Il 2022 è stato tra i più caotici per i mercati: dalle azioni alle obbligazioni fino alle valute digitali e alle materie prime, la volatilità è stata drammatica. Cosa è successo? I principali shock.
I mercati stanno archiviando uno degli anni più turbolenti di sempre: cosa è successo nel 2022?
Dalle azioni globali fino alle obbligazioni, passando per le valute e le materie prime, tutti gli asset hanno subito shock e oscillazioni profonde, con migliaia di miliardi di dollari spazzati via.
Come specificato in una analisi di Reuters, le azioni a livello mondiale sono in calo per un valore di $14 trilioni e si avviano verso il loro secondo peggior anno mai registrato, con quasi 300 aumenti dei tassi di interesse e diversi rally di oltre il 10% che hanno reso la volatilità quasi dominante.
I fattori trainanti di tali sconvolgimenti sono stati la guerra in Ucraina, combinata con l’inflazione dilagante quando le economie globali si sono riprese dalla pandemia, ma non del tutto, considerando la situazione della Cina. Poi è in corso una vera e propria rivoluzione energetica che ha scioccato l’Europa, oltre al cambio repentino di passo delle banche centrali, con i loro aumenti dei tassi.
I Treasuries statunitensi e le obbligazioni tedesche, i punti di riferimento dei mercati dei prestiti globali e le tradizionali attività su cui puntare in periodi difficili, hanno perso rispettivamente il 16% e il 24% in dollari.
Questi sono soltanto alcuni degli eventi turbolenti dell’anno: cosa è accaduto ai mercati nel 2022? E quanto gli shock passati influenzeranno gli investimenti nel 2023.
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Dal post-Covid alle banche centrali falco: i primi segnali del tracollo
Stando alle valutazioni degli esperti, il dramma è iniziato non appena è diventato chiaro che il Covid non avrebbe bloccato di nuovo l’economia globale e la banca centrale più influente del mondo, la Federal Reserve statunitense, era seriamente intenzionata ad aumentare i tassi di interesse.
I rendimenti dei Treasury decennali sono balzati all’1,8% da meno dell’1,5%, abbattendo del 5% l’indice azionario mondiale MSCI solo a gennaio.
Quel rendimento è ora al 3,68%, le azioni sono scese del 20% mentre i prezzi del petrolio sono aumentati dell’80% prima di diminuire. La Fed ha effettuato rialzi di 400 punti base e la Banca centrale europea un record di 250 punti base, nonostante l’anno scorso avesse dichiarato che era improbabile che si muovesse.
Nei mercati emergenti, i problemi di inflazione e di politica monetaria della Turchia sono costati alla lira un altro 28%, ma il suo mercato azionario è il migliore al mondo.
L’Egitto sotto pressione ha svalutato la sua moneta di oltre il 36%. Il cedi del Ghana è crollato del 60% e lo Sri Lanka è in default. Nonostante sia ben al di sotto dei massimi di giugno, il rublo russo è ancora la seconda valuta con le migliori prestazioni al mondo, supportata dai controlli sui capitali di Mosca.
Se mi chiedi cosa accadrà il prossimo anno, non saprei davvero dirtelo, ha evidenziato Robert Alster, Chief Investment Officer di Close Brothers Asset Management, che, come molti, ha anche sottolineato il duro colpo che la sterlina e i mercati obbligazionari britannici hanno subito quando il governo di Liz Truss ha presentato una manovra di spese non finanziate.
I rendimenti dei Gilt decennali sono saliti di oltre 100 punti base e la sterlina ha perso il 9% nel giro di pochi giorni, mosse la cui portata è rara nei principali mercati.
Quello che è successo nei mercati globali quest’anno è stato traumatico, ha affermato Stefan Gerlach, capo economista della banca EFG ed ex vice governatore della banca centrale irlandese.
“Ma se le banche centrali non avessero sottovalutato l’aumento dell’inflazione in modo così drastico e non avessero dovuto aumentare i tassi di interesse, non sarebbe stato così catastrofico”, ha aggiunto.
Tech, Cina, materie prime sotto i riflettori
L’impennata dei tassi ha anche sottratto 3,6 trilioni di dollari ai titani della tecnologia. Facebook e Tesla hanno entrambi registrato perdite di oltre il 60%, mentre Google e Amazon sono rispettivamente in calo del 40% e del 50%.
Le azioni cinesi hanno messo in scena un rally in ritardo dopo i segnali di allentamento della politica Zero-Covid, ma sono ancora in calo del 25% e il debito pubblico dei mercati emergenti in dollari si allarga.
Anche le offerte pubbliche iniziali e le vendite di obbligazioni sono crollate quasi ovunque, a eccezione del Medio Oriente, mentre le materie prime sono state l’asset class con le migliori performance per il secondo anno consecutivo.
L’aumento di oltre il 50% del gas naturale è stato il migliore in assoluto nell’ambito, anche se in gran parte a causa della guerra in Ucraina che a un certo punto aveva portato i prezzi a un +140%.
Le crescenti preoccupazioni per la recessione insieme al piano dell’Occidente di smettere di acquistare petrolio russo significano che il Brent ha restituito l’intero 80% guadagnato nel primo trimestre, così come il grano e il mais.
I grafici proposti da Reuters sono chiari nel far capire come le materie prime siano state scosse durante l’anno e, soprattutto, dalla guerra:
Shock criptovalute
Il criptomercato è stato ancora più caotico. Bitcoin chiude il 2022 in piena incertezza.
La valuta digitale ha perso il 60% del suo valore, mentre il più ampio mercato si è ridotto di $ 1,4 trilioni, schiacciato dal crollo dell’impero FTX di Sam Bankman-Fried, Celsius e le presunte «stablecoin» Terra e Luna.
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