Il presidente Ebrahim Raisi è morto nello schianto dell’elicottero: l’ipotesi è quella dell’incidente ma c’è chi parla di attentato, a prescindere si tratta di un altro duro colpo per l’Iran.
Ebrahim Raisi è morto a causa di un incidente oppure è stato un attentato? Dopo ore di difficoltose ricerche è stato rinvenuto il corpo del presidente dell’Iran, ma nello schianto dell’elicottero hanno perso la vita anche altre importanti figure politiche del regime di Teheran come il ministro degli Esteri, Hossein Amir-Abdollahian. L’ agenzia di stampa statale IRNA successivamente ha reso noto che a bordo c’erano anche l’ayatollah Mohammad Ali Al-e Hashem - l’imam della preghiera del venerdì nella città di Tabriz - e il generale Malek Rahmati, governatore della provincia iraniana dell’Azerbaigian orientale.
Nella giornata di domenica Ebrahim Raisi stava volando a bordo di un elicottero dopo aver inaugurato una diga al confine con l’Azerbaigian alla presenza anche dell’omologo azero Ilham Aliyev; il presidente sarebbe dovuto giungere nella città iraniana di Tabriz, ma il velivolo si è schiantato poco prima di giungere a destinazione nelle vicinanze di Jolfa, nella parte Nord-Occidentale dell’Iran.
I soccorsi sono stati lunghi e difficoltosi a causa delle complicate condizioni meteo - nebbia e poi anche una forte nevicata -, con le autorità iraniane che in un primo momento hanno parlato di un “atterraggio duro” dell’elicottero, termine questo con cui i russi spesso hanno indicato uno schianto.
Ebrahim Raisi era presidente dell’Iran dal 2021 e, per molti, era destinato a diventare il prossimo Ayatollah. Considerato come un fervente conservatore, fin da quando era a capo della magistratura aveva avuto un ruolo centrale nella repressione delle proteste contro il regime.
Per l’Iran la sua morte è un altro duro colpo in un periodo dove a lungo si è parlato di una possibile scesa in guerra di Teheran contro Israele: tutto farebbe pensare a un incidente, ma in rete più di una voce non ha escluso l’ipotesi di un attentato.
Iran, morte Raisi: incidente o attentato?
Il presidente iraniano Ebrahim Raisi è morto in un incidente in elicottero all’età di 63 anni; con lui a bordo c’era anche il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian e altre sette persone, tutte decedute nello schianto.
La morte del presidente arriva in un momento difficile in Medio Oriente, con la guerra che infuria a Gaza. L’elicottero si è schiantato settimane dopo che l’Iran aveva lanciato un attacco con droni e missili contro Israele in risposta a un attacco mortale al suo complesso diplomatico a Damasco.
Raisi era la seconda persona più potente nella struttura politica della Repubblica islamica dopo il leader supremo Ayatollah Ali Khamenei, figura chiave anche nell’intensificazione della repressione del dissenso in Iran. La Costituzione iraniana prevede che adesso, dopo la morte del presidente, il ruolo venga assunto dal primo vicepresidente.
Subito i leader mediorientali hanno espresso il loro cordoglio per la morte di Ebrahim Raisi che, viste le cattive condizioni meteorologiche, sembrerebbe essere avvenuta a causa di un incidente.
Anche se ancora non ci sono informazioni chiare in merito allo schianto dell’elicottero avvenuto in una remota montagna, al momento dell’incidente sembrerebbe che ci fossero nubi basse e temperature più fredde della media nella regione nordoccidentale dell’Iran.
Le cause dell’incidente stando a una prima analisi degli esperti potrebbero essere il freddo con la possibilità che si sia formato del ghiaccio sulle pale del rotore, oppure un guasto al motore dovuto alla scarsa manutenzione.
In rete però non sembrerebbero mancare le teorie che parlano di un attentato. Nella zona infatti al momento dell’incidente sarebbe passato anche un aereo israeliano, con Tel Aviv che subito ha dichiarato di non avere nulla a che fare con l’incidente.
Quando verranno esaminati i resti dell’elicottero di certo si potrà sapere qualcosa di più su come è morto Ebrahim Raisi, il presidente iraniano che lascia un importante vuoto di potere proprio in uno dei momenti più difficili per il regime di Teheran.
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