Musk sull’orlo del baratro? Cosa dicono i dati su Tesla

Giorgia Paccione

29 Aprile 2025 - 12:14

Tesla di Elon Musk affronta il peggior trimestre dal 2021 tra crollo delle consegne, ricavi in calo e tensioni sul futuro di Musk: ecco cosa rivelano i dati.

Musk sull’orlo del baratro? Cosa dicono i dati su Tesla

Il 2025 si sta rivelando un anno difficile per Tesla e per il suo CEO, Elon Musk.

I dati finanziari pubblicati per il primo trimestre dell’anno hanno evidenziato una netta flessione delle performance aziendali, sollevando dubbi sulla tenuta del modello di business e sulla leadership di Musk. Le vendite in calo, i margini erosi e l’incertezza strategica stanno mettendo a dura prova la fiducia degli investitori, mentre la concorrenza nel settore dei veicoli elettrici si fa sempre più agguerrita.

Ma cosa dicono esattamente i numeri? E quali sono le prospettive per il futuro di Tesla?

Tesla in crisi tra numeri deludenti e futuro incerto

I risultati del primo trimestre 2025 sono stati tra i peggiori degli ultimi anni per Tesla. L’azienda ha registrato ricavi per 19,34 miliardi di dollari, ben al di sotto delle attese degli analisti fissate a 21,4 miliardi di dollari. Anche l’utile per azione (EPS) si è fermato a 0,27 dollari, contro una previsione di 0,42 dollari, segnando una delle performance più deludenti dal 2021.

Le consegne di veicoli sono crollate, con un impatto diretto sui margini della divisione automobilistica, che hanno subito una forte contrazione. Il fatturato derivante dal settore auto è sceso del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, passando da 17,4 a 13,9 miliardi di dollari.

Questi dati confermano una tendenza negativa già anticipata da Tesla stessa, che aveva segnalato i primi tre mesi del 2025 come i peggiori in termini di consegne.

Le cause della crisi

Le ragioni di questa battuta d’arresto sono molteplici. Da un lato, Tesla deve fare i conti con una domanda in calo in mercati chiave come Stati Uniti, Europa e Cina, dove la concorrenza dei produttori locali di veicoli elettrici si fa sempre più serrata. Dall’altro, le posizioni politiche divisive di Elon Musk e il suo coinvolgimento nel Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE) dell’amministrazione Trump hanno contribuito a generare incertezza e a danneggiare l’immagine del marchio, soprattutto tra i consumatori più sensibili alle tematiche sociali.

A pesare sui conti sono anche i costi di aggiornamento degli impianti produttivi, le spese crescenti per le iniziative legate all’intelligenza artificiale e i nuovi programmi veicolari.

Inoltre, le tensioni geopolitiche e i dazi imposti sui veicoli elettrici stanno complicando ulteriormente lo scenario competitivo, specie per quanto riguarda l’accumulo energetico e l’espansione internazionale.

La leadership di Musk sotto pressione

La figura di Elon Musk è quindi oggi al centro di un acceso dibattito tra investitori e analisti. Se da un lato il suo carisma e la sua visione hanno portato Tesla a rivoluzionare il settore automotive, dall’altro le sue recenti scelte politiche e strategiche stanno minando la fiducia di una parte del mercato e degli stessi stakeholder.

Dan Ives, uno degli analisti storicamente più ottimisti su Tesla, ha parlato di una situazione da “codice rosso” per il gruppo, sottolineando che la permanenza di Musk nel DOGE potrebbe cambiare radicalmente il destino dell’azienda. Secondo Ives, la “visione di rilancio deve iniziare ora”, pena il rischio di un declino della leadership di Tesla nel settore.

Ma Musk respinge l’idea di una crisi irreversibile:

Abbiamo attraversato molte crisi nel corso degli anni e siamo stati effettivamente sull’orlo del baratro almeno una dozzina di volte. Questa non è una di quelle volte. Non siamo sull’orlo del baratro, nemmeno lontanamente. Ci sono alcune sfide e mi aspetto che quest’anno ci saranno probabilmente degli imprevisti, ma rimango estremamente ottimista sul futuro dell’azienda.

La reazione del mercato e l’ottimismo di Musk

Nonostante i dati negativi, il titolo Tesla ha registrato un sorprendente rimbalzo nelle contrattazioni after-market, salendo di quasi il 10% e chiudendo a 250,11 dollari, rispetto ai 227,50 dollari della chiusura precedente. Questo movimento riflette un certo ottimismo degli investitori sulle prospettive di lungo termine dell’azienda, alimentato dalle promesse di Musk di rilanciare Tesla puntando su innovazione e nuove tecnologie.

Musk ha infatti ribadito che il futuro della società sarà costruito su due pilastri: la guida autonoma su larga scala e lo sviluppo di robot umanoidi, con l’obiettivo di lanciare il Robotaxi ad Austin già a giugno e di produrre milioni di veicoli autonomi entro la fine del 2025.

L’azienda mira anche a realizzare un milione di unità del robot Optimus all’anno entro il 2029, scommettendo su una diversificazione radicale del business.

I dati dunque parlano chiaro: Tesla sta attraversando uno dei momenti più difficili della sua storia recente, con risultati finanziari in netto calo, margini sotto pressione e una domanda in contrazione. Tuttavia, la reazione positiva del mercato e la determinazione di Musk a puntare su innovazione e nuove tecnologie lasciano aperta la porta a una possibile inversione di tendenza.

Il futuro di Tesla dipenderà dalla capacità di riconquistare la fiducia dei consumatori, di gestire le sfide geopolitiche e di realizzare le ambiziose promesse fatte agli investitori. Nel frattempo, il destino di Musk resta legato a doppio filo a quello dell’azienda: solo il tempo dirà se sarà in grado di guidare Tesla fuori dalla tempesta o se, al contrario, questa crisi segnerà l’inizio di un lento declino.

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