La Russia avanza e Macron torna a ipotizzare l’invio di truppe in Ucraina: la Francia può far scoppiare la terza guerra mondiale, Salvini protesta ma Meloni resta in silenzio.
Emmanuel Macron torna a evocare scenari da terza guerra mondiale, ma Giorgia Meloni - detta Giorgia - continua a non dire nulla sull’argomento Ucraina e da settimane va ripetendo a mo’ di nenia che la pace si costruisce con la deterrenza.
La situazione al fronte da tempo è molto grave. Di recente siamo stati tra i pochi a ripetervi che la Russia ha ripreso a premere e che presto potrebbe sfondare le linee difensive nemiche. Del resto non abbiamo fatto altro che riportare quanto dichiarato da diversi generali ucraini che, a differenza delle migliori penne occidentali, da oltre due anni sono sul campo di battaglia e hanno il polso della situazione.
Di colpo adesso tutti temono una terza guerra mondiale, visto che Kiev ha ammesso che “la situazione è tale che il nemico è riuscito a sfondare”, il tutto mentre in un’intervista all’Economist il presidente francese Emmanuel Macron - in grande difficoltà nei sondaggi in patria - ha ribadito che “se i russi dovessero sfondare le linee del fronte, se ci fosse una richiesta ucraina dovremmo legittimamente porci la domanda se inviare soldati europei”.
In sostanza dopo aver resistito in maniera stoica per mesi, adesso le esauste truppe ucraine - in netta inferiorità numerica e militare - non sarebbero più in grado di reggere di fronte agli attacchi della Russia che sta mettendo in campo uomini e armi come mai fatto prima.
Stando a quanto dichiarato più volte da Emmanuel Macron, se l’esercito russo dovesse sfondare le linee ucraine allora l’Europa dovrebbe valutare l’invio di soldati in Ucraina. In questo scenario lo scoppio della terza guerra mondiale sarebbe solo una questione di tempo.
Se pensiamo che solo due giorni fa Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, ha ribadito che l’Ucraina nonostante tutto può ancora vincere questa guerra, appare evidente di come l’Occidente continui a raccontarsi favole pur di non ammettere tutti i suoi macroscopici errori.
Rischio terza guerra mondiale: il silenzio di Meloni
Come il presidente francese è tornato a evocare scenari da terza guerra mondiale, subito Matteo Salvini su X ha scritto: “Mai un soldato italiano a morire per Macron. Io la penso così”. Probabilmente il ministro ignora tutti i vincoli comunitari e atlantici che l’Italia è chiamata a rispettare, ma in periodo di campagna elettorale una stoccata all’Eliseo ci sta sempre bene.
Giorgia Meloni invece sembrerebbe preferire la via del silenzio. Del resto la nostra premier di recente è stata esclusa dai vertici tra Germania, Francia e Polonia, dove si è discusso del futuro della guerra in Ucraina.
Con il cambio della guardia a Palazzo Chigi - da Draghi a Meloni - la posizione dell’Italia non è variata di un millimetro: quello che decidono gli Stati Uniti per noi va bene. Ora lo slogan da ripetere da parte della premier è quello della deterrenza da contrapporre ai pacifisti “da divano”, ignorando il fatto che tutte le nuovi e potenti armi inviate in Ucraina non potranno cambiare l’esito di questa guerra.
Cercando di essere almeno per una volta credibile, Jens Stoltenberg a inizio aprile ha evidenziato gli unici due possibili scenari in Ucraina: “Il primo prevede che gli alleati della Nato siano in grado di mobilitarsi per fornire ulteriore supporto e che l’Ucraina riesca a riconquistare territori. L’altro scenario, invece, prevede che non riusciremo a fornire supporto. C’è la reale minaccia di ulteriori progressi della Russia, con la conquista di altri territori: a quel punto ci troveremmo in una posizione ancora più pericolosa”.
O una terza guerra mondiale o una vittoria della Russia, più grande potenza nucleare al mondo, con Emmanuel Macron ancora scottato dallo scippo dell’Africa da parte di Mosca che continua a insistere nella sua retorica bellicistica.
Nonostante i cinguettii di Salvini, fino a quando Meloni non dirà in maniera chiara - come fatto dall’amico Orban - che l’Italia non intende in alcun modo farsi coinvolgere in questa possibile escalation, i nostri soldati - ma non solo - già schierati in buon numero lungo il fianco orientale della Nato non potranno dirsi al sicuro.
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