Multa autovelox: come contestarla, quando conviene farlo e importi

Antonella Ciaccia

02/05/2022

Multa autovelox: a fronte di numerosi ricorsi da parte degli automobilisti facciamo il punto sull’uso di questi dispositivi. Quando la multa stradale è valida e il verbale non impugnabile?

Multa autovelox: come contestarla, quando conviene farlo e importi

La normativa sull’autovelox è piuttosto ridotta e poco esauriente. La vicenda delle regole sulle modalità di utilizzo degli autovelox si trascina ormai dal 2010. Dell’utilizzo improprio degli autovelox e dei proventi delle multe comminate con questo strumento si sono occupate le aule parlamentari.

Il Governo si era dato l’obiettivo di mettere nero su bianco nei primi mesi del 2022 il nuovo decreto che disciplina il corretto utilizzo di questi sistemi di rilevazione della velocità ma ad oggi il tutto è ancora avvolto in una densa nube di fumo.

In mancanza di una normativa specifica sull’utilizzo dunque, le amministrazioni continuano a multare, ma, grazie ad alcuni ricorsi, cominciano a essere pronunciate sentenze che specificano i casi di irregolarità in virtù dei quali le multe vengono annullate.

La questione pertanto non è solo incentrata sull’irregolarità tecnica degli autovelox, ma anche sull’assenza di un decreto che ne disciplini l’installazione e il corretto utilizzo.

In questa guida esaminiamo come deve essere segnalato l’autovelox, come muoversi se si riceve una multa, quali importi sono previsti per le sanzioni e come contestarla.

Autovelox, come deve essere segnalato?

L’autovelox è un sistema di rilevamento della velocità degli autoveicoli con il quale le Forze dell’Ordine possono verificare il superamento dei limiti di velocità e applicare le relative sanzioni. L’articolo 142 del Codice della Strada, stabilisce che questi dispositivi devono essere segnalati preventivamente e risultare ben visibili agli automobilisti.

Ciò vale sia per le postazioni fisse sia per quelle mobili, ad esempio quando l’autovelox è situato a bordo del veicolo delle Forze dell’Ordine.

Gli autovelox devono essere omologati dal Ministero dei Trasporti e gestiti da chi svolge funzioni di Polizia Stradale, devono essere segnalati in modo evidente con cartelli e/o segnali luminosi (anche di notte) e, come detto sopra, anche le pattuglie che usano l’autovelox devono essere sempre visibili.

Gli autovelox devono rispettare una distanza minima; la segnaletica deve essere posizionata con un ragionevole anticipo, tale da permettere agli automobilisti di adeguare la propria andatura, ed evitare così di incorrere nella multa per eccesso di velocità

Vediamo poi la segnaletica: quando viene imposto un limite di velocità, dopo ogni incrocio deve essere rinnovato con un altro segnale. Se questa doppia segnalazione è assente, la multa dell’autovelox che si trova dopo l’incrocio viene considerata nulla.

Multa autovelox: motivi per un ricorso

In quali casi una multa autovelox è irregolare e quindi si può chiederne l’annullamento?

Ci sono elementi di base che caratterizzano le multe e che devono essere presenti anche sui verbali autovelox:

  • giorno;
  • luogo;
  • infrazione;
  • targa.

Se nel verbale mancano questi elementi assolutamente necessari si può seguire la strada del ricorso.

Sarà altrettante importante controllare che sia sempre indicato nel verbale:

  • la tollerabilità dell’autovelox (di cui parleremo nei prossimi paragrafi);
  • il modello dell’autovelox e l’omologazione rilasciata dal Ministero dei Trasporti;
  • la verifica della funzionalità e la modalità di utilizzo;
  • il provvedimento che indica le strade dove non è possibile fermare il guidatore.

Per questo ultimo punto infatti specifichiamo che l’infrazione dovrebbe essere contestata subito dalla pattuglia, ma in alcuni casi, come ad esempio sulle autostrade o strade extraurbane in cui può essere pericoloso fermare l’auto, non è possibile per le Forze dell’Ordine procedere alla contestazione.

