Morte senza parenti: a chi va l’eredità?

Ilena D’Errico

5 Febbraio 2023 - 22:07

Cosa succede quando alla morte il defunto non lascia parenti? Ecco come avviene la divisione dell’eredità nei vari casi che si possono presentare.

Morte senza parenti: a chi va l’eredità?

Il Codice civile definisce la regolamentazione della successione ereditaria, stabilendo oltre ai criteri generici anche ciò che succede in assenza di testamento o di morte senza parenti. In quest’ultimo caso bisogna considerare, tuttavia, il grado di parentela più lontana rilevante per il Codice civile. Se alla morte del defunto, mancano i parenti più prossimi ma ci sono altri possibili eredi, infatti, l’eredità va a questi ultimi. Vediamo quindi di quali eredi si tratta e cosa succede, invece, quando non ci sono parenti considerabili eredi oppure sono deceduti.

Divisione dell’eredità se non ci sono parenti prossimi

Generalmente, i primi parenti che vengono in mente riguardo alla successione ereditaria sono i primi eredi considerati anche dalla legge. Si tratta, naturalmente, di coniuge, figli e genitori. In effetti questi eredi godono di una particolare tutela e priorità nell’assegnazione dell’eredità, a prescindere dall’esistenza di un testamento. Nonostante ciò, il Codice civile contempla altri parenti, anche più lontani, chiamati all’eredità in mancanza di quelli sopracitati. La regolamentazione deve essere rintracciata negli articoli 569, 570 e 572 del Codice civile, i quali delineano appunto l’eredità caso per caso.

In sintesi, se qualcuno muore senza lasciare:

  • figli;
  • genitori;
  • fratelli;
  • coniuge;

l’eredità viene divisa in parti eguali fra gli ascendenti di linea materna e paterna. Quando, però, gli ascendenti non hanno lo stesso grado di parentela, l’eredità è devoluta all’ascendente più vicino. Posto che con l’aumentare del grado si distanzia la parentela, nel caso affrontato l’eredità va a:

  • Nonni (ascendenti di 2° grado);
  • bisnonni (ascendenti di 3° grado);
  • trisnonni (ascendenti di 4° grado).

Quando, invece, mancano anche gli ascendenti, oltre ai parenti già citati e ai discendenti dei fratelli, l’eredità viene devoluta ai parenti prossimi senza distinzione di linea, ma comunque soltanto entro il 6° grado. Sono parenti di 6° grado:

  • I figli dei figli dei cugini;
  • i figli dei cugini dei genitori.

È evidente, quindi, che alle volte potrebbe soltanto sembrare che il defunto non avesse parenti, perché mancano quelli più prossimi. Allo stesso tempo, in mancanza di parenti fino al 6° grado il Codice civile non contempla altri eredi, anche qualora ci fossero parenti più lontani.

Eredità in caso di morte senza parenti, con e senza testamento

In caso di morte senza parenti (o perlomeno senza parenti entro il 6° grado) bisogna valutare se esista o meno un testamento. Quando il defunto ha lasciato un testamento vengono seguite le volontà indicate, a prescindere dall’esistenza di parentele o meno rispetto agli eredi designati. In questo caso, peraltro, non sussistono i problemi della legittima, perciò anche l’intera eredità può essere lasciata a un estraneo, come un amico ad esempio.

Quando, invece, il defunto non aveva parenti e non c’è un testamento, allora l’intera eredità è devoluta allo Stato.

Successione ereditaria in caso di parenti premorti

Per completezza, riguardo all’eredità in mancanza di parenti, bisogna anche considerare il caso in cui gli eredi sono morti prima del defunto. In effetti, si tratta di una situazione piuttosto probabile per cui una persona si può trovare al momento della morte senza eredi. In questo caso, in alcune condizioni, subentrano altri parenti nell’eredità, secondo il principio di rappresentanza. Questo avviene quando:

  • L’erede deceduto prima dell’apertura della successione ha discendenti, sia legittimi che naturali.
  • Il chiamato all’eredità premorto era, rispetto al defunto, figlio, fratello, sorella, discendente del fratello o della sorella.
  • L’erede premorto era il primo chiamato all’eredità (secondo la successione del Codice civile).

Questa eventualità è decisamente più ricorrente nella pratica, rispetto al lascito ereditario nei confronti dello Stato. È infatti molto più probabile che i parenti prossimi siano morti lasciando dei discendenti, anziché il contrario.

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