Uno Stato sovrano europeo ha emesso un nuovo prestito obbligazionario in euro con scadenza di medio termine e dalla cedola interessante
Febbraio resterà nella mente di molti piccoli investitori come il mese del neo BTP Più, il bond retail del Tesoro sempre della famiglia Valore ma con nome differente. Questo per distinguerlo dalle 4 serie precedenti, dalle quali si discosta per almeno 3 motivi.
Primo, non prevede il premio fedeltà finale e/o intermedio, un extra rendimento finora mai assente. Poi c’è che la sua durata di 8 anni è ad oggi la più lunga della famiglia, a testimoniare la volontà del MEF di allungare la durata del suo debito. Infine ecco la novità assoluta del rimborso anticipato (totale o parziale) a metà percorso, ossia l’opzione “call” rimessa nelle mani del creditore. Chi lo acquisterà dal 17 al 21 febbraio potrà richiederne il rimborso alla pari tra 4 anni.
Tuttavia, a febbraio non sono mancate altre emissioni corporate e sovrane dalle cedole più roboanti di quelle del BTP Più. Il payout minimo garantito di quest’ultimo è pari al 2,80% annuo per i primi 4 e il 3,60% nei successivi 4. Ad esempio il Governo rumeno ha appena emesso un nuovo bond sovrano in euro con cedola al 5,25% con scadenza marzo 2030, a medio termine quindi.
La scheda tecnica dell’obbligazione sovrana in scadenza nel 2030
Presentiamo in primis i dati tecnici dell’obbligazione. La matricola identificativa è XS2999533271, ha denominazione “Romania Fx 5.25% Mar30 Eur”, ed è emessa dal Governo di Bucarest. Il bond fa parte di un doppio deal in euro ma distinto per scadenze, di cui una media a 5 anni (2030) qui esaminata e un’altra lunga (2034).
Le date clou del Fx 5.25% Mar30 sono quella di godimento (10/02/’24), quella di inizio negoziazioni sul EuroMOT di Borsa Italiana (14/02) e di scadenza (10/02/’30).
In pratica il bond ha una vita complessiva e residua di 5 anni, un lasso temporale non brevissimo ma tutt’altro che lungo. Ad esempio la vita media dei titoli di Stato del MEF è di 7 anni, e difatti il neo BTP Più si piazza bene o male su questo timeframe (4/8 anni a seconda della volontà del creditore).
Infine, l’ammontare emesso coincide con l’attuale flottante di 1,4 mld di € ed il taglio minimo di sottoscrizione è di 1.000 € e relativi multipli.
Quanto rende questa obbligazione di medio termine?
La cedola annua lorda è del 5,25% (periodicità annuale), che scende al 4,59375% al netto della ritenuta fiscale del 12,50% sugli interessi. In pratica in 5 anni genera un flusso complessivo del 26,25% lordo, quasi il 23% al netto della sola ritenuta.
Tuttavia, il prezzo di emissione è stato a 99,824, a piccolo, parziale beneficio del rendimento per chi si è aggiudicato i titoli in emissione. Di contro c’è che il bond si è poi subito apprezzato del 2% sul mercato secondario, con i prezzi che si sono portati a 102,00 centesimi alla chiusura di venerdì 14/02, per cui il rendimento attuale è del 4,79% lordo.
Nel complesso il payout del titolo non è male vista la sua durata complessiva e l’attuale panorama dei rendimenti dei sovereign bond sulle stesse scadenze. Ad esempio quello dei BTP a 5 anni residui è del 2,85% circa, mentre il payout complessivo del BTP Più del 1° quadriennio (quindi: 4 e non 5 anni) è dell’11,20% lordo.
Più in generale, oggi i ritorni annui lordi si attestano tra il 2 e il 3% in molti Stati sovrani europei aventi l’euro quale valuta legale. Volano invece in Gran Bretagna (4,212%) e in USA (4,328%), dove il costo del denaro è ancora alto e le attese sono per una perdita di competitività delle rispettive monete contro quella comunitaria.
Nuovo bond sovrano in euro con cedola al 5,25% con scadenza marzo 2030
Se il rapporto tempo/ritorno è un punto di forza del bond rumeno, non altrettanto può dirsi quando si analizza il suo profilo di rischio. Questo malgrado la duration modificata è al 4,37%, contenuta potremmo dire, e il debito sovrano di Bucarest (pari al 55,5% sul PIL) resta pur sempre nel perimetro dell’investment grade. Moody’s, Fitch e S&Poor’s assegnano al Paese un giudizio pari, nell’ordine, a Baa3, BBB- e BBB-, molto simili a quelli nostrani.
Tuttavia, un’analisi più attenta dei fondamentali spiega tante cose. Negli ultimi 5 anni, dal 2020 al 2024, il volume dell’export è stato pari, in mld di €, a 61,9, 73,9, 87,9, 94,3 e 91,1. Di contro il volume dell’import nel medesimo periodo è stato di 80,7, 98,3, 120,4, 122,1 e 121,8 mld di €, per un saldo della bilancia commerciale sempre in negativo. Il trend non cambia e conserva il segno meno anche se si esamina il saldo di conto corrente dal 2019 al 4/02/2025 (fonte: Osservatorio Economico MAECI).
Infine, alla fragilità economica interna e la costante sofferenza di riserve estere si aggiungono le valutazioni geopolitiche del caso. Il Paese condivide centinaia di km di confine con l’Ucraina, che ormai da 3 subisce l’attacco bellico della Russia. Anche quest’aspetto influisce sul rischio del debito sovrano del Paese e, in definitiva, sul maggior rendimento preteso dal mercato per poterlo sottoscrivere.
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