Nell’ultima versione della legge di Bilancio, il governo rispolvera una norma del 2011 che permette di passare dal tasso variabile al fisso. I mutui per alcuni costeranno meno: ecco come si può fare.
Con la legge di Bilancio del governo Meloni arriva un escamotage per mettere sicuro le rate dei mutui, in continua salita viste le politiche monetarie restrittive della Bce. Nel maxi-emendamento alla manovra, infatti, l’esecutivo ha rispolverato una vecchia misura del 2011, voluta dall’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti (fu in vigore per il 2012). In pratica si tratta della possibilità di passare dal tasso variabile al fisso, evitando in questo modo gli ultimi aumenti fuori controllo.
In particolare a spaventare il governo e tutti i cittadini che hanno sulle spalle un mutuo è stata l’ultima conferenza stampa della presidente della Bce, Christine Lagarde. La numero uno della banca di Francoforte, annunciando che i tassi di interesse sarebbero aumentati ulteriormente di 50 punti base, portando il tasso ufficiale di riferimento al 2,5%, ha detto che arriveranno nuove strette nei prossimi mesi per contrastare l’inflazione.
Quindi: nuovi aumenti anche del prezzo dei mutui a tasso variabile e delle conseguenti rate mensili. Vediamo quindi nel dettaglio come si può sfruttare la norma re-introdotta dal governo Meloni per passare al tasso fisso.
Manovra 2023, rinegoziazione dei mutui: i requisiti
Le persone potranno fare domanda alla propria banca per effettuare il passaggio per tutto il prossimo anno, fino al 31 dicembre 2023. Per ottenere la rinegoziazione del contratto, però, si dovranno soddisfare alcuni requisiti. Il valore del mutuo deve infatti essere entro i 200mila euro e chi paga il mutuo deve avere un Isee entro i 35mila euro. Non solo: non deve aver mai tardato nel pagamento delle rate di quel finanziamento.
La misura, insomma, viene in soccorso delle fasce più deboli della popolazione. Rispetto al 2011, però, oggi c’è anche la possibilità della doppia surroga (che le banche hanno permesso dal 2018-2019).
Mutui, come fare domanda per pagare meno
La richiesta dovrà essere inoltrata alla propria banca. Probabilmente verrà predisposto un nuovo modulo, in cui si richiederà di allegare la documentazione Isee. Le altre informazioni, sull’eventuale morosità e sull’importo residuo, sono invece già disponibili alla banca.
Rate dei mutui, quanto costa cambiare il tasso da variabile a fisso?
Se la banca, controllati i requisiti, accetta la rinegoziazione, si deve determinare un nuovo tasso di interesse. Per farlo la norma prede come punto di riferimento l’indicatore di riferimento per il mercato dei tassi fissi, che si determina in base alle aspettative delle banche.
Più nel dettaglio si prende il più basso tra quello a 10 anni e quello della durata residua del mutuo, si somma lo spread previsto nel contratto e si determina la nuova percentuale.
Le garanzie ipotecarie passano automaticamente da un contratto all’altro e si può quindi allungare, se la banca e la persona che deve pagare il mutuo sono d’accordo, il piano di rimborso del mutuo per massimo cinque anni.
A chi conviene il cambio di mutuo?
Stando agli attuali costi dei mutui e alle previsioni degli esperti sull’andamento dei tassi in linea con le dichiarazioni della Bce, la rinegoziazione da variabile a fisso conviene sicuramente ad alcuni. Innanzitutto a coloro che hanno un mutuo variabile ad alto loan to value (cioè un grande valore finanziato rispetto al prezzo d’acquisto).
Si pagherebbe più dell’1% in meno. In altri casi il risparmio potrebbe essere inferiore, ma comunque presente e va valutato attentamente il da farsi. Considerando però i paletti della misura del governo, ad essere potenzialmente interessati sarebbero per lo più i giovani, che di solito hanno redditi più bassi e che magari hanno sfruttato il bonus Draghi sull’acquisto della prima casa con la garanzia Consap.
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