L’Unione europea vuole porre il limite dei contanti a 10.000, ecco cosa cambierà in Italia e nel resto dell’Europa sull’utilizzo dei contanti.
Il Consiglio dell’Unione europea, attendendo alla direzione della Commissione, ha concordato il limite massimo dei contanti nella soglia di 10.000 euro. Oltre a questo, sono in previsione delle nuove regole anche per quanto riguarda il commercio di materiali preziosi e beni culturali, il tutto riguardo al regolamento antiriciclaggio e alla lotta all’evasione fiscale.
Cosa cambia in Italia con il limite europeo ai contanti
Questa decisione non avrà comunque alcuna ripercussione per i cittadini italiani, in quanto restano in vigore le normative nazionali con limite più restrittivo. Nel dettaglio, la legge di Bilancio nel 2023 porterà il limite dei contanti a 5.000 euro. Considerato dunque questo tasso minore, potrebbe sembrare che l’Unione europea legittimi l’innalzamento del limite.
Di fatti, Matteo Salvini ha commentato questa scelta come espressione della libertà di utilizzare il proprio denaro, in risposta alle numerose critiche ricevute per la decisione del governo di aumentare nuovamente il limite per l’anno che verrà. In realtà non si dovrebbe guardare alla decisione europea come un passo indietro, perché è di fatto la prima volta che un limite del genere viene regolamentato a livello comunitario.
Molti Paesi, peraltro, come ad esempio la Germania, non hanno alcuna legge nazionale in merito all’uso dei contanti. Per questa ragione la decisione del Consiglio europeo appare fondamentale per colmare rapidamente le lacune legislative contro il riciclaggio e l’evasione fiscale, con un limite ragionevolmente medio per adattarsi a tutte le nazioni coinvolte.
Evasione fiscale e riciclaggio: ecco perché serve limitare il contante
Resta la possibilità per tutti i paesi di attuare leggi specifiche con tassi minori e limiti più pesanti, proprio come accadrà in Italia. Ciò non significa, però, che la soglia dei 10.000 euro rappresenti la soluzione migliore per tutte le nazioni, questa scelta non dovrebbe essere dunque interpretata come la legittimazione ad aumentare ulteriormente il limite massimo.
In tal proposito, bisogna anche ricordare che il tasso di evasione fiscale italiano è senza paragoni e l’Italia è infatti il paese con la maggiore percentuale di Iva non riscossa, nel dettaglio pari al 20,8%, che si traduce in un valore di circa 26 miliardi di euro. Oltre al continuo contrasto della normativa, questo ha conseguenze molto dannose proprio sulla vita pratica dei cittadini, con incredibili ripercussioni sul costo della vita. I soldi che l’Italia non ha riscosso avrebbero potuto ad esempio essere impiegati per scontare il prezzo della benzina per più di un anno.
Evidentemente, perciò, la scelta di aumentare il limite per il 2023 con la nuova legge di Bilancio, non si dimostra particolarmente funzionale ed efficace. I cittadini pagano la libertà maggiore nell’uso del contante con l’assenza di misure per contrastare adeguatamente l’aumento dei prezzi. Per proseguire l’esempio della Germania, basti notare che la nazione ha messo a disposizione ben 200 miliardi di euro per sostenere i cittadini. In quest’ottica, quindi, è impensabile guardare alla misura europea come una fonte di approvazione.
Un secondo aspetto davvero fondamentale da considerare è la stessa ragione retrostante alla decisione europea. Dietro al nuovo regolamento, infatti, non vi è esclusivamente l’idea di ridurre il fenomeno dell’evasione fiscale delle piccole imprese o privata. Al contrario, vi è un obiettivo dalla portata decisamente maggiore, che giustifica appieno il limite dei 10.000 euro. Si tratta cioè della lotta contro il riciclaggio del denaro sporco, fondamentale per contenere, tra l’altro, il raggio d’azione della criminalità organizzata.
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L’Unione europea, peraltro, così come comunicato dal ministro delle Finanze della Repubblica ceca, Zbynek Stanjura, si impegna a rendere impossibile qualsiasi stratagemma per aggirare il divieto. L’anonimato nell’acquisto e nella vendita dei cripto-asset, ad esempio, sarà molto difficile da mantenere. Anche gioiellieri e orafi che maneggiano beni preziosi saranno sottoposti a uno stretto controllo, per evitare che operino nel riciclaggio come scappatoia.
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