L’Italia si posiziona nella quart’ultima posizione della classifica per l’efficienza del mercato del lavoro: peggio di noi solo Ungheria, Croazia e Grecia.
Il mercato del lavoro italiano è tra i meno efficienti d’Europa; lo rivela un’elaborazione del Centro Studi ImpresaLavoro sulla base dei dati contenuti nel “The Global Competitiveness Report 2018-2019” pubblicato dal World Economic Forum.
Nel dettaglio, in termini di efficienza del mercato del lavoro l’Italia si posiziona nella quart’ultima posizione della classifica europea (25° su un totale di 28 Paesi), mentre nella graduatoria internazionale è al 79° posto su un totale di 140 Paesi censiti, facendo peggio di Paesi come Perù, Nigeria e India, o anche - restando in ambito europeo - di Bulgaria, Romania e Repubblica Ceca.
C’è però un aspetto positivo: il nostro Paese nell’ultimo anno ha guadagnato ben 37 posizioni nella classifica internazionale, a conferma che il mercato del lavoro nostrano sta migliorando in termini di efficienza.
Cosa si intende per mercato del lavoro efficiente?
Prima di analizzare nel dettaglio le prime posizioni della classifica europea sul mercato del lavoro è bene fare chiarezza sul significato di efficienza al quale si riferisce il report.
Nel dettaglio, l’indicatore dell’efficienza è il risultato di più voci; per ognuna di queste è stata realizzata una classifica apposita, per poi aggregare il tutto in un’unica graduatoria basata sull’indicatore generale dell’efficienza.
In particolare, i fattori analizzati sono:
- collaborazione nelle relazioni tra impresa e lavoratore: 114° nella graduatoria internazionale, 26° in quella europea;
- flessibilità nella determinazione dei salari: 135° nella graduatoria internazionale, 26° in quella europea;
- efficienza nella modalità di assunzione e licenziamento: 125° nella graduatoria internazionale, 24° in quella europea;
- legame tra salari e produttività: 127° nella graduatoria internazionale, 28° in quella europea;
- tassazione sul lavoro: 100° nella graduatoria internazionale, 12° in quella europea;
- politiche attive per il lavoro: 97° nella graduatoria internazionale, 28° in quella europea;
- partecipazione femminile nel mercato del lavoro: 60° nella graduatoria internazionale, 26° in quella europea.
In ambito europeo, quindi, il nostro Paese si colloca persino nell’ultima posizione della classifica per quanto riguarda il legame tra salari e produttività e per le politiche attive per il lavoro, con quest’ultimo fattore che dovrebbe beneficiare nei prossimi anni della riforma dei centri per l’impiego e dell’introduzione del reddito di cittadinanza.
A tal proposito Massimo Blasoni, presidente del Centro studi di ImpresaLavoro, ha commentato i suddetti dati sottolineando che il mercato del lavoro nostrano “contiene difetti strutturali che possono essere risolti solo con politiche di medio-lungo periodo”. Nel dettaglio, le misure necessarie per risolvere questi problemi sono diverse: ad esempio, occorre favorire un processo di innovazione sul versante della “contrattazione e della produttività”, ma specialmente è necessario prevedere “regimi fiscali di favore nei confronti di accordi che premiano risultati ed efficienza”.
Efficienza del mercato del lavoro: la classifica europea
Come anticipato, nella classifica europea sull’efficienza del mercato del lavoro l’Italia si colloca nella quart’ultima posizione: peggio di noi fanno solamente Ungheria, Croazia e Grecia.
Anche se fanno meglio di noi, deludono comunque Spagna (68° nel mondo, 24° in Europa), Francia (53° nel mondo, 20° in Europa) e Belgio (37° nel mondo, 16° in Europa).
In cima alla classifica troviamo invece la Danimarca, l’Irlanda e il Regno Unito, mentre i Paesi Bassi si collocano appena fuori dal podio. Ecco la classifica europea completa (tra le parentesi le posizione dello stesso Paese nella graduatoria internazionale).
CLASSIFICA EFFICIENZA MERCATO DEL LAVORO
- Danimarca (5°)
- Irlanda (7°);
- Regno Unito (8°);
- Paesi Bassi (10°);
- Germania (12°);
- Lussemburgo (13°);
- Svezia (17°);
- Finlandia (19°);
- Estonia (21°);
- Malta (24°)
- Austria (26°);
- Cipro (28°);
- Lettonia (29°);
- Lituania (32°);
- Portogallo (35°);
- Belgio (37°);
- Slovenia (43°);
- Repubblica Ceca (47°);
- Bulgaria (50°);
- Francia (53°);
- Romania (56°);
- Slovacchia (58°);
- Polonia (62°);
- Spagna (68°);
- Italia (79°)
- Ungheria (83°);
- Croazia (96°);
- Grecia (107°).
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