I turisti russi e cinesi si stanno riversando nel sud-est asiatico. Così si alimenta il business locale del lusso.
La pandemia di Covid-19 prima e più recentemente la guerra in Ucraina hanno trasformato l’industria mondiale del turismo. Uno degli effetti più interessanti di questo cambiamento ha riguardato il sud-est asiatico, regione di per sé economicamente dinamica, e ora ulteriormente agevolata dall’enorme flusso di viaggiatori provenienti da Russia e Cina.
Già, perché in seguito alle tensioni internazionali tra il blocco occidentale e Mosca, i turisti russi hanno cessato di viaggiare nel cuore dell’Europa, preferendo altre mete: le ricche petromonarchie del Medio Oriente, certo, ma ancor più le paradisiache spiagge della Thailandia. E Pechino cosa c’entra in tutto ciò? L’emergenza sanitaria ha relegato fino allo scorso anno l’intera popolazione cinese all’interno dei propri confini a causa delle rigidissime norme imposte dal governo. In seguito al via libero, avvenuto nelle prime settimane del 2023, il ricco flusso turistico cinese ha progressivamente rialzato la testa. Optanto, al momento, per destinazioni asiatiche.
Nei prossimi mesi è prevista una decisa ripartenza degli affari, ma anche in questo caso è lecito supporre che le mete preferite degli abitanti dell’ex Impero di Mezzo possano differire dalle tradizionali mete europee. Molto dipenderà dalla geopolitica, dai rapporti tra Pechino e Bruxelles e, ancor più nello specifico, tra la Cina e i singoli Paesi del Vecchio Continente. [...]
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