Lo stage deve essere sempre retribuito o può essere gratuito?

Claudio Garau

31/08/2022

Lo stage è un percorso formativo che consente di imparare le basi di un lavoro con l’esperienza diretta sul campo. Deve essere pagato oppure vi sono dei casi in cui non è obbligatorio?

Lo stage deve essere sempre retribuito o può essere gratuito?

Come in molti probabilmente già sapranno, lo stage o tirocinio consiste in un periodo di formazione on the job in un’azienda, un ente o uno studio professionale. In questi casi, lo stagista o tirocinante non è parte di un vero e proprio rapporto di lavoro e dunque non firma alcun contratto di lavoro, a differenza di chi - ad esempio - ne firma uno per svolgere le mansioni di magazziniere o di impiegato HR in azienda.

Piuttosto lo stage rappresenta una misura mirata a favorire l’orientamento al lavoro, a far capire al tirocinante quali sono le sue attitudini e i settori lavorativi di maggior interesse. Grazie a un tirocinio, un giovane può arricchire le proprie conoscenze e mettere in pratica i concetti imparati durante le lezioni di teoria. Soprattutto, uno stage è utile perché permette di acquisire competenze professionali che andranno a far parte del proprio curriculum, facilitando l’inserimento - ma anche il reinserimento - nel mondo del lavoro.

Al di là degli aspetti formativi, che oggettivamente sono presenti e vanno riconosciuti in particolare a quelle aziende ed enti che vedono lo stagista come una potenziale risorsa per il futuro, in molti potrebbero domandarsi se lo stage debba essere retribuito con un rimborso spese per l’attività svolta. In caso positivo, ci si potrebbe chiedere allora a quanto ammonta il compenso per questa esperienza formativa.

Si tratta indubbiamente di questioni di rilievo, specialmente per chi intende non soltanto migliorare la propria preparazione e arricchire il proprio know-how, ma anche mettere da parte un po’ di denaro per le proprie necessità e spese personali. Lo stage è dunque pagato? E se non lo è, può essere considerato illegale? Scopriamolo insieme.

Lo stage non è un rapporto di lavoro: caratteristiche essenziali

Le domande appena esposte sono molto frequenti tra tutti coloro che intendono fare uno stage, anche perché nessuno gradisce non ricevere alcun compenso di natura economica per un contributo o apporto che, seppur minimo, viene dato in fase di stage all’azienda o ente ospitante.

Non essendo in gioco un rapporto di lavoro vero e proprio, nel rapporto di stage o tirocinio non potrai trovare un effettivo datore di lavoro, ma piuttosto tre parti diverse: il tirocinante, l’ente promotore e il soggetto ospitante. Perciò, non sussistendo una vera e propria prestazione di lavoro, lo stagista non vedrà formalmente attribuirsi alcuna retribuzione - come invece accade a tutti i lavoratori dipendenti e regolarmente assunti. Anche quello di stage o tirocinio è un contratto, che implica la presenza dei soggetti appena accennati, ma che appunto non deve essere confuso con un contratto di lavoro.

Tuttavia ciò non vuol dire che per lo stage non possa sussistere un compenso. Anzi, in talune circostanze lo stage deve obbligatoriamente essere pagato, ma non in tutte.

Non solo. Non sussistono per legge limiti di età massima entro i quali un tirocinante o stagista può fare lo stage ed essere ricompensato. Ed è per questo che non poche persone, dopo aver perso l’occupazione e aver ricevuto lo status di disoccupazione, tentano di reinserirsi nel mondo del lavoro proprio grazie a un’esperienza di tirocinio o stage. Attenzione però: sono previste delle limitazioni sull’età minima, che cambiano in base alla normativa regionale di riferimento.

Più tipologie di stage per differenti obiettivi: il quadro sintetico

Tieni conto inoltre del fatto che non sussiste una sola forma di rapporto di stage, ma anzi sono diverse le tipologie di tirocinio - in base a caratteristiche e finalità dell’esperienza. In sintesi:

