Il limite all’utilizzo dei contanti ha subito moltissime modifiche nell’ultimo ventennio. Vediamo l’evolversi della normativa di riferimento.
Come è cambiato il limite di pagamento in contanti negli ultimi 20 anni di storia italiana? Si tratta di un argomento abbastanza delicato che in qualche modo, oltre a limitare la circolazione del contante, sembra essere anche una limitazione alla libertà dei contribuenti nell’utilizzo dei propri soldi. Va chiarito che è stato imposto un limite a utilizzare i contanti nei trasferimenti di denaro a terzi per porre un freno al riciclaggio del denaro sporco e ai pagamenti in nero (che possono, di fatto, avvenire solo in contanti).
Nessun limite, quindi, è imposto per l’utilizzo personale: si possono versare nel proprio conto corrente o libretto di risparmio contanti senza limiti (non c’è trasferimento a terzi), così come si possono prelevare contanti senza limiti dalla banca. In questo caso l’unico vincolo posto è quello previsto dalla norma antiriciclaggio.
Le novità al riguardo entrate in vigore dal 1° gennaio 2023 sono ancora in vigore. La Legge di Bilancio 2023, infatti, ha portato la soglia di trasferimento di contanti a 5.000 euro quando era previsto, invece, che dovesse scendere da 2.000 a 1.000 euro.
Questa soglia massima di pagamento cash ha subìto grandi variazioni nel corso dell’ultimo ventennio, passando dai 12.500 euro di un paio di Governi Berlusconi (per la precisione il terzo e il quarto) ai rigidi 1.000 euro del Governo Monti: ecco com’è cambiato il limite contante in Italia negli ultimi 20 anni.
Limite pagamento in contanti: com’è cambiato negli ultimi 20 anni?
Dal 1° luglio 2020 il limite per il pagamento in contanti è di nuovo cambiato passando dai 3.000 euro alla nuova soglia massima di 2.000 euro.
Il nuovo limite per il pagamento cash è stato introdotto dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio 2020, con il duplice obiettivo di ridurre le transazioni in contanti e incentivare l’uso di mezzi tracciabili, come carta e bancomat.
Il tutto naturalmente si inserisce nel piano contro l’evasione fiscale, pallino del secondo Governo Conte: d’altronde, l’economia sommersa in Italia ammonta a 110 miliardi di euro.
Quindi;
- fino al 30 giugno 2020 si è potuto pagare in contanti fino a 3.000 euro;
- dal 1° luglio è scattata la soglia fissata a 2.000 euro;
- un’ulteriore stretta si è vista dall 1° gennaio 2022, quando il limite di utilizzo dei contanti è sceso ulteriormente a 1.000 euro;
- da marzo 2022 il limite è stato riportato di nuovo a 2.000 euro;
- la soglia è stata aumentata a 5.000 euro dal 1° gennaio 2023 dalla Legge di Bilancio. Questo è limite ancora in vigore oggi.
Ma facciamo un salto indietro nel tempo, per capire meglio com’è cambiata la soglia massima per l’uso contante nel corso degli anni.
Nel 1991, durante il Governo Andreotti, il limite massimo per l’uso contante era 20 milioni di lire. Quando è entrata in vigore la moneta unica europea, nel 2002, la cifra in lire è stata convertita in 10.329 euro. Tale cifra è stata “riaggiustata” e leggermente alzata.
Da questo momento in poi si sono susseguiti aggiustamenti, rialzi e ribassi della soglia massima.
Nella seguente tabella vediamo come è cambiato il limite nel corso di oltre un ventennio.
PERIODO | LIMITE UTILIZZO CONTANTI | GOVERNO |
9 maggio 1991 – 31 dicembre 2001 | 20 milioni di Lire | Andreotti |
1° gennaio 2002 - 25 dicembre 2002 | 13.329,14 euro | conversione in euro |
26 dicembre 2002 - 29 aprile 2008 | 12.500 euro | Berlusconi II |
30 aprile 2008 - 24 giugno 2008 | 5.000 euro | Berlusconi IV |
25 giugno 2008 – 30 maggio 2010 | 12.500 euro | Berlusconi IV |
31 maggio 2010 - 30 agosto 2011 | 5.000 euro | Berlusconi IV |
31 agosto 2011 - 5 dicembre 2011 | 2.500 euro | Berlusconi IV |
6 dicembre 2011 - 31 dicembre 2015 | 1.000 euro | Monti |
1° gennaio 2016 - 30 giugno 2020 | 3.000 euro | Renzi |
1° luglio 2020 - 31 dicembre 2021 | 2.000 euro | Conte |
1° gennaio 2022- marzo 2022 | 1.000 euro | Draghi |
Marzo 2022- 31 dicembre 2022 | 2.000 euro | Draghi |
1° gennaio 2023 | 5.000 euro | Meloni |
Limite pagamento in contanti dal 1° luglio 2020
Tra le novità fiscali in vigore dal 1° luglio c’è quindi il limite all’uso dei contanti, pari a 2.000 euro, salvo per il money transfer, per i quali la soglia massima resta fissata a 1.000 euro.
Tale limite comporta che:
- fino a 1.999 euro è possibile dare soldi in contanti ad un’altra persona/azienda;
- da 2.000 euro in su è necessario l’utilizzo di strumenti tracciabili (bonifico bancario, carta di credito, ecc.) per poter trasferire risorse da un soggetto ad un altro.
Lo scopo degli incentivi all’uso dei pagamenti tracciabili è di far emergere l’economia sommersa in ottica di lotta all’evasione, anche in funzione di stimolo alla modernizzazione della società.
Cosa cambia nel 2022
Dal 1° gennaio 2022 la soglia limite di pagamenti in contante scende a 1.000 euro.Con la Legge di conversione del Decreto Milleproroghe 228 del 2021, però, si riporta il limite per i pagamenti in contati a 2.000 euro per tutto il 2022 rimandando la riduzione a 1.000 euro solo al 1° gennaio 2023.
Cosa cambia nel 2023?
Un’ulteriore novità, però, arriva con la manovra 2023 quando si aggiunge alla lunga lista dei limiti di pagamento in contanti, il decimo in 32 anni. Il tetto dall’attuale Legge di Bilancio viene alzato a 5.000 euro e, quindi, si potrà pagare in contanti fino a 4.999,99 euro.
© RIPRODUZIONE RISERVATA