Malattia professionale, definizione e come funziona

Veronica Caliandro

8 Novembre 2024 - 17:50

Cosa vuol dire malattia professionale e quando una patologia si considera tale? Ecco come funziona e come fare denuncia.

Malattia professionale, definizione e come funziona

Il sistema normativo del nostro Paese tutela i lavoratori attraverso delle leggi e degli strumenti volti a garantire loro la giusta sicurezza e un valido aiuto nel caso in cui, ad esempio, un soggetto sia alle prese con una malattia professionale.

Ma cosa si intende con questo termine e quando una patologia viene considerata tale? Entriamo, quindi, nei dettagli per vedere cosa prevede la legge italiana in merito, come funziona, come fare denuncia e quali misure preventive è possibile mettere in campo.

Cosa si intende per malattia professionale? Diamo una definizione

Con il termine malattia professionale si fa riferimento ad una la patologia che il lavoratore sviluppa in occasione dello svolgimento dell’attività lavorativa. In pratica ci deve essere un rapporto di causa-effetto, ovvero un nesso causale tra l’attività lavorativa in un determinato contesto e la patologia che affligge il lavoratore.

La malattia professionale, in pratica, è una patologia causata, in modo lento e progressivo, dallo svolgimento del proprio lavoro. Si tratta, quindi, di una patologia che il lavoratore contrae per l’esposizione nel tempo ad alcuni fattori presenti nell’ambiente di lavoro.

Quando una malattia si considera professionale? Ecco cosa dice la legge

Come spiegato sul sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con il termine malattia professionale si intende:

«un evento dannoso che agisce sulla capacità lavorativa della persona e trae origine da cause connesse allo svolgimento della prestazione lavorativa. La causa agisce lentamente e per gradi sull’organismo del soggetto e deve risultare in diretta relazione con l’esercizio di determinate attività nelle quali trovare la propria origine».

Differenza tra infortunio sul lavoro e malattia

È importante non confondere l’infortunio sul lavoro con la malattia professionale dato che si tratta di due situazioni ben distinte. Andando in profondità, l’infortunio si verifica immediatamente dopo l’evento traumatico subito dal lavoratore, mentre la malattia professionale può svilupparsi nel tempo. Quest’ultima è strettamente correlata all’attività svolta e può influenzare negativamente la capacità di lavorare nel tempo.

La malattia comune, invece, fa riferimento ad una condizione temporanea di salute, come ad esempio il mal di schiena, che impedisce ad una persona di svolgere il suo lavoro.

La malattia comune è gestita dall’INPS. La malattia professionale e l’infortunio sul lavoro, invece, sono gestiti dall’INAIL.

Quali sono le malattie professionali? Tabellate e non tabellate

Una delle caratteristiche principali della malattia professionale è la sua gradualità. Proprio a causa di questa gradualità spesso risulta davvero difficile riuscire ad individuare un nesso causale tra una malattia e l’attività lavorativa. Andando nel dettaglio, bisogna sapere che l’INAIL divide le malattie professionali nelle seguenti due grandi categorie,

  • malattia professionale tabellata: ovvero il lavoratore contrae malattie o patologie presenti in una tabella redatta dall’istituto e aggiornata;
  • malattia professionale non tabellata: si tratta di malattie non presenti nelle tabelle e per cui è la stessa INAIL ad avere l’onere di dimostrare il nesso causale tra malattia e le condizioni di lavoro.

Nella tabella delle malattie professionali sono indicate:

  • le malattie riconoscibili come professionali;
  • le lavorazioni che possono causare le varie malattie;
  • il periodo massimo per cui è possibile percepire un indennizzo per la malattia.

Le malattie professionali sono definite “tabellate” se indicate nel Testo unico delle disposizioni per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, così come previsto dal DPR numero 1124 del 1965 e s.m.i. L’ultimo aggiornamento dell’elenco inerente le malattie professionali per le quali è obbligatoria la denuncia all’INAIL è stato effettuato ad opera del decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali del 15 novembre 2023, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 13 gennaio 2024.

