Multa Iptv da 1.000 euro: scoperti 6.000 abbonati, cosa succede adesso

Ilena D’Errico

9 Ottobre 2022 - 19:08

Sono stati scoperti 6.000 abbonati a un servizio Iptv illegale, sanzionati con una multa da 1.000 euro. Cosa succede adesso per questi utenti e al server?

Multa Iptv da 1.000 euro: scoperti 6.000 abbonati, cosa succede adesso

La recente chiusura forzata di un sistema di Iptv diffuso da un imprenditore di Ascoli Piceno non ha ridotto la diffusione del cosiddetto pezzotto, nonostante l’operazione dedicata The Net abbia individuato numerosi servizi Iptv.

La Guardia di Finanza ha identificato in questa settimana 6.000 utenti abbonati a servizi di streaming illegale, i quali consentono a prezzi ridotti l’accesso a varie pay Tv, come Sky, tramite il protocollo Iptv.

Quest’ultimo è un sistema per guardare i canali televisivi attraverso la connessione Internet, che si basa per l’appunto sui protocolli TCP/IP. Di per sé dunque questo metodo non configura alcun reato, ma tutto dipende dallo scopo per cui viene utilizzato.

La prassi comune infatti è quella di sfruttare l’Iptv per accedere gratis (o quasi) ai servizi di streaming a pagamento come Sky, Netflix, Mediaset Extra, Dazn e Amazon Prime Video. Questo è un atto illegale, che prevede sanzioni piuttosto elevate. Ai 6.000 utenti recentemente individuati sono state difatti notificate multe da 1.000 euro. Cosa succede adesso?

Denuncia per streaming illegale: cosa succede?

Lo streaming Iptv per aggirare le protezioni dei servizi a pagamento è a tutti gli effetti illegale, sia per gli utenti che ne usufruiscono che per coloro che lo mettono in vendita. A seconda del caso, si prospetta una sanzione differente, in seguito alla denuncia.

L’utente che si limita ad usufruire del servizio per uso personale e privato, incorre in una multa variabile fra 134 e 1.032 euro, in base alla quantità di materiale sfruttato. Per coloro che usano lo streaming illegale con scopo di lucro, ad esempio ottenendo il pagamento di un biglietto per condividere la visione dei contenuti, è prevista un’altra sanzione.

Nello specifico la sanzione, per il soggetto che ha messo in rete o condiviso un contenuto protetto da copyright per guadagnarci, va da 2.582 a 15.493 euro in aggiunta alla detenzione da sei mesi a tre anni. Nel caso in cui manchi la finalità di lucro, invece, viene comminata soltanto la multa d’importo variabile, a seconda del tipo di materiale.

In breve, il soggetto che utilizza un servizio pirata in casa propria non rischia la detenzione ma la semplice sanzione amministrativa, fino a 1.032 euro per ogni singola violazione. L’intervento da parte della Guardia di Finanza non prevede alcuna scappatoia. In seguito alla chiusura del server, si procede all’identificazione dei suoi fruitori che vengono immediatamente denunciati.

Streaming illegale per guardare la Champions League

La Champions League è uno degli eventi sportivi più seguiti dai tifosi italiani e per questo piuttosto soggetto alla visione illegale. Si è espresso a tal proposito Kieron Sharp, CEO di Fact, invitando i tifosi a utilizzare i metodi legali.

Kieron Sharp, viste le imminenti partite, ha voluto porre l’attenzione non solo sui rischi penali per gli utenti ma anche sull’intero meccanismo criminale a cui danno adito questo tipo di comportamenti. Peraltro una buona parte dei siti Iptv pirati, risulta dannosa per i dati personali degli utenti che li utilizzano.

Si tratta ad ogni modo di un meccanismo dannoso anche per l’economia del paese, con effetti disastrosi sul Pil e sull’occupazione.

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