La produzione dell’industria statunitense si è contratta per 8 mesi consecutivi, il periodo più lungo dalla Grande Depressione.
Il settore manifatturiero statunitense continua a diminuire vertiginosamente mentre i tassi di interesse elevati aumentano il loro tributo sull’industria americana. L’indice dei responsabili degli acquisti degli Stati Uniti (PMI), il principale indicatore della produzione industriale, è sceso al livello più basso dalla pandemia di Covid.
Nello specifico, il PMI americano a giugno è sceso a 46 punti. Nel maggio 2020, al culmine della prima ondata Covid , la stessa misurazione indicava 46,9 punti.
Un PMI inferiore a 50 è indicativo di una contrazione nel settore manifatturiero. Per il periodo più lungo dalla Grande Depressione, il PMI americano è rimasto al di sotto della soglia per 8 mesi consecutivi.
«La salute del settore manifatturiero statunitense ha subito una brusca svolta in peggio a giugno», ha dichiarato il capo economista di S&P Global Market Intelligence Chris Williamson, «aggiungendosi alle preoccupazioni per l’economia che potrebbe scivolare in recessione nella seconda metà del anno.»
I discorsi su una recessione negli Stati Uniti sono in corso dalla fine del 2022. Finora, l’economia americana si è dimostrata incredibilmente resistente, con la disoccupazione che rimane costantemente bassa.
Ma la Federal Reserve (la banca centrale americana) ha messo alla prova l’economia statunitense con la più rapida serie di aumenti dei tassi di interesse in 40 anni. La strategia aggressiva della Fed ha quasi causato una crisi bancaria all’inizio di quest’anno, mentre le società statunitensi hanno iniziato a risentire della pressione sui tassi di interesse.
Il ruolo della manifattura in America
Un altro motivo per cui la produzione manifatturiera statunitense è diminuita è la debole domanda interna. Da anni ormai gli Stati Uniti, in quanto paese più ricco del mondo, sono passati da un’economia basata sull’industria a un’economia basata sui servizi.
Dagli anni ’80, le importazioni in America hanno sempre più superato le esportazioni. Insomma, gli Stati Uniti non producono più beni, bensì servizi.
Ciò ha permesso a giganti dell’industria come la Cina e la Germania di prendere il posto degli Stati Uniti, la prima con manodopera a basso costo e la seconda con tecnologie avanzate.
Decenni di importazioni superiori alle esportazioni negli Stati Uniti sono stati resi possibili anche all’eccezionale potere del dollaro. In quanto valuta di riserva globale, il dollaro «garantisce» il debito statunitense, che continua a crescere nonostante sia il 20% più grande dell’intera economia americana.
Ma il mondo sta cambiando velocemente. La manodopera cinese ora è molto più costosa poiché anche la Cina sta passando a un’economia basata sui servizi. La recessione e la stagnazione economica stanno distruggendo anche l’industria tedesca.
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In sostanza, gli Stati Uniti devono riavviare la loro industria, soprattutto se vogliono affrontare una volta per tutte il loro enorme debito. La più grande economia del mondo non può fare affidamento sulla produzione straniera se vuole mantenere a lungo il suo apice.
Questo è ciò che la nuova «Bideneconomics» sta cercando di affrontare. Sebbene nelle primissime fasi, la nuova strategia economica statunitense avrà conseguenze di vasta portata.
Articolo pubblicato su Money.it edizione internazionale il 2023-07-05 11:28:40. Titolo originale: US manufacturing drops to Covid levels, signaling recession ahead
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