Non si placa l’allerta spread in Italia: perché il differenziale tra Btp decennale e il Bund a 10 anni è ancora alto e, quindi, pericoloso per le finanze del Paese? La risposta l’ha data Bankitalia.
Da sempre sotto osservazione e maledizione dell’Italia, lo spread Btp-Bund rimane elevato.
In un momento così complesso e imprevedibile come quello attuale, appeso al doppio filo dell’inflazione e della politica aggressiva della Bce, il nostro Paese non smette di essere allertato per l’alto debito.
La misura dello spread resta una delle più incisive nel costruire fiducia/sfiducia nel sistema Italia e nella capacità della nazione di attrarre investitori.
Perché Bankitalia ha di nuovo lanciato un allarme spread?
Italia: spread alto e Paese a rischio
Sono state chiare le parole pronunciate in audizione alla Commissione Bilancio della Camera di Sergio Nicoletti Altimari, della Banca d’Italia:
“Come ricordato dal Governatore pochi giorni fa, sebbene la prudente azione di politica di bilancio intrapresa per quest’anno abbia contribuito a contenere lo spread dei titoli di Stato italiani, esso rimane inaccettabilmente elevato. Oltre a incidere negativamente sui conti dello stato, lo spread si traduce in un costo aggiuntivo e quindi in uno svantaggio concorrenziale, per tutte le imprese italiane che emettono debito sul mercato”
Troppo alto, ancora, il differenziale tra il Btp decennale italiano e l’omologo tedesco, il Bund. Oggi, 14 febbraio, si aggira sui 180 punti base. Ricordiamo che lo spread non è altro che il divario tra il rendimento del titolo di Stato italiano e quello dello stesso tedesco. Il Bund a 10 anni è posto come elemento di paragone in quanto la Germania è considerata la nazione riferimento, e quindi più affidabile, dell’Eurozona.
Maggiore è questa differenza, più aumenta lo spread tra il Btp e il Bund. Tradotto: il titolo di Stato italiano ha un rendimento maggiore di quello tedesco e questo è un segnale di minore affidabilità del debito. Più sale il rendimento di un titolo, più forte è il rischio che si deve assumere acquistandolo. Il rendimento è inverso al prezzo: se il prezzo di una obbligazione scende, sale il rendimento e viceversa.
Quando lo spread Btp-Bund schizza in alto vuol dire che in quel momento comprare titoli italiani è visto come un rischio (per ragioni interne di instabilità o circostanze e pressione anche esterne, ad esempio i rischi di una politica monetaria sul Paese) e l’investitore pretende un rendimento alto per correre tale rischio.
L’Italia, come altri Paesi, emette sul mercato debito pubblico in forma di titoli di Stato che gli investitori acquisteranno, finanziando quindi il debito. Lo Stato paga il rendimento, ovvero il tasso di interesse al creditore. Ecco perché maggiore spread, cioè rendimento elevato, significa esborso maggiore per le casse pubbliche. E così per le imprese che emettono debito.
Il discorso della Banca d’Italia è esplicito e ricalca anche le preoccupazioni europee sui conti italiani: “Continuare nell’impegno di ridurre il peso del debito pubblico, sfruttando a pieno le opportunità di crescita fornite dalle risorse e dalle riforme del Piano nazionale di ripresa e resilienza, può dare al Paese la credibilità necessaria per promuovere passi avanti sul fronte del completamento dell’architettura economica comune.”
In definitiva, per cancellare ogni diffidenza nei confronti del sistema Italia, la questione debito è cruciale: va diminuito, soprattutto ora che la Bce sta alzando il suo costo, ovvero i tassi di interesse.
In questa ottica, uno spread Btp-Bund che segna 180 punti è di certo migliore degli oltre 200 di settembre o dei 300 di anni fa. Tuttavia, è ancora elevato e rischioso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA