Una clamorosa bufala sulla storia delle pensioni in Italia è andata in onda nel corso della prima puntata del GF Vip. Ecco come stanno davvero le cose
Come una brutta influenza stagionale, in Italia tornano periodicamente false notizie sul fascismo, in un’incessante opera di riscrittura storica iniziata ai tempi della dittatura e mai veramente conclusa. L’ultima è arrivata nel corso della prima puntata del Grande Fratello Vip, in cui Fausto Leali ha dichiarato che “Mussolini ha fatto tante cose buone”, fra cui le pensioni.
Si tratta di una bugia bella e buona, come ampiamente e più volte dimostrato da numerosi storici. Vediamo come stanno davvero le cose.
La bufala sulle pensioni di Mussolini al GF Vip
Gli autori del GF Vip hanno fatto di tutto per far parlare del programma sin dalla prima puntata: fra il ritiro di Flavia Vento per la nostalgia dei suoi cani, il nudo di Patrizia De Blanck e l’isolamento di Tommaso Zorzi per sospetta COVID-19, la punta del trash italiano ha offerto di tutto.
Gli esempi citati, tuttavia, sono innocui, mentre la bufala diffusa da Leali è corrosiva e rischia di alimentare nostalgie sopite. Sui social c’è ora chi chiede a gran voce la squalifica del concorrente.
La frase incriminata, ripresa dalle telecamere, è questa: “Mussolini? Ha fatto delle cose per l’umanità, per le pensioni, le cose… Poi è andato con Hitler. Hitler nella storia era un fan di Mussolini”.
Pensioni in Italia, chi le ha introdotte?
Una frase supportata in trasmissione da De Blanck, che risponde con “è vero”, ma smentita dagli esperti, fra cui Francesco Filippi, autore del libro “Mussolini ha fatto anche cose buone”. In esso l’autore, archivista e analista, smonta uno per uno i falsi miti che ancora oggi circondano il ventennio di dittatura fascista.
Fra di essi, i principali cavalli di battaglia sono la bonifica delle paludi nel sud del Lazio e, appunto, l’introduzione delle pensioni. In realtà, nessuno dei due interventi è opera di Mussolini, che si è limitato a mantenere in vita lavori già in atto.
Il diritto dei lavoratori alla pensione, infatti, viene introdotto in Italia già nel 1919, poco prima della fondazione dei Fasci, ma alcune forme di garanzie previdenziali erano riconducibili già al Governo Crispi del 1895.
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