Il giornalista Roberto Mazzoni commenta la sconfitta di Donald Trump alle elezioni americane ed elenca gli errori che l’ex Presidente ha commesso negli ultimi mesi.
Joe Biden è il nuovo Presidente degli Stati Uniti d’America: nelle ultime elezioni americane, infatti, è stato lui a prevalere sull’avversario (nonché ex Presidente americano) Donald Trump.
“Questa elezione è lo sviluppo di quello che sarà l’impeachment”, ha commentato Roberto Mazzoni, giornalista intervistato da Money.it. Qualora i repubblicani fornissero i voti necessari per condannare Trump, questa mossa costituirebbe “la fine del partito repubblicano, una spaccatura importante che determinerebbe la fine del partito stesso”. Ma l’impeachment è considerato incostituzionale, oltre che essere ormai superfluo visto che Trump non ricopre più il ruolo di Presidente.
Quali sono stati gli errori commessi da Trump durante l’emergenza coronavirus e durante la sua legislatura che non hanno permesso una nuova rielezione? Cosa ha determinato la sua sconfitta?
leggi anche
L’autodistruzione politica di Donald Trump
Trump è stato sconfitto: quali errori ha commesso?
La Georgia e l’Arizona, entrambe controllate dai repubblicani, hanno permesso a Biden di divenire il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Per questo motivo, Roberto Mazzoni esordisce dicendo che «Trump è stato abbattuto dal suo stesso partito», oltre a ricordare come l’ex Presidente abbia commesso degli errori nel corso del suo mandato, “tutti dovuti al fatto che abbia lasciato le porte aperte ai suggerimenti del suo partito”.
Il primo, clamoroso, errore, forse anche il più palese è stata la nomina della Commissione Covid con l’immunologo Anthony Fauci “che ha portato a tutta una serie di misure che poi hanno favorito la modifica delle leggi e dei sistemi elettorali”. Questo potrebbe essere stato, secondo il giornalista, l’atto che ha determinato l’esito delle elezioni. Prima dell’emergenza coronavirus, infatti, tutti davano Trump come vittorioso alle elezioni: “l’economia era molto forte, il seguito era importante, c’erano tutte le premesse perché ci fosse una riconferma”.
Un’altra cosa molto importante è stata anche “dare seguito ai pacchetti di finanziamento per il Covid”, un’azione che ha sicuramente giovato alle famiglie ma al tempo stesso ha “rimpinguato Wall Street”.
In secondo luogo, comunque, Trump aveva anche accettato tutti i suggerimenti del suo partito nella nomina dei vari responsabili al Ministero della Giustizia, azione che ha “favorito la prima indagine - la famosa caccia alle streghe - sul Russiagate e poi l’impeachment successivamente”. Motivo per cui è noto come i responsabili della Giustizia abbiano di fatto remato contro Trump, anziché sostenerlo nel suo percorso.
In ultimo, anche “il rifiuto di indagare su quelle che erano le segnalazioni e i problemi delle elezioni” ha influito sull’esisto delle elezioni stesse.
Il ruolo del Never Trump movement
A pesare sulla sconfitta di Donald Trump alle elezioni sono stati anche i compagni di partito e in particolare l’ala storica del Never Trump movement, ovvero quella schiera di figure pubbliche che si considerano conservatori, militano o si riconoscono nel Partito Repubblicano, ma che di fatto non hanno condiviso nemmeno all’inizio la politica di Trump.
L’ex Presidente era visto come “una brutta sorpresa nella storia del percorso repubblicano” e i never trumpers, quindi, hanno cercato di eliminarlo sin dall’inizio.
Non appena eletto, comunque, Trump poteva godere della maggioranza su tutto: aveva la Casa Bianca, aveva la Camera e il Senato, quindi avrebbe potuto fare moltissime cose. “Hanno fatto poco rispetto a quello che potevano perché sia alla Camera sia al Senato hanno remato contro”.
© RIPRODUZIONE RISERVATA