Quale sarà l’impatto sull’economia italiana della vittoria del centrodestra e di Giorgia Meloni alle elezioni politiche del 25 settembre? Ecco cosa potrà cambiare e come reagiscono i mercati.
Le elezioni politiche del 25 settembre hanno fatto registrare una chiara vittoria del centrodestra e della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. Proprio lei potrebbe essere la nuova presidente del Consiglio, incaricata di formare il nuovo governo. Esecutivo che si troverà davanti una serie di sfide: alcune inevitabili, a partire dal caro energia, altre che invece derivano anche dalla natura stessa della nuova maggioranza.
Quale sarà l’impatto sull’economia della nascita del nuovo governo? Di sfide davanti ce ne sono tante: il Pnrr da completare, il caro energia, la legge di Bilancio da preparare con una crescita stimata al ribasso per il 2023 e al di sotto dell’1%. Non solo, perché ci sono alcune partite molto delicate da chiudere: Ita, Tim-Oper Fiber, Monte dei Paschi di Siena.
Un periodo tutt’altro che semplice e che metterà alla prova il nuovo governo, probabilmente guidato da Giorgia Meloni. Il vero pericolo, al momento, non sembra essere per la democrazia, come paventato da tanti oppositori in campagna elettorale; il vero pericolo è per l’economia, soprattutto in considerazione delle tante spese che attendono l’esecutivo e del rischio di rapporti delicati con l’Ue.
La legge di Bilancio e i primi guai
Il primo problema per la nuova maggioranza verrà dalla legge di Bilancio. Sia per le tempistiche strettissime, che per il capitolo risorse: serviranno subito circa 4 miliardi per confermare il taglio del cuneo fiscale per i lavoratori con reddito sotto i 35mila euro, a cui aggiungere i soldi per un costoso intervento contro il caro energia.
È vero che una parte delle coperture potrebbe arrivare da un taglio del reddito di cittadinanza, ma è altrettanto vero che l’ipotesi di uno scostamento di bilancio è tutt’altro che remota. La Lega spinge in questa direzione da settimane, ma Meloni ha sempre detto no. Eppure in una situazione emergenziale come quella dell’autunno non è da escludere anche uno scontro sui conti.
Cosa succederà alle pensioni
La nascita di un nuovo governo avrà ripercussioni importanti sul capitolo pensioni. A fine anno finisce la quota 102 e arriva anche la scadenza per Opzione donna e Ape sociale. Senza un intervento urgente dall’1 gennaio 2023 si tornerebbe alla legge Fornero. Difficile che questo avvenga, con una maggioranza di centrodestra che spinge per un anticipo pensionistico simile alla quota 102 o alla quota 41.
Ma anche questa soluzione avrebbe costi rilevanti. Soprattutto considerando che molte risorse serviranno per adeguare le pensioni alle inflazioni. Il tema previdenziale occuperà quindi gran parte della discussione della prossima manovra e porterà spese ingenti per le casse dello Stato. Sicuramente un governo di centrodestra interverrà sul tema, ma capire come non è semplice.
La crisi energetica
La prima urgenza sarà quella energetica, con interventi necessari contro il caro bollette. Misure che avranno un costo molto alto, ma che sono inevitabili per aiutare famiglie e imprese in difficoltà. Intervenire contro il caro energia potrebbe avere conseguenze di due tipi per l’economia italiana: o uno scostamento di bilancio o la necessità di tagliare altre misure. Con effetti che potrebbero ricadere anche sulla crescita, già stimata in calo.
La revisione del Pnrr
Un impatto importante sull’economia italiana può poi averlo il Pnrr, lo strumento grazie al quale l’Ue fornisce risorse - a fondo perduto e a prestito - all’Italia dopo la pandemia di Covid. Il centrodestra ha chiesto di poterlo modificare, con Fratelli d’Italia che ha parlato anche di una revisione per adeguare il piano all’inflazione e al caro energia.
Un’ipotesi al momento lontana, mentre sembra più probabile un correttivo (quindi non una revisione sostanziale) del Pnrr. Una modifica più ampia rischierebbe invece di portare a un braccio di ferro con l’Ue: non di certo il miglior modo di presentarsi davanti a un interlocutore che ha già fatto notare tutta la sua diffidenza verso quello che dovrebbe essere il nuovo governo italiano.
Un governo Meloni e i rapporti con l’Ue
Una delle novità principali, dal punto di vista politico ed economico, con la nascita del nuovo governo riguarda i rapporti con l’Unione europea. Nessun rischio di un’uscita dell’Italia dall’Ue, hanno assicurato tutti i leader del centrodestra. Ma che i rapporti possano essere più tesi che in passato sembra molto probabile. E non solo perché non c’è più una figura come quella di Mario Draghi alla guida dell’esecutivo.
Innanzitutto perché sia Fratelli d’Italia che la Lega non fanno parte della maggioranza che sostiene la Commissione guidata da Ursula von der Leyen. Anzi, entrambi sono partiti che fanno parte di schieramenti ritenuti estremisti a Bruxelles, oltre che alleati di governi, come quelli di Polonia e Ungheria, spesso tacciati come illiberali.
Per il momento la Commissione Ue rassicura spiegando che lavora con i governi eletti allo stesso modo, augurandosi di poter avere una cooperazione costruttiva con il nuovo esecutivo a Roma. Qualche rassicurazione arriva anche dal Partito Popolare europeo, secondo il quale Forza Italia (che fa parte del Ppe) “guiderà il prossimo governo” in un percorso all’interno di un’Europa “forte e stabile”.
Come reagiranno i mercati al nuovo governo
La prima reazione dei mercati all’esito delle elezioni politiche non sembra portare cattive notizie. In uno scenario complessivamente negativo per le borse europee, Piazza Affari regge e resta in positivo. La vittoria netta del centrodestra offre un elemento di stabilità che sembra gradito dai mercati. Inoltre, spiegano gli analisti, la vittoria della coalizione guidata da Meloni era attesa.
Non si registrano grandi cambiamenti neanche per quanto riguarda lo spread, che è in crescita ma di poco. E anche per il futuro non ci si attendono particolari preoccupazioni anche perché difficilmente - spiegano ancora gli esperti - la Bce si può rifiutare di intervenire in caso di emergenza.
Per ora i mercati sospendono il giudizio sul nuovo governo, aspettandolo al varco al primo esame: la legge di Bilancio. Da lì qualcosa potrebbe cambiare. Ma per ora le attese, spiegano ancora gli analisi, non sono preoccupanti: Fratelli d’Italia sembra voler mantenere una rigida disciplina fiscale, al contrario di altri partiti della sua coalizione. I conti italiani, quindi, non sarebbero a rischio e i mercati potrebbero tirare un sospiro di sollievo.
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