I record dell’asset class equity hanno confermato il nostro ultimo outlook. Il trend rialzista appare ben strutturato ma potremmo assistere ad una fase interlocutoria nell’ottava in corso
La crisi della Corea del Sud, le difficoltà politiche in territorio francese e l’ancora irrisolto e persistente conflitto Russia-Ucraina non hanno influito sui destini dei principali listini azionari internazionali.
La trascorsa ottava ha, di fatto, confermato la già buona intonazione di fondo beneficiando di nuovi ulteriori record sul versante statunitense.
Da inizio anno il saldo oltrepassa abbondantemente i venti punti percentuali (+21,64% per il MSCI World Usd) e, attualmente, gli elementi per poter assistere ad un ennesimo incremento sono alquanto evidenti.
Asset class azionaria
Il principale benchmark azionario MSCI World Usd ha confermato la dinamica del nostro precedente outlook dove le quotazioni, gravitando «al di sopra della retta mediana appartenente al Raff Regression Channel tracciato in corrispondenza dei minimi registrati a ottobre 2022», facevano «ben sperare in ottica di ripresa dei corsi con obiettivo in corrispondenza di nuovi record».
Guardando alle quotazioni, oggi il rialzo conseguito nell’ultima tornata settimanale pone il livello dei prezzi a ridosso di un importante punto di arrivo rappresentato dall’area di prezzo 3.890,68 punti ovvero la trendline rialzista parallela alla mediana del medesimo Raff Regression Channel. Auspicare il conseguimento di quest’ultimo traguardo non è sbagliato, ma, allo stesso tempo, è ancor più sensato aspettarsi una immediata e fisiologica pausa rappresentata da una prima fase di vendite.
Se ciò dovesse accadere, quest’ultime, vedrebbero un primo potenziale downside circoscritto a quota 3.741,76 che, in caso di violazione, comporterebbe una plausibile prosecuzione del ribasso fino a minimi dello scorso agosto (soglia 3.313,57 punti).
Buona reazione settimanale anche per il “contrapposto” basket azionario emergente che, attraverso il sottostante MSCI Emerging Market ha messo a segno un balzo in avanti superiore ai due punti percentuali (+2,46% ). Nonostante quest’ultimo upside l’intero palinsesto algoritmico non beneficia di importanti mutamenti poiché i principali leading e lagging indicators si presentano orientati alla vendita, ma, seppure con valori decisamente ridimensionati rispetto alla nostra precedente osservazione.
Per poter assistere ad una ripresa con maggiore vigore è necessario un ulteriore allungo che, tecnicamente, corrisponde ad una chiusura weekly superiore all’area di prezzo 1.122,28 punti: in assenza di questo importante obiettivo l’intera asset class equity emerging potrebbe ritestare soglia 1.082 punti.
I record di oltre oceano
L’importante piazza finanziaria a stelle e strisce rappresentata dall’indice azionario S&P 500 ha conseguito nuovi massimi con aggiornamento dei suoi recenti record. Il nostro obiettivo a quota 6.053,59 punti è stato ampiamente conseguito (massimo settimanale a 6.099,97 punti) e, attualmente, un prossimo e plausibile target viene individuato in corrispondenza di soglia 6.201,49.
Particolare attenzione, però, ad una prima forma di debolezza sul versante algoritmico che, comprensibilmente, potrebbe agevolare una fase interlocutoria caratterizzata da una flessione limitata alla tenuta del supporto di area 6.017,50 punti. Rimanendo sempre oltre oceano, il comparto tecnologico rappresentato dall’indice Nasdaq 100, porta inevitabilmente con sé la prospettiva di un immediato raggiungimento della nuova soglia psicologica collocata a 22.000 punti: pur confermando questa aspettativa, come per le precedenti views, una fisiologica pausa non può essere esclusa. Attenzione, quindi, all’emotività.
Il Vecchio continente insegue
Anche in Europa i principali listini azionari hanno concluso le rispettive ottave oltre la parità con un indice Stoxx Europe 600 di nuovo alla ricerca di valori ben più attrattivi che, a livello grafico, vedono la prossima destinazione in coincidenza a soglia 526 punti.
Osservando l’intero palinsesto algoritmico, però, emerge un chiaro scenario contrastato tra leading e lagging indicators: i primi in leggero buy signals, mentre, i secondi ancora in stato neutrale. Consapevoli di queste risultanze, la prosecuzione del rialzo, potrebbe subire un arresto già a partire dall’ottava in corso e, pertanto, la cautela appare il suggerimento migliore.
In Asia permane la calma
In Asia i listini borsistici di Giappone e Cina non hanno risentito della crisi in territorio sud coreano ed, entrambi, hanno terminato la loro settimana in territorio positivo. Sul nipponico Nikkey 225 l’attuale obiettivo è facilmente collocabile in corrispondenza della soglia psicologica dei 40.000 punti, mentre, per l’indice Shangai Composite il target vede soglia 3.452,30 punti quale principale approdo nel brevissimo termine.
Coerentemente all’intero scenario azionario finora illustrato, anche per l’area Asia/Pacifico, è ipotizzabile un momento di debolezza che, seppur limitato, potrebbe rappresentare una pausa prima di nuovi massimi di periodo.
Una pausa in vista?
Beneficiando dei recenti massimi conseguiti dall’intera asset class equity il consueto rally di fine anno sembra poter godere di basi solide che, oggettivamente, agevolerebbero il concreto rialzo atteso. Al momento, però, appare necessaria una circoscritta e limitata fase di discesa dei prezzi al fine di poter favorire a pieno la forza dei compratori. L’ottava in corso potrebbe rappresentare questa necessaria “pausa” in vista di nuovi massimi.
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