Mercati sotto pressione: non bastava l’inflazione, si aggiunge la crisi immobiliare Usa

Claudia Cervi

25 Agosto 2022 - 10:57

Le vendite di case nuove scendono da inizio anno (-12,6% solo a luglio): nuova grana per la Fed che da Jackson Hole dovrà gestire un mix esplosivo di inflazione e rischio di crisi immobiliare.

Mercati sotto pressione: non bastava l’inflazione, si aggiunge la crisi immobiliare Usa

Tutti gli occhi sono puntati su Jackson Hole, dove oggi prende il via la 45ma edizione del Simposio della Fed. Si alterneranno i discorsi di banchieri centrali, economisti ed esponenti politici per parlare di inflazione, di politica monetaria, di rallentamento economico e della temuta recessione.

I principali Future di Wall Street si muovono al rialzo: il future sull’S&P 500 sale dello 0,87%, quello sul Nasdaq dell’1% circa e quello sul DowJones dello 0,65%.

Ogni singolo dato macroeconomico è letto con massima attenzione per intravedere segnali che confermano o smentiscono questa tesi e i mercati restano sotto pressione con un elevato rischio di speculazione.
L’ultima tegola arriva dall’immobiliare Usa: i dati sulle vendite di case nuove non promettono nulla di buono.

Si discuterà anche di questo a Jackson Hole?

Tassi, inflazione e recessione: le sfide di Jackson Hole

Al centro dei dibattiti del Simposio, le scelte di politica monetaria delle banche centrali chiamate a «riconsiderare i vincoli all’economia e alla politica» alla luce di un’inflazione che non può più essere considerata «temporanea», come l’aveva definita Powell un anno fa.

L’aspettativa per le parole del numero uno della Fed è altissima: le decisioni che la banca centrale annuncerà a Jackson Hole si rifletteranno nei mesi a venire oltre i confini americani.

Ma non è solo l’inflazione più alta dagli anni ’80 a spaventare i mercati: la prospettiva che il rallentamento dell’economia possa tramutarsi in recessione (quasi certa per l’Europa) è alimentata anche dal rischio di una nuova crisi immobiliare negli Stati Uniti.

Frena il mercato immobiliare Usa

Le vendite di case nuove si stanno riducendo pericolosamente da inizio anno. Solo nel mese di luglio la contrazione è stata del 12,6%, a 511.000 unità, al di sotto delle aspettative fissate a 575.000 e da 590.000 unità precedenti. Anche le vendite di case esistenti sono scese a luglio del 5,9%. Per ritrovare una serie di ribassi di questa entità bisogna andare nel periodo tra agosto 2013 e gennaio 2014.

Andamento delle vendite di abitazioni Usa Andamento delle vendite di abitazioni Usa Fonte: Tradingeconomics.com - Census Bureau

Un problema in più per la Fed che nei prossimi mesi dovrà gestire un mix esplosivo di inflazione, diminuzione del Pil (diminuito per due trimestri consecutivi) e crisi immobiliare.

Sebbene le vendite di case nuove rappresentino solo il 20% del mercato immobiliare complessivo, l’indotto di investimenti e occupazione è nettamente superiore di quanto faccia la vendita di case esistenti. Ecco perché è un dato strategico per l’economia e per i mercati finanziari, sia per l’impatto diretto sull’economia che come indice di fiducia dei consumatori.

L’aumento aggressivo dei tassi di interesse da parte della Fed, necessario per combattere l’inflazione, ha spinto alle stelle i tassi dei mutui, innescando una brusca reazione nel mercato immobiliare: mutui più costosi implicano un minor accesso al credito per chi vuol comprare casa.

La flessione repentina delle vendite di case nuove potrebbe dunque annunciare un periodo di recessione. Questo non significa che dobbiamo aspettarci una crisi del settore immobiliare simile a quella del 2007-2008: nel corso delle recessioni che si sono succedute negli ultimi 50 anni, le vendite di abitazioni sono crollate ma i prezzi non sono scesi (con la sola eccezione della recessione innescata dal caso Lehman), ma hanno solo rallentato.

I segnali di rallentamento visibili sui dati delle vendite lasciano però supporre che una recessione sia già in atto, senza dover attendere il comunicato ufficiale del National Bureau of Economic Research, che di norma impiega dai sei ai nove mesi per confermarlo.

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