Ecco di seguito la tabella INAIL delle malattie professionali tabellate.

Tabella malattie professionali
Tabella malattie professionali

Diversa, invece, la situazione per quanto concerne le malattie professionali non tabellate dal momento che il lavoratore deve dimostrare:

  • di essere stato esposto a un rischio per la salute;
  • le specifiche condizioni di lavoro;
  • quali fossero le mansioni svolte;
  • la durata e l’intensità dell’esposizione ai fattori di rischio;
  • l’origine professionale della malattia.

Per ottenere il riconoscimento della malattia professionale è necessario dare la repentina comunicazione al datore di lavoro, il quale provvederà a sua volta a presentare la denuncia per richiedere il diritto all’indennità INAIL.

Come funziona la malattia professionale e come si denuncia

La denuncia di malattia professionale deve essere presentata dal datore di lavoro telematicamente sul sito dell’INAIL oppure presso la sede INAIL di competenza, ovvero quella sul cui territorio ha domicilio l’assicurato. La denuncia deve essere fatta solo per le malattia professionali non guaribili entro tre giorni, escluso quello dell’evento.

Questa va presentata entro 5 giorni dal ricevimento del certificato medico riguardante la malattia stessa e di cui il lavoratore deve dare apposita comunicazione al datore entro 15 giorni dai primi sintomi. In caso contrario, rischia di perdere il diritto all’indennità per i giorni precedenti la segnalazione.

Spetta, quindi, al lavoratore inviare al datore di lavoro i riferimenti del certificato di malattia professionale e, in caso di prosecuzione delle cure, dei riferimenti dei certificati appositamente compilati dal medico curante e già trasmessi in modo telematico all’INAIL. Nel caso in cui il lavoratore non abbia il numero identificativo del certificato, deve fornire al datore di lavoro una copia cartacea del certificato medico.

Se il lavoratore non svolge più l’attività lavorativa, invece, deve presentare direttamente all’INAIL la domanda di riconoscimento della malattia professionale.

Ecco di seguito il modello da presentare all’INAIL per denunciare la malattia professionale.

Modello denuncia malattia professionale
Fonte: sito Inail

Denuncia telematica: la procedura da seguire online

Per presentare la denuncia della malattia professionale online è sufficiente collegarsi al sito ufficiale dell’INAIL ed effettuare l’accesso all’area riservata tramite le proprie credenziali INAIL, SPID, CIE o CNS.

Una volta effettuato l’accesso, non bisogna fare altro che compilare il form online e inviare. A quel punto, l’INAIL procede con un’accurata istruttoria per stabilire se ci siano o meno i presupposti per riconoscere ed erogare le prestazioni a favore del lavoratore alle prese con la malattia professionale o ai suoi eredi.

Malattia professionale: chi può presentare la denuncia telematicamente e chi no

Non tutti possono presentare la domanda per la malattia professionale in modo telematico. Sempre sul sito dell’INAIL, infatti, viene sottolineato che è possibile ricorrere alla denuncia telematica per le malattie professionali dell’industria, dell’artigianato, del terziario e della P.A. titolari di rapporto assicurativo con l’INAIL. Ma non solo, possono usufruire di tale funzionalità anche i dipendenti delle amministrazioni statali destinatari della speciale forma di tutela contro gli infortuni e le malattie professionali in Gestione per Conto dello Stato.

Non è possibile procedere con la denuncia telematica, invece, per i lavoratori a tempo indeterminato del settore agricoltura, il personale addetto ai servizi domestici, familiari e pulizia locali, così come i lavoratori o lavoratrici occasionali con contratti di tipo accessorio nel settore agricolo e di datori di lavoro privati cittadini.

Per ottenere maggiori informazioni in merito alla procedura da seguire, comunque, si consiglia di rivolgersi direttamente all’Inail per ottenere maggiori informazioni in merito.

Indennità e domanda di revisione

Da quando viene indennizzata la malattia? Ebbene, se la malattia professionale che è stata riconosciuta ha causato l’astensione dal lavoro, l’indennizzo scatterà dal giorno di denuncia all’INAIL. Se il lavoratore subisce un aggravamento della malattia, può inviare all’INAIL una domanda di revisione, detta anche di aggravamento, attraverso cui può richiedere un controllo di verifica.

