Mutui, il rialzo dei tassi si ferma a settembre?

Alessandro Nuzzo

20/07/2023

Secondo il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, già da settembre l’inflazione potrebbe tornare a livelli normali.

Mutui, il rialzo dei tassi si ferma a settembre?

Il problema dell’inflazione continua a tenere banco nella Bce alle prese con misure volte a far scendere i prezzi. L’obiettivo dichiarato dalla Banca Centrale Europea è raggiungere la soglia del 2% entro il 2025. Per farlo c’è bisogno di mettere in atto una politica aggressiva basata sull’aumento dei tassi di interesse.

È dalla scorsa estate che a cadenza regolare si stanno aumentando i tassi d’interesse di un quarto di punto percentuale. L’ultimo aumento è stato deciso un mese fa portandolo al 4%. Il prossimo avverrà probabilmente già questo mese di luglio. Almeno secondo quanto annunciato daChristine Lagarde parlando al forum dell’istituto centrale a Sintra in Portogallo a fine giugno. «Non abbiamo ancora visto il pieno impatto degli aumenti cumulativi dei tassi che abbiamo deciso dallo scorso luglio, pari a 400 punti base. Ma il nostro lavoro non è finito. Salvo un cambiamento sostanziale delle prospettive, continueremo ad aumentare i tassi a luglio» - le sue parole.

I risultati dell’aumento del costo del denaro si stanno vedendo visto che da ottobre scorso ad oggi l’inflazione è scesa: dal 10,7% si è arrivati a giugno 2023 ad una media europea del 5,5%. Numeri in calo ma dalle parti di Francoforte non tutti sono convinti che la politica restrittiva possa già terminare.

È in atto un dibattito tra chi crede che contro l’inflazione vada ancora fatto uno sforzo spingendo verso un nuovo incremento del costo del denaro e tra chi invece ritiene che il picco dell’inflazione sia stato ormai raggiunto e per questo non c’è motivo di aumentare ancora una volta i tassi. A pensarla in questa maniera è anche il governatore della Banca D’Italia Ignazio Visco che intervistato da Bloomberg ha avvisato che bisogna stare attenti a spingere l’economia troppo in recessione per frenare l’inflazione.

Aumento dei tassi congelato a settembre?

Secondo Visco continuare ad aumentare i tassi rischiando di mandare l’economia in recessione non è consigliato. La stretta è avvenuta nel corso dell’ultimo anno e non resta che attendere gli effetti che si vedranno nel lungo periodo. Già ora però possiamo notare - secondo Visco - ad un appiattimento della domanda di credito mentre i consumi restano in crescita spinti dal boom turistico.

Gli effetti si stanno vedendo anche sull’inflazione che è in lenta e graduale discesa da inizio anno. L’obiettivo della Bce è arrivare alla soglia del 2% di inflazione entro il 2025 ma per Visco la discesa sarà più veloce prevedendo una riduzione sostanziale già questo autunno. «Il tasso di crescita nell’eurozona si è del resto già dimezzato, passando dal 10,7% di ottobre dell’anno scorso al 5,5% di giugno 2023. Nuovi cali dipenderanno dall’andamento dell’inflazione di fondo, quella al netto dei più volatili prezzi di energia e cibo» - ha detto a Bloomberg.

L’inflazione è partita due anni fa dalle imprese che sono riuscite ad aumentare i profitti aumentando i prezzi rendendoli proporzionali all’incremento dei costi. Costi lievitati soprattutto a causa del caro energetico. Secondo il governatore adesso che il costo dell’energia è sceso a livelli normali e l’emergenza è finita, vedremo di pari passo anche una discesa dell’inflazione già entro la fine dell’anno. Di conseguenza nuovi aumenti dei tassi non dovrebbero essere più necessari e già da settembre anche l’accesso ai mutui potrebbe essere meno costoso.

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