  • il tirocinio extracurricolare (o formativo) è effettuato in azienda ed è solitamente rivolto a praticanti che si sono diplomati e laureati da poco tempo. Al fine di dare luogo a questo tirocinio, le regole vigenti indicano l’obbligatorietà di una convenzione tra l’ente che promuove lo stage e il soggetto ospitante (ad es. uno studio professionale o un’azienda). Serve anche un progetto formativo ad hoc, che azienda e stagista devono seguire nei suoi vari punti, e un tutor nell’ente ospitante - ovvero una figura che supporterà lo stagista all’interno del suo percorso formativo nell’ambiente di lavoro;
  • il tirocinio curriculare rappresenta un’esperienza formativa che uno studente compie presso una struttura convenzionata, ossia un ente o azienda. In gioco c’è un contratto e una convenzione mirati alla formazione sul campo degli studenti di scuole o università, nell’ambito di un percorso di studi in essere;
  • il tirocinio professionale è il periodo di formazione svolto da chi deve fare la cd. pratica obbligatoria per sostenere poi l’esame di Stato e effettuare l’iscrizione ad un albo professionale.

Il tirocinio o stage può essere anche rivolto specificamente a categorie svantaggiate e ai disabili.

Essendo diverse le tipologie di stage, anche i compensi possono variare e non sono dunque sempre della stessa misura. Anzi può ben aversi uno stage non retribuito, ma al contempo del tutto legale.

Quando lo stage è pagato? Differenza tra tirocinio curriculare ed extracurriculare

A questo punto veniamo alla domanda iniziale. Nel caso del tirocinio extracurriculare, scatta un rimborso spese minimo - di cui si trova traccia nelle linee guida del Governo sui tirocini. Si tratta di un vero e proprio diritto dello stagista, che prevede l’assegnazione di un’indennità minima, corrispondente ad almeno 300 euro lordi mensili.

Ma attenzione: questa somma non è per forza fissa, e anzi può essere integrata dalle regole specifiche di ogni regione e da differenti incentivi. Per esempio, la Puglia prevede degli incentivi ad hoc per chi, dopo lo stage, procede con l’assunzione del tirocinante. Inoltre, l’indennità può essere attribuita nella sua interezza soltanto laddove il tirocinante si mostri sufficientemente partecipe all’iniziativa formativa. Occorre insomma la partecipazione minima allo stage pari al 70% delle ore, su base mensile.

A differenza del tirocinio extracurriculare, il tirocinio curriculare non prevede rimborsi spese o indennità, tuttavia è ammesso un trattamento di miglior favore - nel quadro del contratto firmato dalle parti. Non di rado le aziende supportano lo stagista con un rimborso spese di alcune centinaia di euro, per contribuire ai costi del trasporto e talvolta prevedono anche l’erogazione di buoni pasto.

Particolare nient’affatto irrilevante è che detto stage assegna comunque dei crediti formativi allo studente, se la convenzione è sottoscritta con un’Università, una scuola superiore o un istituto convenzionato. Questi crediti sono importanti perché rappresentano l’unità di misura che attesta la conoscenza e la competenza di una persona.

Il tirocinio professionale è retribuito?

Sopra abbiamo ricordato che il tirocinio professionale è un passaggio fondamentale per sostenere poi l’esame di Stato e iscriversi all’albo. Proprio per questo, ci si potrebbe certamente domandare se, in considerazione dell’impegno mostrato, il praticante o tirocinante può o deve essere pagato. Ebbene, sappi che detto tirocinio non ha delle regole identiche per tutti, ma è piuttosto regolato dalla normativa di settore collegata ai distinti ordini professionali.

Perciò saranno queste regole e il codice deontologico di una professione piuttosto che un’altra, a stabilire un eventuale compenso a particolari condizioni e/o dopo un certo periodo di formazione. In ogni caso, laddove la normativa di settore non disponga in modo diverso, i rimborsi spese come compenso per il tirocinio professionale sono a discrezione dello studio che ospita e senza obbligatorietà.

Tirocinio per categorie svantaggiate e disabili e rimborso spese

Come sopra accennato, la legge prevede la possibilità di istituire tirocini ad hoc per persone in condizioni di particolare difficoltà, come ad esempio tossicodipendenti o persone con disturbi psichiatrici. Ebbene, in questi casi il tirocinio non solo vuole o vorrebbe inserire lo stagista nel mondo del lavoro, ma al contempo finalità del percorso è recuperare il soggetto svantaggiato dal punto di vista psicologico, reinserendolo di fatto nel tessuto sociale.

In considerazione anche della particolare natura dello stage in oggetto, solitamente in queste circostanze è previsto il versamento di un’indennità. Analogamente, anche i tirocini di formazione e orientamento a favore di persone disabili includono un rimborso spese per l’attività svolta dallo stagista portatore di handicap.

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