Lockdown richiesto dalla Fondazione Gimbe: “Senza avremo contagiati fino all’autunno”

Antonio Cosenza

14/01/2021

La Fondazione Gimbe ha pubblicato il nuovo monitoraggio settimanale: contagi in aumento, come pure i ricoveri negli ospedali. Serve il lockdown per contrastare la terza ondata.

Lockdown richiesto dalla Fondazione Gimbe: “Senza avremo contagiati fino all’autunno”

La Fondazione Gimbe torna a chiedere il lockdown in tutta Italia e lo fa contestualmente alla pubblicazione del nuovo monitoraggio sull’andamento del Covid in Italia relativo alla settimana che va da 6 al 12 gennaio.

Un monitoraggio dal quale emerge un quadro non positivo per l’Italia, in quanto conferma - ma i segnali c’erano già la scorsa settimana - che l’arrivo della terza ondata è ormai prossimo.

I ricercatori della Fondazione Gimbe - che come si legge sul proprio sito istituzionale ha come scopo quello “di favorire la diffusione e l’applicazione delle migliori evidenze scientifiche con attività indipendenti di ricerca, formazione e informazione scientifica, al fine di migliorare la salute delle persone e di contribuire alla sostenibilità di un servizio sanitario pubblico, equo e universalistico” - da inizio pandemia realizzano settimanalmente un monitoraggio che tiene conto di più fattori legati all’andamento della pandemia.

Un parere scientifico importante che ci aiuta a capire quali sono gli attuali rischi legati al Covid. L’importanza di questo monitoraggio è data dal fatto che gli esperti della Fondazione prendono in esame una pluralità di fattori che rendono chiaro lo stato delle cose: ovviamente poi spetta al Governo prendere qualsiasi decisione in merito, tenendo anche conto di quelle che sono le altre esigenze.

È ovvio, infatti, che oggi chiudere tutto sarebbe la soluzione ottimale per limitare i contagi, ma il lockdown nazionale sarebbe un duro colpo per quelle imprese che già vivono una situazione di profonda difficoltà.

Detto questo, cerchiamo di capire il perché la Fondazione Gimbe continua a chiedere con insistenza un lockdown nazionale, facendo chiarezza su quali indicatori preoccupano gli esperti.

La Fondazione Gimbe chiede con insistenza un nuovo lockdown: perché

Già la situazione riportata nel monitoraggio della settimana che va dal 29 dicembre 2020 al 5 gennaio 2021 non sorrideva all’Italia, tanto da far parlare di imminente arrivo della terza ondata; purtroppo, però, rispetto alla scorsa settimana i dati sono persino peggiorati.

Come prima cosa, infatti, è in aumento il numero di contagi registrati: siamo passati da 114.132 a 121.644, mentre il rapporto tra positivi e casi testati è in leggero calo (si è passati dal 30,4% al 29,5%, ma ciò dipende esclusivamente dall’aumento del numero dei tamponi effettuati).

La preoccupazione maggiore, però, riguarda la situazione nelle strutture ospedaliere in quanto c’è stato un leggero aumento dei seguenti indicatori:

  • ricoverati con sintomi: passati da 23.712 a 23.395;
  • pazienti in terapia intensiva: passati da 2.569 a 2.636.

È in aumento, quindi, la pressione sulle strutture ospedaliere e qualora non vengano prese delle misure radicali ci troveremo - almeno secondo la Fondazione Gimbe - ad attraversare dei mesi molto difficili. In dieci Regioni, infatti, l’occupazione dei parenti Covid negli ospedali supera la soglia del 40%, mentre lato terapie intensive il tasso è del 30%. Circa un paziente su tre, tra quelli in terapia intensiva, è quindi ricoverato causa Covid.

Questo è un elemento che preoccupa, in quanto rappresenta una variabile che condiziona il controllo della pandemia. Come spiegato dalla Fondazione Gimbe, infatti, queste variabili sono appunto la circolazione del virus (ossia il numero dei contagi), l’impatto sulla strutture sanitarie, il rispetto delle misure di prevenzione, la copertura vaccinale e l’obiettivo strategico di contrasto alla pandemia. E nonostante l’inizio della campagna di vaccinazione è ancora troppo presto per pensare all’impatto che questa avrà sul controllo della pandemia da Covid.

Fondazione Gimbe: “Perché il lockdown è essenziale

Come spiegato da Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, i dati confermano la risalita dei casi settimanali ed è per questo che il Governo dovrebbe pensare ad una soluzione per affrontare le prossime settimane le quali “saranno cruciali per il controllo della pandemia nell’intero 2021”.

Sulla base delle “migliori evidenze scientifiche” ne risulta che in Italia è ancora presto per fare affidamento solamente sulla vaccinazione su larga scala. Come aggiunto da Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe, rischiamo di avere un primo trimestre 2021 “con una copertura vaccinale minima” il che comporterà “un’elevata circolazione del SARS-CoV-2 e un elevato impatto del Covid sui servizi sanitari”.

Per questo motivo sarebbe importante “attuare rapidamente la strategia soppressiva, al fine di ridurre in modo rilevante i casi attualmente positivi e appiattire la curva epidemica”. Limitare oggi la circolazione del virus permetterà di riprendere in estate “un’efficiente attività di tracciamento” così da lavorare in direzione di una progressiva eliminazione del coronavirus.

Il sistema delle Regioni a colori - sul quale il Governo vuole continuare a puntare - ha raggiunto “risultati modesti”; è per questo che la Fondazione Gimbe chiede il lockdown. Diversamente, il Governo dovrà “accettare il rischio di una circolazione virale intermedia con gravi ripercussioni sulla salute e sull’economia ancora fino al prossimo autunno”.

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