Ecco quali sono le regole sulle temperature del riscaldamento e quale multa rischia chi tiene i termosifoni troppo alti rispetto al consentito.
Nel 2022 la crisi energetica innescata dal conflitto russo-ucraino ha portato a provvedimenti straordinari per la riduzione dei consumi e il controllo dei prezzi. Per la stagione termica 2023-2024, invece, le regole tornano alla normalità, con le strette sui consumi ordinarie, applicate tenendo conto della suddivisione del territorio in zone climatiche.
Per il momento, il governo non ha annunciato alcun provvedimento straordinario perciò bisogna far riferimento alla normativa ordinaria. Non si esclude, tuttavia, la possibilità di successivi interventi, perciò è fondamentale restare aggiornati. Si sottolinea inoltre che gli enti territoriali possono comunque emanare ordinanze specifiche per il Comune o la Provincia cui si riferiscono.
Per esempio, nel Comune di Milano vige l’ordinanza sindacale n. 65 del 5 ottobre 2023. Anche il Comune di Torino ha previsto un’ordinanza specifica legata all’uso del riscaldamento durante questa stagione termica, così come il Comune di Prato e di Roma. Si invita pertanto a tenere sotto controllo il sito web del proprio comune di riferimento, così da evitare errori. Vediamo di seguito le norme generali, quali sono le regole e cosa rischia chi non rispetta le temperature tenendo i termosifoni troppo alti.
Riscaldamento, le temperature consentite per i termosifoni 2023-2024
Le regole riguardanti i limiti di temperature del riscaldamento sono suddivise nelle zone climatiche individuate dal decreto dpr 412/1993. Le località sono divise tenendo conto del grado giorno, un coefficiente che misura la differenza media di temperatura tra gli ambienti interni e quelli esterni.
Le zone climatiche italiane
Naturalmente, la presenza di un coefficiente più alto rappresenta luoghi con temperature basse, con la conseguente possibilità di tenere il riscaldamento acceso a temperature maggiori. Le zone climatiche di riferimento sono le seguenti:
- La zona A, che comprende i comuni con gradi giorno inferiori a 600;
- la zona B, con i comuni con gradi giorno compresi tra 601 e 900;
- la zona C, con i comuni con gradi giorno compresi fra 901 e 1.400;
- la zona D, con i comuni con gradi giorno compresi tra 1.401 e 2.100;
- la zona E, che comprende i comuni con gradi giorno tra 2.101 e 3.000;
- la zona F (la più fredda), con i comuni con gradi giorno da 3.001.
Per capire qual è la zona climatica di riferimento del proprio comune bisogna quindi conoscere il coefficiente in gradi giorno, a tal proposito si allega la pratica tabella di consultazione fornita da Enea.
Conoscendo la propria zona climatica è quindi possibile sapere quali sono i limiti legati all’uso dei termosifoni e del riscaldamento in generale.
Periodi di accensione, tempo massimo di utilizzo e temperature massime
Zona climatica | Periodo di utilizzo del riscaldamento | Ore giornaliere massime |
Zona A | 1° dicembre - 15 marzo | 6 ore |
Zona B | 1° dicembre - 31 marzo | 8 ore |
Zona C | 15 novembre - 31 marzo | 10 ore |
Zona D | 1° novembre - 15 aprile | 12 ore |
Zona E | 15 ottobre - 15 aprile | 14 ore |
Zona F | nessun limite | nessun limite |
Quanto alle temperature, bisogna sapere che la temperatura massima prevista è di 20 °C (con una tolleranza di 2 °C) per le abitazioni, gli uffici pubblici e privati. La soglia scende a un massimo di 18 °C, mantenendo 2 °C di tolleranza, per le attività industriali, artigianali e assimilabili.
Cosa rischia chi non rispetta le temperature e chi effettua i controlli
Secondo quanto stabilito dal Testo unico dell’Edilizia chi non rispetta i limiti all’uso del riscaldamento rischia una sanzione da 516 a 2.582 euro. A questa multa possono aggiungersi anche le eventuali sanzioni legate alla manutenzione degli impianti, ovviamente in caso di inadempimento.
I controlli sono effettuati a cura della polizia locale a campione o su eventuali segnalazioni ricevute. Gli amministratori di condominio sono tenuti a verificare il rispetto delle normative, ma comunque la responsabilità in caso di violazione ricade sui singoli. Per questo motivo, è fondamentale verificare il rispetto delle limitazioni anche in caso di riscaldamento centralizzato.
Eccezioni: chi non deve rispettare i limiti sul riscaldamento
Le disposizioni sull’utilizzo dell’energia termica appena indicate non si applicano a edifici che necessitano di particolari attenzioni, nel dettaglio:
- Ospedali, case di cura, edifici adibiti al ricovero o alla cura di anziani o minori, strutture protette per i soggetti affidati ai servizi sociali e recupero dei tossicodipendenti;
- sedi di rappresentanza di organizzazioni diplomatiche e internazionali, a meno che si trovino in stabili condominiali;
- scuole materne e asili;
- piscine, saune e assimilabili;
- edifici industriali o artigianali con specifiche esigenze tecnologiche o di produzione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA