Multa per chi usa parole straniere, sei d’accordo? Il sondaggio

Alessandro Cipolla

07/04/2023

Il sondaggio di Money.it: sei d’accordo con la proposta di Fabio Rampelli (FdI) di multare fino a 100.000 euro chi nella Pa eccede nell’uso delle parole straniere?

Multa per chi usa parole straniere, sei d’accordo? Il sondaggio

Multa per chi usa parole straniere, sei d’accordo? Questo è stato il sondaggio che Money.it vuole proporre ai lettori dopo che Fabio Rampelli, uno dei deputati più in vista di Fratelli d’Italia, ha avanzato una proposta di legge che prevede delle sanzioni fino a 100.000 euro per chi nella pubblica amministrazione eccede nell’uso di anglicismi.

SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI

Nel dettaglio la proposta di Rampelli prevede per chi nelle comunicazioni ufficiali utilizza troppo delle parole straniere, delle multe che possono variare tra i 5.000 e i 100.000 euro. Tra i vari articoli è previsto anche che “le sigle e le denominazioni delle funzioni ricoperte nelle aziende che operano nel territorio nazionale dovranno essere in lingua italiana, come anche i contratti di lavoro”.

Lo scopo sarebbe quello di “difendere e promuovere la lingua italiana”, anche se la proposta di legge del deputato di Fratelli d’Italia è stata criticata anche dalla Accademia della Crusca, l’istituzione per eccellenza della lingua italiana.

Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire quale sia il parere dei lettori di fronte alla possibilità di multare chi nelle comunicazioni ufficiali utilizza troppo parole straniere.

Multe per troppe parole straniere: il sondaggio

Il sondaggio di Money.it è arrivato nel momento in cui in Italia è acceso il dibattito in merito alla proposta di legge di Fabio Rampelli, che prevede delle multe salate per chi nella pubblica amministrazioni fa un uso eccessivo di anglicismi e parole straniere in generale.

Il tutto per proteggere l’identità nazionale, con il deputato di Fratelli d’Italia che in precedenza ha chiesto un cambio di registro anche per quanto riguarda i termini stranieri utilizzati pure in Parlamento.

Nella Camera dei Deputati si parla italiano - ha twittato Fabio Rampelli -. Continuiamo la nostra battaglia per l’uso della nostra lingua al posto dell’inglese: non riusciamo a capire perché si debba chiamare ’dispenser’ l’erogatore di igienizzante”.

L’Accademia della Crusca però ha bollato l’iniziativa come una “strategia inutile”, parlando di “eccesso sanzionatorio” che rischia di “vanificare e marginalizzare il lavoro che noi, come Crusca, conduciamo da anni allo scopo di difendere l’italiano dagli eccessi della più grossolana esterofilia, purtroppo molto frequente”.

In molti poi hanno fatto notare come pochi giorni dopo la proposta di Fabio Rampelli, la presidente - e non premier che è una figura che non esiste in Italia - Giorgia Meloni abbia lanciato il liceo del Made in Italy, correndo lei stessa il rischio di essere multata se la proposta del deputato dovesse diventare legge.

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