Così la mafia è pronta a mettere le mani sul Recovery Fund

Riccardo Lozzi

4 Marzo 2021 - 16:26

Il direttore della Direzione Investigativa Antimafia Maurizio Vallone ha lanciato l’allarme sulle possibili infiltrazioni della mafia nelle risorse del Recovery Fund.

Così la mafia è pronta a mettere le mani sul Recovery Fund

In attesa che Mario Draghi presenti ai vertici dell’Unione Europea il nuovo piano di spera per i fondi del Next Generation EU, l’Italia rischia di trovarsi a far fronte con uno dei maggiori pericoli per la crescita economica interna: l’infiltrazione delle mafie nel Recovery Plan.

A lanciare l’allarme è stato Maurizio Vallone, direttore della Direzione Investigativa Antimafia e massimo esperto sulla criminalità organizzata del nostro Paese, il quale, in un colloquio a Bloomberg, ha rivelato come ‘Ndrangheta e Cosa Nostra hanno già avviato diverse operazioni per riuscire a mettere le mani sui soldi del Recovery Fund.

Come affermato da Vallone, già dall’inizio della crisi pandemica i gruppi mafiosi hanno iniziato a inserirsi nelle aziende più in difficoltà, in modo da poter mettere un piede all’interno di attività legali con dei finanziamenti in grado di garantirgli la sopravvivenza.

Le società targettizzate in questa fase erano soprattutto quelle operanti nei settori della green economy e del digitale, ovvero le due aree che riceveranno più risorse nel Recovery Fund approvato dalla Commissione Europea.

Così la Mafia è pronta a mettere le mani sul Recovery Fund

Lo stesso Vallone ha dichiarato: “La Mafia ha scelto le aziende che si trovano nella posizione migliore per partecipare ai bandi del Recovery Fund, in particolare nei settori della sanità e delle infrastrutture, per i quali è prevista la maggior spesa”.

D’altronde l’Italia, con i 209 miliardi di euro previsti, divisi tra prestiti e risorse a fondo perduto, rappresenta il maggiore destinatario delle sovvenzioni europee e quindi il maggiore bersaglio della criminalità organizzata.

Sempre secondo il direttore della Direzione Investigativa Antimafia, per ‘Ndrangheta e Cosa Nostra è stato semplice riuscire a infiltrarsi in queste aziende, poiché il sistema di prestiti bancari promosso dallo Stato centrale è stato troppo complesso e limitato per essere efficace.

Di conseguenza, le aziende con maggiori difficoltà di cassa hanno beneficiato in minima parte di queste risorse, diventando una facile preda per i gruppi mafiosi con molta liquidità a disposizione, i quali hanno finanziato le piccole e medie imprese dello Stivale.

Finanziamenti di ’Ndrangheta e Cosa Nostra alle aziende in crisi

Rispetto all’anno precedente, come segnalato da Banca d’Italia, negli ultimi mesi le operazioni finanziarie sospette sono aumentate del 7%, con un volume totale di circa 113 mila attività che potrebbero avere una matrice mafiosa.

L’Italia rischia quindi di osservare lo scontro tra due bisogni diversi: da una parte cercare di immettere i miliardi del Recovery nella propria economia il più velocemente possibile per accelerare la ripresa; dall’altra la necessità di controllare dove vanno a finire questi soldi, in modo che non arrivino in mani sbagliate.

Già in passato i Governi italiani di diversi colori politici non sono riusciti a impiegare tutte le risorse europee a cui hanno avuto accesso nel corso degli anni. Nel 2019, infatti, sono stati stanziati solo il 30,7% del totale, una percentuale al di sotto della media degli Stati membri.

In un momento così cruciale per la tenuta economico-sociale del Paese, messo a dura prova dagli effetti del Covid-19, l’obiettivo primario della politica, e del nuovo esecutivo guidato da una personalità come Draghi, diventa quindi quello di riuscire a conciliare le esigenze di spesa con quelle di controllo.

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