Occhio al report che è stato appena diramato da Barclays, con cui gli analisti hanno annunciato rating e target price delle banche italiane. Tra queste, una è stata bocciata.
Banche italiane osservate speciali, in un momento in cui i mercati finanziari continuano a fare i conti con forti oscillazioni, nel disperato tentativo di recuperare terreno dopo l’ecatombe che si è presentata ovunque, a seguito dell’annuncio dei dazi shock che il presidente americano Donald Trump ha deciso di imporre a tutto il mondo.
Dopo essere state per il Ftse Mib di Piazza Affari volano di crescita, proprio le azioni delle banche italiane hanno zavorrato nelle ultime sedute l’indice, che ha sofferto in queste ultime tre sessioni da incubo perdite più significative rispetto a quelle accusate dalle altre borse europee.
Nessuna sorpresa, vista la forte presenza dei titoli bancari, all’interno del listino benchmark della borsa di Milano.
Perché le azioni delle banche italiane sono finite sotto pressione
Le azioni hanno scontato e stanno tuttora scontando l’avverarsi di uno scenario decisamente meno favorevole per la loro redditività, contrassegnato da una BCE pronta a tagliare i tassi di interesse dell’area euro in modo più aggressivo, per evitare che il PIL del blocco scivoli in una condizione di recessione a causa dell’effetto dei dazi imposti da Trump.
La preoccupazione è alta, anche perché una ulteriore erosione dei fondamentali economici porterebbe le banche italiane a pagare non solo un contesto di tassi di interesse ancora più bassi rispetto a quello attuale, ma, anche, ad assistere, a danno dei loro bilanci, a un balzo dei crediti deteriorati, cosiddetti NPL (Non Performing Loans).
Tutto questo, mentre nuovi interrogativi sorgono sul futuro del risiko bancario.
In queste ultime sedute si è affacciato infatti anche il timore che i tentativi di conquista lanciati da alcune banche italiane - UniCredit e MPS in primis, rispettivamente sulle prede Banco BPM e Mediobanca - non vadano a buon fine, non soltanto per la natura ostile delle operazioni, ma a causa del terremoto che sta scuotendo le fondamenta dei mercati.
Il nuovo report di Barclays, che boccia questa banca italiana promuovendone due
Attenzione intanto al nuovo report dedicato alle banche italiane, che è stato pubblicato dalla divisione di ricerca di Barclays.
Gli analisti hanno annunciato i loro nuovi target e rating sulle azioni di alcuni istituti di credito. In alcuni casi ci sono state alcune variazioni, mentre in altri le valutazioni e i prezzi obiettivo sono stati confermati.
Occhio al rating delle azioni di MPS-Monte dei Paschi di Siena, che è stato bocciato da Barclays. Gli analisti del colosso britannico hanno invece premiato due altre banche italiane, ovvero Banco BPM e Intesa SanPaolo.
Per quanto riguarda MPS, Barclays ha rivisto al ribasso il rating sul titolo da “Overweight” a “Equal Weight”, abbassando contestualmente il target price del 7%, da 8 euro a 7,4 euro.
Migliorati invece i target price sulle azioni di Intesa SanPaolo (ISP) e Banco BPM (BAMI).
Nel caso delle azioni della banca gestita dall’amministratore delegato Carlo Messina, ovvero di Intesa SanPaolo, Barclays ha alzato il target price del 4% dai precedenti 4,6 euro a 4,8 euro.
Premiato anche il target price di Banco BPM, banca finita nel mirino di UniCredit, migliorato del 12% dai precedenti 9,5 euro a quota 10,6 euro, a fronte di un rating confermato a “Overweight”.
Le azioni delle banche italiane rimangono attentamente monitorate a Piazza Affari, a causa dei forti tonfi che hanno sofferto nelle ultime sedute, nel bel mezzo dei tracolli che hanno colpito la borsa di Milano e tutto l’azionario globale, dopo il grande annuncio del presidente americano Donald Trump sui dazi che la sua amministrazione ha deciso di lanciare contro più di 180 partner commerciali degli Stati Uniti.
La febbre per il risiko bancario, incentrata sull’OPS lanciata da UniCredit su Banco BPM (pronta ormai a partire) e sull’altra OPS di MPS-Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca è stata così interrotta, finendo improvvisamente dietro le quinte, con gli investitori che hanno deciso di puntare i fari, piuttosto, sui rischi che incombono sull’intero settore bancario italiano.