Gli autovelox dovranno essere preceduti non da uno solo, bensì da un doppio segnale e il verbale con la multa deve dare atto della presenza dei suddetti cartelli di avviso. Nel verbale si deve trovare ammessa l’esistenza di questi cartelli di presegnalazione, e deve essere indicato anche il punto (in genere, il km progressivo della strada) dove essi sono posizionati.

Il verbale, per essere valido, dovrà anche specificare se la postazione di controllo della velocità e la relativa segnaletica era temporanea o permanente. In assenza di queste necessarie informazioni, la contravvenzione potrà essere annullata.

Ora tutti questi requisiti riguardano il verbale! Come abbiamo già precedentemente anticipato però ci sono molte casistiche e criticità non normate. Osserviamo come si è orientata la giurisprudenza fino ad ora.

Quando fare ricorso per rilevatore autovelox illegittimo

Definire regole omogenee sulle modalità di collocazione ed uso dei sistemi di rilevazione della velocità superando una serie di criticità e contenziosi è fondamentale affinché gli automobilisti abbiano indicazioni certe e uniformi sul territorio nazionale e si possa gestire il caos delle multe.

Grazie ad alcuni ricorsi cominciano a essere pronunciate sentenze che specificano i casi di irregolarità in virtù dei quali sono annullate le multe.

In particolare, la Cassazione, a fronte di numerosi ricorsi da parte degli automobilisti, ha avuto modo di precisare alcune regole sull’uso dell’autovelox che la Pubblica Amministrazione dovrebbe rispettare affinché la multa stradale sia valida e il verbale non impugnabile.

Osserviamone qualcuno.

Periodicità della revisione.
Gli autovelox devono essere revisionati periodicamente, un obbligo sancito anche dalla Corte Costituzionale con sentenza , numero 113 del 18 giugno 2015 che sancisce:

le apparecchiature devono essere obbligatoriamente sottoposte a verifiche di funzionalità e taratura. La verifica va fatta sia inizialmente sul prototipo sia periodicamente, con cadenza «in genere annuale», si legge nella disposizione che il ministero dell’Interno ha inviato a tutti i comandi di polizia il 26 giugno 2015.

Autovelox «invisibili».
La Cassazione, con l’Ordinanza 29595 dell’ottobre 2021, ha stabilito che l’obbligo di presegnalare e rendere visibili i controlli di velocità vale anche per gli autovelox installati sui veicoli in movimento. La pronuncia boccia le interpretazioni secondo cui l’obbligo varrebbe solo per i controlli eseguiti con apparecchi fissi sia che siano automatici sia in presenza di agenti.

Autovelox in città.
Per gli autovelox in città, sia un Giudice di Pace di Milano sia il tribunale di Firenze hanno stabilito che gli apparecchi devono essere installati su «strada urbana a scorrimento» che ha le caratteristiche stabilite dal Codice della Strada.
Nella fattispecie mancava la banchina pavimentata a destra, il marciapiede e le aree di sosta. Il Tribunale di Firenze, II sezione civile, nella sentenza n. 1518/2018 ha ritenuto illegittimo il provvedimento prefettizio di installazione di un autovelox su una strada priva di un elemento strutturale essenziale (la banchina).

Infine, con una recentissima Ordinanza n.4002 della Corte di Cassazione dell’8 febbraio 2022, si stabilisce che i due requisiti, preventiva segnalazione e visibilità, devono essere soddisfatti entrambi in modo autonomo e distinto affinché la rilevazione dell’infrazione sia legittima.

Importi previsti per sanzionare l’eccesso di velocità

Lo stesso art. 142 del Codice della Strada indica la “progressione” delle sanzioni a carico di chi viola i limiti di velocità.

Vediamo nel dettaglio quali multe sono previste a seconda del limite che si è superato:

  • fino a 10 km/h in più rispetto al limite consentito, si va da un minimo di 42 euro ad un massimo di 173 euro (da 4,67 euro a 224 euro se il rilevamento dell’infrazione avviene in orario notturno);
  • fra 10 km/h e 40 km/h in più, la sanzione prevista varia da 173 euro a 694 euro (da 224 euro a 898,67 euro nelle ore notturne);
  • fra 40 km/h e 60 km/h in più rispetto al limite, si applica un minimo di 543 euro ed un massimo di 2.170 euro, con sospensione della patente da uno a tre mesi (da 702,67 a 2.810,67 euro se l’eccesso di velocità sia stato rilevato in orario notturno);
  • oltre 60 km/h in più rispetto al limite, la sanzione va da 845 euro a 3.382 euro, con sospensione della patente da sei a dodici mesi (da 1.094,67 euro a 4.382,67 euro qualora l’infrazione sia stata rilevata nelle ore notturne).