Per presentare la domanda di aggravamento bisogna attendere almeno mesi dal momento in cui si è concluso il periodo di inabilità temporanea assoluta. Nel caso in cui non sussista tale inabilità, invece, dopo che sia trascorso almeno un anno dalla data di manifestazione della malattia professionale. Le domande successive possono essere presentate solo dopo un anno di distanza dalla precedente.

A quali prestazioni si ha diritto per la malattia professionale

Sono diverse le prestazioni economiche che l’Inail può riconoscere per la malattia professionale. Si tratta delle seguenti:

  • rendita per inabilità temporanea assoluta;
  • rendita diretta per inabilità permanente;
  • indennizzo per danno biologico;
  • rendita unificata;
  • assegno personale continuativo;
  • rendita di passaggio;
  • erogazione integrativa di fine anno.

Coloro a cui viene riconosciuta una malattia professionale hanno diritto anche a delle prestazioni non economiche come le seguenti:

  • prestazioni protesiche;
  • abbattimento delle barriere architettoniche;
  • prestazioni termali e soggiorni climatici;
  • esenzione dal ticket;
  • cure riabilitative;
  • rimborso spese di alcuni farmaci in classe C.

Patologie professionali: conseguenze per lavoratore e datore di lavoro

A prescindere dal fatto che la malattia professionale riconosciuta sia presente o meno nelle tabelle INAIL delle malattie professionali, la patologia viene indennizzata dall’Inail. Il datore di lavoro deve retribuire solamente i primi tre giorni in caso di inabilità temporanea e assoluta. Se l’inabilità, assoluta o parziale, è permanente, invece, è l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul lavoro a farsene carico fin da subito.

In base al Codice civile, comunque, il datore di lavoro deve tutelare l’integrità fisica e morale dei lavoratori. Se la patologia si rivela essere la conseguenza di una mancata o inadeguata applicazione delle misure protettive o preventive, pertanto, l’azienda ne deve rispondere.

Il datore può ovviare in parte alla responsabilità civile stipulando l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, nel caso in cui alla base della patologia si riscontri una scorretta condotta da parte del lavoratore o dei responsabili alla sorveglianza.

Il datore di lavoro è esonerato se, invece, la causa è da rinvenire in un comportamento con dolo da parte del lavoratore, come ad esempio nel corso dello svolgimento di un’attività fuori dall’orario lavorativo, o per responsabilità penale di una terza persona.

Come prevenire le malattie professionali

Onde evitare di incorrere in spiacevoli situazioni può essere utile, oltre che opportuno, mettere in campo tutta una serie di misure volte a prevenire l’insorgenza di malattie professionali. In particolare è fondamentale non sottovalutare mai i rischi legati alla propria attività lavorativa e assicurare una formazione costante e aggiornata per i lavoratori in tema di sicurezza. Si invita, inoltre, a controllare il rispetto dei comportamenti corretti, oltre ad effettuare periodicamente la manutenzione e la verifica dell’efficienza delle varie macchine, attrezzature, impianti e così via. I lavoratori, dal loro canto, devono essere collaborativi.

Devono quindi avere la premura di svolgere correttamente le procedure di lavoro, segnalare eventuali fattori di rischio e utilizzare tutte le misure e strumenti di prevenzione e protezioni opportuni. Si consiglia inoltre di sottoporre i lavoratori periodicamente a delle visite in modo tale da valutare il loro stato di forma e verificare che non abbiano subito un peggioramento delle condizioni di salute, ad esempio perché a contatto con delle sostanze nocive sul posto di lavoro.

Ognuno di noi d’altronde, è diverso dall’altro e per questo motivo non si può dare per scontato che tutti reagiscano allo stesso modo. Soltanto non abbassando la guardia e prestando attenzione ai vari fattori di rischio è davvero possibile prevenire la formazione delle malattie professionali e tutelare la sicurezza dei lavoratori.

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