Novità fiscali in legge di Bilancio 2023: bonus edilizi, superbonus e flat tax

Rosaria Imparato

04/01/2023

Il fisco occupa una posizione rilevante all’interno delle misure previste dalla legge di Bilancio 2023: ci sono novità, infatti, sui bonus edilizi, superbonus in primis, flat tax e sanatorie.

Novità fiscali in legge di Bilancio 2023: bonus edilizi, superbonus e flat tax

Bonus edilizi in generale e superbonus in particolare, flat tax per le partite Iva, sanatorie e aiuti alle imprese: la legge di Bilancio 2023 contiene numerose misure fiscali che cambiano le regole a partire da quest’anno.

Tra le novità, c’è l’Iva detraibile al 50% per acquisti di case green; l’innalzamento della soglia d’accesso di ricavi e compensi al regime forfettario; le sanatorie fiscali, i bonus bollette per le imprese. Per quanto riguarda l’edilizia, c’è solo una proroga secca: quella per la detrazione per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Fa il suo ingresso, poi, il quoziente familiare, che misura i redditi in modo diverso dall’Isee, visto che non prende in considerazione i patrimoni.

Le novità per i bonus edilizi con la manovra 2023

Il pacchetto dei bonus casa contiene parecchie novità. Come detto, c’è solo una proroga, quella per l’abbattimento delle barriere architettoniche: si tratta di una detrazione del 75% (che può essere usata anche tramite la cessione del credito e lo sconto in fattura), che arriverà fino al 31 dicembre 2025.

La legge di Bilancio 2023 cambia approccio ai bonus casa: invece di andare avanti con i rinvii, l’obiettivo è valutare l’efficacia dei diversi incentivi, prendendo in considerazione le richieste dei contribuenti e anche il peso economico per le casse dello Stato. Questo è stato anche il ragionamento alla base delle modifiche al bonus mobili: la soglia di spesa agevolata è di 8mila euro per il 2023, invece dei 5mila programmati con la precedente manovra.

C’è anche una new entry nel pacchetto dei bonus casa: si tratta della detrazione del 50% dell’importo corrisposto per l’Iva per gli acquisti di unità immobiliari a destinazione residenziale ad alta efficienza energetica (in classe A e B) effettuati entro il 31 dicembre 2023 direttamente dalle imprese costruttrici. La detrazione è ripartita in dieci quote costanti nell’anno in cui sono state sostenute le spese e nei nove periodi d’imposta successivi.

Come cambia il superbonus nel 2023

Sul superbonus bisogna fare un discorso a parte: le modifiche all’agevolazione sono state fatte sia dal decreto Aiuti quater che dalla legge di Bilancio. Innanzitutto, nel 2023 scende l’aliquota di detrazione, passando dal 110% al 90% per la quasi totalità dei casi. Ci sono infatti due eccezioni:

  • per i condomini che hanno approvato le delibere entro il 18 novembre e presentato la Cila semplificata entro il 31 dicembre 2022;
  • per le villette, che tornano tra i beneficiari dell’agevolazione sono in possesso di quattro requisiti:
    • devono essere usate come abitazione principale;
    • chi richiede il superbonus non può avere un reddito superiore a 15mila euro annui, calcolato non con l’Isee ma col quoziente familiare;
    • chi richiede l’agevolazione deve essere proprietario o titolare di un diritto reale sull’immobile;
    • i lavori devono iniziare a partire da gennaio.

I condomìni, invece, non dovranno rispettare paletti particolari, se non considerare che dal 2024 l’aliquota scende al 70% e nel 2025 al 65%.

Superbonus e il calcolo del reddito col quoziente familiare

Ma come si calcola la soglia di 15mila euro di reddito col quoziente familiare? Si prendono i redditi registrati in famiglia nell’anno precedente a quando si fanno i lavori. Si sommano e si dividono per un coefficiente determinato in base alla numerosità della famiglia. Se c’è un solo contribuente, il coefficiente è 1 e quindi si prende tutto il reddito. Il coefficiente viene incrementato di 1 se è presente un secondo familiare convivente; di 0,5 se è presente un familiare a carico, di 1 se sono presenti due familiari a carico e di 2 se sono presenti tre o più familiari a carico.

Semplifichiamo la modalità di calcolo nella tabella che segue:

numero di parti
Contribuente 1
Se nel nucleo familiare è presente un coniuge, il soggetto legato da unione civile o la persona convivente si aggiunge 1
Se nel nucleo familiare sono presenti familiari, diversi dal coniuge di cui all’articolo 12 del Tuir, dal soggetto legato da unione civile o dal convivente, in numero pari a:
un familiare si aggiunge 0,5
due familiari si aggiunge 1
tre o più familiari si aggiunge 2

Per esempio, un contribuente con un reddito di 50mila euro, con un coniuge e quattro figli a carico, col nuovo calcolo il risultato è di 12.500 euro, e quindi potrebbe avere accesso al superbonus.

Tasse per le partite Iva: come cambia la flat tax

La legge di Bilancio interviene in due modi sui requisiti del regime forfettario, che consentono l’accesso e la permanenza nella tassazione agevolata:

  • la soglia di ricavi e compensi viene alzata da 65mila euro annui a 85mila euro annui;
  • nel momento in cui si supera il limite degli 85mila euro durante l’anno, si continua ad applicare la flat tax fino a un massimo di 100mila euro.

Restano in vigore gli altri requisiti:

  • non aver sostenuto spese superiori a 20mila euro lordi per lavoro accessorio, lavoro dipendente e per compensi erogati ai collaboratori, anche assunti per l’esecuzione di specifici progetti;
  • non aver percepito oltre 30mila euro di redditi da lavoro dipendente o da pensione. Tale soglia non si applica ai lavoratori licenziati o che si sono dimessi, che quindi hanno libero accesso al regime agevolato.
    Non sono previsti limiti di spesa per i beni strumentali.

La tassa fissa è al 5% per le start up (per i primi 5 anni di permanenza nel regime) e al 15% per le altre partite Iva.
Per calcolare quante tasse si pagano, bisogna moltiplicare l’importo fatturato per l’aliquota fiscale del 5% o 15% e successivamente moltiplicare per il coefficiente di redditività.

L’altra novità, sempre per le partite Iva, è la cosiddetta flat tax incrementale, prevista in via sperimentale dalla manovra solo per il 2023, e consiste nell’applicazione della tassa piatta del 15% agli incrementi di reddito maturati quest’anno rispetto al più alto tra i redditi ottenuti nel triennio 2020-22.

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