Il rischio tassi BCE più bassi e crescita NPL
Il collasso dei titoli delle banche italiane è tornato a palesarsi nella giornata di ieri, con le azioni degli istituti di credito più importanti che sono andate subito a picco, estendendo la fase ribassista che ha colpito duramente il settore la scorsa settimana e che si è tradotta in un forte crollo della capitalizzazione di mercato per il comparto.
Più in generale, le azioni degli istituti di credito italiani, così come dell’intera area euro, hanno pagato e stanno pagando la prospettiva che i tagli futuri dei tassi di interesse da parte della BCE - che potrebbero farsi più aggressivi, per arginare l’effetto recessivo sul PIL dell’area euro dei dazi di Trump- deprimano ulteriormente il valore dei rispettivi margini netti di interesse, già rimasti orfani di quel contesto di tassi ai livelli record che era stato creato dalla Banca centrale europea negli anni 2022-2023 quando, a causa dell’inflazione galoppante, la politica monetaria si era imperniata non sui tagli dei tassi, ma sul loro opposto, ovvero su una carrellata continua di strette monetarie.
Esiste poi il rischio, più che tangibile, che l’avvento di una recessione scateni perdite sui crediti erogati, a causa della maggiore difficoltà dei clienti - famiglie e aziende - di riuscire a onorare i prestiti ricevuti.
Tornando alla mossa annunciata da Barclays sulle tre banche italiane, nel caso di MPS, Barclays ha fatto notare che il nuovo rating assegnato alla banca senese “tiene ancora in considerazione la presenza, nel bilancio dell’istituto, di un capitale in eccesso”.
Allo stesso tempo, “nel caso in cui MPS decidesse di spendere di più per convincere la maggioranza degli azionisti di Mediobanca (ad aderire alla sua OPA), il capitale in eccesso potrebbe ridursi”, e proprio la possibilità che questo scenario si concretizzi rappresenta “un elemento di incertezza per il titolo”.
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Attenzione a queste tre banche italiane

Barclays e i giudizi su altre banche italiane. I rating e tp delle azioni Credem, Mediobanca, UniCredit
Barclays si è espressa anche sulle azioni di altre banche italiane, oltre a quelle menzionate.
Nessun cambiamento ha interessato il rating e il target price di Credem, pari rispettivamente a “Equal-Weight” e a 11,70 euro.
Per quanto riguarda Mediobanca, anche in questo caso la valutazione e il target price sono stati confermati, rispettivamente a “Equal Weight” e a 16,40 euro.
Ribadito infine lo status quo per le azioni UniCredit, per le quali Barclays ha ribadito il rating “Overweight” e il target price a 50 euro.
Barclays ha spiegato la decisione di rivedere i target price così come anche le stime sugli utili di alcune banche italiane, ricordando che aveva già previsto “un tasso terminale da parte della BCE pari all’1,5%, e una crescita limitata dei prestiti, inferiore all’1% su base annua”, così come “un aumento degli LLP (accantonamenti per far fronte a perdite future sui crediti) pari al 13% su base annua, nonostante le banche dispongano ancora di accantonamenti overlay in alcuni casi”.
Intesa SanPaolo la prescelta, ecco perché
Gli analisti hanno precisato inoltre che le banche italiane non sono in realtà in cima ai titoli da loro preferiti appartenenti al settore bancario. Le scelte di Barclays ricadono su altre banche europee, insomma, e non sull’Italia?
Il motivo? La risposta è la seguente: “ questo è particolarmente vero se si guarda alla curva dei rendimenti, così come anche agli impatti dei dazi americani che, secondo i nostri economisti macro, colpiranno maggiormente l’Italia e la Germania ”.
In ogni caso, se proprio si deve scegliere, “tra le banche italiane preferiamo ISP (Intesa SanPaolo) per il suo profilo più difensivo, per il suo flusso diversificato di ricavi e per il suo solido dividend yield ”.
Non solo, visto che “in più, crediamo che ISP possa beneficiare dei cambiamenti in atto nel comparto finanziario italiano (da un punto di vista di maggiore sicurezza), sotto diversi aspetti”.
In primo luogo, per quanto riguarda i clienti, “in caso di una qualsiasi interruzione dei servizi retail o di corporate banking, collegati alle integrazioni di altre banche”; inoltre, lato assunzioni, potrebbe presentarsi l’opportunità di attrarre talenti nella gestione patrimoniale e altre attività da parte dei franchise che si stanno fondendo; in terzo luogo, se dovessero emergere opportunità nell’area dell’asset management in un contesto di cambiamenti per il panorama finanziario italiano, secondo Barclays “ Intesa SanPaolo sarebbe pronta a sfruttarle per rafforzare ulteriormente il proprio business di gestione patrimoniale ”.
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