Mancano gli stagionali, ma la verità è un’altra e il reddito di cittadinanza non c’entra

Teresa Maddonni

11/06/2021

Perché i lavoratori stagionali non si trovano? Ce lo spiega Giovanni Cafagna, Presidente Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali (ANLS).

Mancano gli stagionali, ma la verità è un’altra e il reddito di cittadinanza non c’entra

Mancano gli stagionali: ormai se ne sente parlare da settimane. Ristoratori e imprenditori con le riaperture lamentano di faticare a trovare lavoratori, anche giovani, per bar e ristoranti da impiegare nella stagione estiva. C’è chi poi ha anche tirato in ballo il reddito di cittadinanza.

Ora il mantra è questo: “mancano gli stagionali perché preferiscono il reddito di cittadinanza”, ma la verità è un’altra. Condizioni di lavoro precarie, la paga non adeguata e la crisi creata dalla Naspi dal 2015, e aggravata dalla pandemia, hanno contribuito a innescare un processo per il quale gli stagionali disponibili a lavorare sono sempre meno.

“Gli imprenditori che fanno fatica a trovare personale non riescono a garantire condizioni economiche e lavorative adeguate” dichiara Giovanni Cafagna, Presidente Associazione Nazionale Lavoratori Stagionali (ANLS). Il reddito di cittadinanza è quindi un falso problema e se mancano gli stagionali, a detta di chi se ne occupa da anni tutti i giorni, è perché quello che il mercato del lavoro ha da offrire loro è troppo poco.

Mancano gli stagionali: ecco qual è la verità

Se mancano i lavoratori stagionali, se i datori di lavoro fanno fatica a reperire personale, non è perché si preferisce il reddito di cittadinanza o perché ci troviamo in un Paese di giovani fannulloni che scelgono di restare a vivere con mamma e papà. Lo sa bene Giovanni Cafagna che da anni segue gli stagionali:

“La presunzione e l’arroganza dei datori di lavoro ha raggiunto livelli inaccettabili perché hanno la sfrontatezza di dichiarare pubblicamente che le persone rifiutano uno stipendio di 900 euro. Per un qualsiasi CCNL la paga sindacale per 40 ore, tredicesima, quattordicesima e liquidazione inclusa, prevede uno stipendio netto di 1.400 euro almeno.”

Ma le ore per gli stagionali non sono 40 in una settimana, si lavora anche 12 o 13 ore al giorno, tutta la settimana, prendendo anche 1.500 euro che fanno 4 euro l’ora come è emerso da un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano sulla Riviera Romagnola. C’è chi offre 800 euro in busta paga e 400 euro in nero anche con contratti per meno ore di quelle lavorate.

“Ma chi è che andrebbe a lavorare, sfruttato, per 12 ore al giorno, 7 giorni su 7? - si chiede Cafagna - Non ti do 900 euro perché stai lavorando per quella cifra, ma 900 euro perché stai lavorando sottopagato.”

Ma la verità sulla situazione dei lavoratori stagionali in Italia e della mancanza di manodopera è legata anche e soprattutto alla precarietà di un sistema di sostegno da parte dello Stato che si è andato sgretolando negli anni. “Nel 2015 il governo Renzi con il Jobs Act ha introdotto la Naspi - precisa Cafagna - che ha ridotto l’indennità di disoccupazione per i lavoratori stagionali. Oggi hai diritto alla metà delle settimane lavorate quindi se lavori 6 mesi hai diritto a 3 di disoccupazione.”

Sono molti i lavoratori da sempre stagionali che hanno trovato alternative motivo per cui si va prosciugando nel tempo il bacino di manodopera a disposizione per la stagione estiva. Con la pandemia, ci ricorda sempre il presidente di ANLS, il problema poi è esploso “le settimane di lavoro si sono ridotte e chissà quando torneremo a una stagione piena di 6 mesi.”

Gli stagionali, le persone che devono mantenere una famiglia, non possono pertanto permettersi di lavorare per pochi mesi e contare poi su una disoccupazione striminzita.

Cafagna poi evidenzia anche il problema degli stagionali stranieri che hanno rinunciato in molti casi a venire in Italia a causa della pandemia che ha ridotto la stagione a 2 o 3 mesi lo scorso anno e quest’anno forse a 4 o 5 dai 6 su cui si poteva contare in tempo pre Covid. Inoltre i giovani sono sempre meno.

Mancano gli stagionali, ma il reddito di cittadinanza è un falso problema

Se mancano gli stagionali quindi il reddito di cittadinanza, che viene spesso brandito da più parti per avallare questa o quella causa, è solo un falso problema.

“Il reddito di cittadinanza - spiega Cafagna - non serve solo a sostenere chi ha difficoltà a trovare lavoro, ma il suo senso è anche evitare che le persone accettino condizioni di lavoro non congrue sottostando a ricatti economici. Non credo che il motivo della mancanza di stagionali sia il reddito di cittadinanza, e se così può esserlo per una minima e sporadica parte.”

I giovani che rifiutano il lavoro stagionale non lo fanno perché preferiscono il reddito di cittadinanza e chi lo pensa, sostiene il sindacalista, è perché non sa come funziona questo strumento di sostegno al reddito che viene attribuito al nucleo familiare e non al singolo.

Cafagna, che ha un CAF, sottolinea che tra i suoi iscritti (4mila circa) le domande presentate per il reddito di cittadinanza sono state davvero poche, 5 o 6, e principalmente da chi non ha lavorato lo scorso anno.

Generalizzare dicendo che i giovani non hanno voglia di lavorare o che il reddito di cittadinanza porta a rifiutare il lavoro non è l’approccio giusto, ammesso che vi possano essere dei casi in cui invece è proprio così.

Le parole di chi vive e sente il mondo dei lavoratori stagionali ci fa comprendere che ancora una volta le cause vanno ricercate in un mondo del lavoro precario, senza certezze e soprattutto senza diritti.

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