Ricordiamo che per i neopatentati vigono soglie specifiche.

Per i recidivi le sanzioni si aggravano, chi commetta nuovamente la medesima violazione in un arco di tempo di due anni è soggetto a sanzioni accessorie più pesanti:

  • nel caso di superamento del limite di velocità fra 40 e 60 km/h, la sospensione della patente viene disposta da un minimo di otto mesi ed arriva a diciotto mesi;
  • scatta la revoca se si supera il limite oltre 60 km/h.

Gli autisti di professione, così come i conducenti di pullman e mezzi pesanti sono a loro volta soggetti a raddoppio della multa.

Con queste sanzioni quanti punti patente vengono tolti?
Oltre alle sanzioni amministrative, esistono alcune sanzioni accessorie, il cui grado di severità varia a seconda della infrazione commessa, ovvero:

  • fino a cinque punti in meno sulla patente, se il superamento del limite di velocità sia stato fra 10 km/h e 40 km/h;
  • fino a dieci punti in meno, se la violazione al limite di velocità era compresa fra 40 km/h e 60 km/h;
  • oltre dieci punti in meno, nel caso in cui sia oltrepassato di più di 60 km/h il limite di velocità.

Come si accennava precedentemente, per i neopatentati ed i professionisti è prevista una decurtazione raddoppiata dei punti dalla propria patente.

Tollerabilità dell’autovelox

Il decreto che disciplina le apparecchiature autovelox è il DM 29 ottobre 1997 “Approvazione di prototipi di apparecchiature per l’accertamento dell’osservanza dei limiti di velocità e loro modalità di impiego”, emesso dal Ministero dei Lavori Pubblici.

L’art. 1 del decreto stabilisce, in materia di accertamenti della velocità:

“ ... Al valore rilevato della velocità deve essere applicata una riduzione pari al 5%, con un minimo di 5 km/h. Nella riduzione è compresa anche la tolleranza strumentale”.

Questo significa che viene tenuto conto di un 5% “oltre” il limite di velocità indicato dai segnali stradali.

Facciamo un esempio: in autostrada, dove la velocità massima consentita è 130 km/h, la tolleranza dell’autovelox è fino a 136 km/h. Questo perché applicando la riduzione del 5% prevista dalle norme il valore scende a 129,2, ossia entro i limiti. Potremo vederci contestare una multa solo se viaggeremo dai 137 km/h in su.

Analoghe proporzioni vengono calcolate per tutte le altre tipologie di strade.

Tempi e modi del ricorso per multa autovelox

Prima di tutto, dopo la notifica della multa, si avranno 30 giorni per presentare ricorso al Giudice di Pace del luogo in cui è avvenuta l’infrazione. Questa procedura è attuabile in autonomia, anche senza avvocato e tramite Raccomandata A/R alla cancelleria del giudice stesso.

L’alternativa è il ricorso al Prefetto, da inoltrare entro 60 giorni dalla notifica. Il Prefetto è un organo “di parte”, quindi, senza motivazioni, documenti e prove davvero evidenti, cioè che non richiedano interpretazione, si avranno più difficoltà di accoglimento.

Schematicamente i termini sono:

  • 30 giorni per presentare il ricorso al Giudice di Pace se si è residenti in Italia;
  • per chi è residente all’estero si ha un limite di 60 giorni;
  • 60 giorni, senza distinzione di residenza, per presentare ricorso al Prefetto.

Non si può fare ricorso ad entrambi. Bisognerà in questi tempi raccogliere le prove e documenti utili per fare ricorso.

Per la valutazione o l’annullamento le tempistiche sono: 210 giorni nel caso del Prefetto e 180 per il Giudice di Pace.

Ultima considerazione: ricordiamo sempre che, pagando una multa nei primi 5 giorni, avremo il diritto allo sconto del 30%, per cui, prima di proporre un ricorso, cerchiamo di essere certi delle nostre ragioni.

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