
L’idea del governo Meloni è approfittare della riforma per rivedere il sistema sanzionatorio, ritenuto oggi troppo penalizzante nei confronti del contribuente. Si potrebbe agire ad esempio sulla sanzione contro chi non versa l’Iva, che oggi arriva fino al 240% del dovuto, contro una media europea più bassa.
Per gli omessi versamenti si pensa di sanzionarli in via penale solo se in caso di reiterazione e non la prima volta. Il pagamento delle imposte, insomma, potrebbe diventare un’esimente dal punto di vista penale, anche se le tasse sono state versate in ritardo con dei programmi di rientro previsti dallo Stato.
Riforma del fisco, cos’è il reato di dichiarazione infedele
La dichiarazione infedele è un reato tributario che prevede la pena della reclusione da uno a tre anni per il soggetto che ha presentato con dolo la dichiarazione dei redditi o dell’Iva per pagare meno tasse o conseguire rimborsi e crediti superiori al dovuto.
Per far applicare la pena devono ricorrere due condizioni: l’imposta evasa in riferimento alla singola tassa deve essere superiore ai 150mila euro; il totale degli elementi attivi non indicati nella dichiarazione e/o gli elementi passivi inesistenti devono essere del 10% superiori al totale degli elementi attivi indicati in dichiarazione, o il loro importo deve superare i 3 milioni.
Nuovo incentivo alla pace fiscale?
La misura potrebbe costituire un ulteriore incentivo a nuove forme di pace fiscale, che già coinvolgono migliaia di persone. Il viceministro ha fatto sapere che l’ultima tregua sul fisco, con la definizione agevolata delle cartelle (un mini condono) in soli 5 giorni dall’avvio delle domande ha già registrato 65mila richieste.
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Secondo Leo, quindi, “la tregua fiscale così come la abbiamo concepita debba rappresentare un ponte verso la riforma, verso un fisco più equo e più a misura d’uomo”.
Fisco, in arrivo una moratoria
Per il resto il viceministro ha spiegato che il primo obiettivo della riforma fiscale sarà l’eliminazione dell’Irap per le imprese, oltre all’eliminazione di alcuni non meglio specificati “tributi minori” e una moratoria estiva.
«Ci viene chiesto da più parti - ha spiegato il viceministro - nel momento in cui il contribuente, i professionisti, sono alle prese con le dichiarazioni non ha senso che vengano inviati avvisi bonari o richieste di documentazione. E poi una cosa fondamentale: nessuna scadenza di versamento nel mese di agosto, si deve ripartire dal mese di settembre».
Il nuovo meccanismo di accertamento fiscale
Infine si pensa a un nuovo meccanismo di accertamento sulle tasse da parte dell’Agenzia delle Entrate, distinguendo tra le aziende di maggiori dimensioni e quelle di minori dimensioni. Per le seconde ci potrebbe essere un concordato preventivo biennale, per cui si convoca il contribuente che non ha pagato tutte le tasse e si vede il suo reddito.
A quel punto si fa una proposta di compromesso per il rientro fiscale, senza considerare aumenti o decrementi di reddito nel biennio successivo.
Per le aziende più grandi si potrebbe invece abbassare la soglia di accesso alla cooperative compliace, a cui può essere aggiunto un contraddittorio preventivo.
“Ci vogliamo muovere sulla base antecedente a quello che è un accertamento vero e proprio: un dialogo - ha detto Leo - Al contempo si possono dare delle misure premiali: qualora c’è questa forma di collaborazione, riduzione delle sanzioni che si possono addirittura azzerare”.
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